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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Lavoro

Il ministro Fornero in difesa della riforma "Speravo nel consenso generale"

"Non sono stati calpestati diritti". Per questo, "non c'è motivo per creare tensioni sociali sull'articolo 18". Camusso: "Lacrime di coccodrillo"

Non c'è nessun motivo per creare tensioni sociali sul nuovo articolo 18, perchè non sono stati calpestati diritti. Lo ha sottolineato il ministro del Welfare, Elsa Fornero difendendo la riforma del Lavoro approvata dal Consiglio dei ministri.

La modifica, ha detto la Fornero, "non ci sembra sia un cambiamento che travolge i diritti, che calpesta i diritti. Non è un motivo per creare gravi tensioni sociali". "C'è un po' di rammarico da parte mia che la riforma non sia stata condivisa", ha aggiunto al forum di Confcommercio a Cernobbio. "C'è stata una concordia ricercata - ha detto - senza mai esasperare i toni", ha aggiunto. Il ministro ha sottolineato che la riforma ha raggiunto un punto di equilibrio tra "punti di vista diversi, diverse prospettive e interessi".

"Punto di equilibrio" - La riforma del lavoro "rappresenta un punto di equilibrio" e il ministro ha "sperato fino all'ultimo che potesse esserci un consenso generale" sul testo. "Oggi è particolarmente difficile licenziare. Nessuno può licenziare una persona per motivi discriminatori e cancellare l'articolo 18 non ha senso", ha sottolineato.

Sull'articolo 18 - La revisione dell'articolo 18 - ha spiegato il ministro - interviene quando "ci sono ragioni oggettive, aggiustamenti nel piccolo della manodopera perchè partiamo dal presupposto che non tutti gli imprenditori sono cattivi". "Quando c'è esigenza di aggiustamento di manodopera ci sarà un indennizzo relativamente alto", ha aggiunto.

Confronto "molto aspro" - Riguardo al confronto tra governo e parti sociali Fornero ha ammesso che è stato a "a volte molto aspro". "Il documento della riforma - ha affermato la Fornero - è stato preparato attraverso il dialogo con le parti sociali. Sono tre mesi che lavoriamo: un tempo che si può dire lungo se si considera la brevità della vita di questo governo, breve se si considera l'ambizione e la vastità dei temi che la riforma copre".

Ddl misto - Alla fine la scelta è caduta su un ddl 'misto': una parte di misure della riforma del mercato del lavoro saranno immediatamente operative - non appena il Parlamento lo avrà votato - altri articoli rimanderanno su specifiche materie ad una delega al governo. Una soluzione che circolava da diversi giorni, ma che solo la moral suasion di Giorgio Napolitano ha fatto preferire. Perchè anche nel Consiglio dei Ministri di ieri Mario Monti ha ribadito l'importanza di un ok rapido alla riforma, attesa dei mercati: lasciando intendere che l'opzione preferita restava quella del decreto. Ma l'opinione del Capo dello Stato ha fatto decidere per il disegno di legge. Tuttavia, il premier non rinuncia ad un'approvazione in tempi brevi, tanto da aver già avviato il pressing diplomatico per avere in Parlamento una sorta di corsia preferenziale, e con modifiche che siano solo "migliorative" del testo del governo. Alla fine la scelta è caduta sul ddl 'misto', con l'approvazione secondo la formula del 'salvo intese'. Ma attenzione, hanno chiarito da palazzo Chigi, il supplemento di tempo servirà solo a scrivere il testo tecnicamente concertandolo tra i vari ministri interessati ed evitando errori di drafting: non certo a riaprire la discussione con le parti sociali, nè a inserire da subito modifiche gradite al Pd.

Camusso: "Lacrime di coccodrillo" - Immediata, arriva la risposta del segretario Cgil Susanna Camusso, per la quale il ministro Fornero "aveva tutte le condizioni per non doversi rammaricare, quindi le trovo un pò lacrime di coccodrillo".

Sullo sciopero - "Abbiamo proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero che accompagnerà la discussione su questo provvedimento. Non c'è alcun elemento per far tornare indietro da questa decisione. Semmai è evidente che bisogna rafforzare di molto perchè si sta cercando di spostare la discussione".

 

 

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