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Sabato, 20 Aprile 2024
Governo Renzi

Renzi alla prova della fiducia: la diretta dal Senato

"Non ho l'età". Il premier sale sullo scranno più alto di Palazzo Madama citando Gigliola Cinquetti. Il via al governo della rottamazione passa per la fiducia dell'Aula che vuole abolire

Non De Gasperi. Non Gramsci. E nemmeno Saragat. Matteo Renzi sale al Senato citando Gigliola Cinquetti: "Non ho l'età". Una battuta (mettiamola così) per rompere il ghiaccio del primo banco di prova del governo della rottamazione. Quello del cambio di verso. La prova della fiducia inizia così. E continua con un "in punta dei piedi" con il quale il premier cerca di avverare "grandi sogni per un Paese arrugginito". 

ADDIO SENATO - Quindi Renzi non perde occasione per ribadire l'intenzione di abolire l'assemblea così come la si conosce: "Vorrei essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia a quest'aula. Sono consapevole del rischio di fare questa dichiarazione di fronte a senatori che non meritano il ruolo di essere gli ultimi a dare una fiducia a un governo: ma non lo sta chiedendo un governo, lo sta chiedendo un Paese", e non è una proposta figlia di "un pregiudizio" ma di "un giudizio organico".

LE RIFORME - "Le riforme che il governo vuole realizzare inizieranno con la legge elettorale e la Costituzione, l'accordo raggiunto verrà rispettato "nei tempi e nei modi" ha proseguito il presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante il discorso al Senato: "Un pacchetto di riforme che parta naturalmente dalle riforme costituzionali ed elettorali sulle quali si è registrato un accordo che va oltre la maggioranza che sostiene questo governo e che rispetteremo nei tempi e nei modi".

VERSO LE ELEZIONI - Il Partito democratico "non ha paura di andare alle elezioni. "Noi - ha detto rivolgendosi ai senatori del M5s - siamo abituati, non abbiamo paura. In quest'anno che abbiamo ricevuto da voi presunte lezioni di democrazia, nelle ultime elezioni il Partito democratico si è sempre presentato e ha sempre vinto. Ce l'abbiamo nel nostro dna".

VIDEO"Vorrei essere l'ultimo premier a chiedere la fiducia del Senato""Non temo le elezioni""Siamo un paese arrugginito, occorrono sogni""Ha senso arrivare al 2018 solo se ci sarà cambio radicale""Non è facile avere un capo non democratico""Sblocco dei debiti della pubblica amministrazione e piano lavoro""Se falliamo è colpa mia"

LA DIRETTA DAL SENATO

PRIMA IL VOTO DELL'AULA -  La prima chiama del voto di fiducia si concluderà nella tarda serata. Sulla carta il governo guidato da Matteo Renzi parte da 172 voti favorevoli al Senato: la maggioranza assoluta a Palazzo Madama è fissata a quota 161 (la metà del plenum, cioè 320, senatori a vita compresi, più uno) anche se per ottenere il disco verde è sufficiente la maggioranza dei votanti.

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I NUMERI - Rientrati i dubbi dei sei senatori del Pd che fanno capo a Pippo Civati e quelli dei Popolari per l'Italia, il governo Renzi dovrebbe ottenere sulla carta almeno 172 voti: si tratta dei 107 del gruppo del Pd (al netto del presidente del Senato, Pietro Grasso, che non vota), dei 31 del Nuovo Centrodestra, degli 8 di Scelta Civica compreso il senatore a vita Mario Monti. Dodici voti a favore dovrebbero arrivare dal gruppo Per le Autonomie (vi siedono anche i senatori a vita Elena Cattaneo e Carlo Rubbia), 12 dai Popolari per l'Italia, due - quelli dei senatori a vita Carlo Azeglio Ciampi e Renzo Piano - dal gruppo Misto. Fin qui le certezze. Almeno sulla carta.

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