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Giovedì, 25 Aprile 2024
Fiat

"Ora basta! A Fiat regalato un miliardo e mezzo di euro in 30 anni"

Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro fa i conti degli aiuti da parte dello Stato all'azienda torinese. Intanto i sindacati promettono battaglia. Fiom: "Aprire a investitori stranieri". Fim: "Basta cassa integrazione"

Ancora poche ore e il duo Marchionne - Elkann farà il suo ingresso a Palazzo Chigi dove incontrerà il trio Monti - Fornero - Passera. Sabato, ore 16, si farà chiarezza - si spera - sul futuro di Fiat in Italia.

Oggi la giornata ha registrato il silenzio delle parti. Fiat tace. Il governo aspetta. E così sono sindacati ed esponenti politici ad aver agitato le acque.

Intervistato da Radio Capital, Maurizio Landini, leader Fiom - Cgil, ha spiegato che "il problema Fiat è la scelta dell'azione di non fare gli investimenti e questo riguarda anche la famiglia (Agnelli, ndr), che non sta mettendo fuori un euro oppure sta investendo soldi non nell'auto ma in altri settori meno industriali.

In vista dell'incontro di sabato e sulle ipotesi di cassa integrazione in deroga, "o piano di prepensionamenti", Landini ha spiegato che "questa non è la soluzione. Piuttosto il governo pensi a piani straordinari di investimenti pubblici e privati. E se è vero che Volkswagen ha avanzato offerte per Alfa Romeo, il governo dovrebbe determinare le condizioni perché questo avvenga. Paesi più evoluti del nostro non hanno un solo marchio di produttori, ma parecchi. Il nostro problema è aver, anni fa, concentrato e fatto di tutto per impedire che altri costruttori venissero in Italia".

Intanto stamattina la Fim Cisl ha comunicato che a partire dal 17 ottobre inizieranno "altre tre settimane di cassaintegrazione" allo stabilimento Fiat di Cassino. "L'ulteriore richiesta di cassa negli stabilimenti del gruppo Fiat riflette la nota situazione di calo di mercato ed evidenzia l'urgenza di interventi a sostegno del lancio di nuovi prodotti, in particolare per gli stabilimenti di Cassino e Melfi" ha spiegato il segretario nazionale della Fim Cisl e responsabile del settore auto, Ferdinando Uliano.

Sul fronte politico, a tenere la tensione alta sul fronte Fiat ci ha pensato Antonio Di Pietro. Il leader dell'Idv ha invitato il governo a smettere di "fare regali alla Fiat". Secondo i conteggi fatti da Di Pietro sul suo blog, infatti, al Lingotto sono andati "dal 1977 a oggi, quasi un miliardo e mezzo di euro", a cui vanno aggiunti gli aiuti sotto forma di cassa intergrazione, pari a "decine e decine di milioni di euro".

"Se tutte le aziende oneste italiane, quelle che non ce la fanno ad andare avanti nella crisi perché nessuno le aiuta, fossero trattate così non ci sarebbero la recessione, la disoccupazione, il crollo dei consumi, l`impoverimento generale" e "i problemi che stanno mettendo in ginocchio il nostro Paese sarebbero in gran parte risolti". Invece Di Pietro di dice "pronto a scommettere che il tanto strombazzato incontro di sabato tra Marchionne e il governo si concluderà, come al solito, con lo Stato che apre i cordoni della borsa e scuce alla Fiat i soldi che ha preso alla povera gente e alle imprese piccole e medie".

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