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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Il Fmi gela l'Italia: "Niente pareggio fino al 2017"

"Manca la crescita". Così il Fondo monetario internazionale boccia le politiche del governo Monti proprio nel giorno dell'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione

L'economia italiana si contrarrà sia nel 2012 sia nel 2013, con un pil in calo rispettivamente dell'1,9% e dello 0,3%. E l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 non potrà essere centrato prima del 2017. Ma una luce in fondo al tunnel della recessione, "più profonda rispetto" all'area euro nel suo complesso, si intravede: è alla fine del prossimo anno, quando nel quarto trimestre il pil del Belpaese crescerà dello 0,7%.

La fotografia, scattata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), è "troppo pessimista" per il direttore generale della Banca d'Italia Fabrizio Saccomanni, mentre la ripresa può avvenire "già dalla fine di quest'anno" se i tassi di interesse sul debito "si stabilizzeranno".

La mancata crescita, certo, peserà sui conti pubblici: l'Italia - certifica il Fmi - non centrerà il pareggio di bilancio nel 2013 e non lo farà fino al 2017. Nel 2013 "al netto degli effetti ciclici, l'Italia è in surplus e questo è molto importante", spiega Carlo Cottarelli, responsabile del Fiscal Monitor, secondo il quale il Fmi "sa di essere più severo sulle stime rispetto ad altre agenzie" e non bisogna concentrarsi troppo sui target. Sulle stime oltre il 2013 - evidenzia - "c'è incertezza sulla crescita": se l'Italia tornerà a girare, anche i conti pubblici miglioreranno e il governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti, dopo aver dato rassicurazioni ai mercati, si sta muovendo in questa direzione e ha già fatto molto.

Rapporto deficit/pil - Il deficit-pil italiano si attesterà quest'anno al 2,4% a fronte di un debito al 123,4%. Nel 2013 il deficit calerà all'1,5%, il terzo più basso dell'area euro, per arrivare all'1,1% nel 2017. Il miglioramento dei conti pubblici italiani dipenderà quindi da quanto l'economia italiana crescerà. Il contesto sta gradualmente migliorando ma "non dobbiamo farci illusioni. La ripresa è ancora fragile" spiega il direttore degenerale del Fmi, Christine Lagarde. Il Fmi rivede al rialzo le stime per l'economia globale al 3,5% per il 2012 e al 4,1% per il 2013. Ma avverte: i "rischi restano" e fra questi l'Europa è il maggiore. L'economia dell'area euro si contrarrà quest'anno dello 0,3% per tornare a crescere nel 2013 al +0,9%. Un tasso inferiore a quello degli Stati Uniti che realizzeranno quest'anno un +2,1% e nel 2013 accelereranno al 2,4%.

Crescita troppo bassa - "La crescita è bassa per le economie avanzate, soprattutto in Europa dove sul -0,3% del pil previsto per il 2012 pesano le contrazioni di Italia e Spagna", aggiunge il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, precisando che i mercati sembrano schizofrenici, da un alto chiedono il risanamento dall'altro calano quando il risanamento è approvato. "La disoccupazione resterà alta per qualche tempo", prosegue Blanchard. Nell'area euro il tasso si attesterà quest'anno al 10,9% e il prossimo al 10,8%. L'Italia sarà sotto la media europea, al 9,5% nel 2012 per poi salire al 9,7%. "Il 2012 sarà un anno molto difficile per l'Italia" con le riforme e gli aggiustamenti di bilancio ma - spiega Jorg Decressin, vice capo economista del Fmi - "L'Italia si metterà sulla traiettoria della crescita, che tornerà nel 2013". (ANSA)

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