Pensioni, tasse e debito pubblico: tutte le convergenze tra M5s e centrodestra
Dalla previdenza al fisco, ecco le (non poche) similitudini nei programmi elettorali della coalizione di centrodestra e del Movimento 5 stelle
Centrodestra e M5s potrebbero governare insieme? Gli ultimi sondaggi premiano la coalizione di Berlusconi-Salvini-Meloni e confermano il M5s come primo partito nelle intenzioni di voto, ed è lecito chiedersi: in caso di stallo post elezioni, con un voto che non assicuri a nessuna compagine i seggi necessari per garantire la governabilità in Parlamento, è davvero impossibile immaginare un governo frutto di un'intesa tra centrodestra e pentastellati? Forse sì, perché un'ipotetica alleanza politica, fondata su pochi punti, potrebbe semmai nascere tra Lega e M5s, senza coinvolgere la parte più moderata e centrista di Forza Italia (ne abbiamo parlato qui).
Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio, due leader agli antipodi, il grande vecchio della politica italiana e il candidato premier più giovane, classe 1986: difficile, per non dire impossibile, immaginarli alleati dal prossimo 5 marzo. Ma se il tandem di governo Berlusconi-Di Maio sembra delineare uno scenario che va oltre la fantapolitica, dai programmi del centrodestra e del Movimento 5 stelle, tuttavia, emergono diversi punti di convergenza. Non sono poche le similitudini sul fisco immaginato dai due schieramenti, sulla previdenza e sulla strategia di riduzione del debito pubblico decisamente aggressiva. Passando in rassegna alcuni punti qualificanti dei loro programmi, le convergenze sono evidenti.
Tasse: i programmi di centrodestra e M5s
Sul fisco il programma del centrodestra prevede l’introduzione della flat tax mentre il M5s indica una riduzione delle aliquote Irpef. Entrambi tuttavia prevedono una no tax area. Il M5s indica una soglia di 10mila euro mentre il programma del centrodestra fissa l’asticella a 13mila euro di reddito. Punti di convergenza anche su altri aspetti del fisco. Il M5s propone l’abolizione degli studi di settore, dello split payment (il nuovo meccanismo per la scissione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione), spesometro ed Equitalia. Il centrodestra indica la necessità di modificare lo split payment rendendo neutra l’applicazione dell’Iva su tutta la filiera produttiva. Anche il centrodestra propone l’abolizione effettiva di Equitalia.
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Pensioni e legge Fornero: le similitudini
Anche sulla previdenza e sul welfare non mancano le convergenze tra i due programmi. Sulla legge Fornero, per il centrodestra occorre fare alcuni distinguo: Salvini vuole abolirla tout court, mentre il leader di Forza Italia è favorevole a mantenere alcuni punti della riforma. Il M5s parla invece di "superamento" della Fornero e ritorno al vecchio sistema delle quote: quota 41 (età minima di contributi versati per poter accedere alla pensione) e quota 100 (la somma di età anagrafica e contributiva dovrà essere superiore a 100). Entrambi i programmi, poi, propongono l’innalzamento delle pensioni minime. Il centrodestra indica un aumento generico nel programma, Berlusconi ha parlato di minime a mille euro e assegni per le mamme. Il M5s indica le pensioni minime a 780 euro netti a tutti i pensionati e un assegno di 1,170 euro netti per una coppia.
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Lo stesso approccio "aggressivo" sulla riduzione del debito pubblico
Le convergenze non si esauriscono qui. La strategia di abbattimento del debito pubblico presenta il medesimo approccio aggressivo mentre, ad esempio, quello del Pd è più soft. Il M5s fissa l’obiettivo di ridurre il rapporto debito/pil di 40 punti in 10 anni. Anche Forza Italia indica un target molto aggressivo, 30 punti in cinque anni, mentre la Lega non fissa obiettivi rilevando che il problema si risolve spendendo di più e tagliando le tasse, tanto poi aumentano le entrate e si può ridurre il debito. Più o meno lo stesso discorso da Liberi e Uguali secondo cui spendendo di più per investimenti l’economia riparte e il problema del debito si risolve. Il Pd propone un rientro più morbido, un taglio di 22 punti in dieci anni.
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