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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Conte dopo gli Stati Generali tenta la mossa "a sorpresa": è sempre più saldo a Palazzo Chigi

Il premier prova di nuovo, a sorpresa, a ricucire col centrodestra (che pare infine disponibile a sedersi al tavolo): se riuscisse nell'intento sarebbe una forte legittimazione al suo operato. E le tensioni nei e tra i principali partiti di maggioranza, M5s, Pd e Italia Viva, non fanno altro che rafforzare giorno dopo giorno la posizione di Conte, unico collante possibile di questa maggioranza

Che cosa resta degli Stati generali? 82 incontri, ma non è stata una "passerella", e il premier Conte lo ribadisce a chiunque. Se c'è una figura che esce rafforzata dall'ultima settimana sembra essere proprio quella del premier: i contenuti degli incontri restano invece per adesso sullo sfondo. "Non è affatto sufficiente riformare il Paese, lo dobbiamo reinventare, perchè l'esperienza che abbiamo affrontato è stata troppo dura e la sfida che abbiamo di fronte è troppo impegnativa". Il premier Giuseppe Conte ha chiuso domenica a Villa Pamphilj gli Stati generali, otto giorni che, ha tenuto a dire, non sono stati una "passerella" come sostengono le opposizioni (ma dubbi sono stati espressi anche da parti della maggioranza) bensì otto giorni di "lavori molto intensi" in cui "non ci siamo chiusi, ma ci siamo aperti alla società civile. E' stato un clima proficuo, intenso. Abbiamo toccato con mano i problemi ma ci è stata restituita tanta energia e abbiamo toccato con mano anche tanto genio italico e resilienza".

Nascerà un piano di rilancio che il governo vuol chiudere già in una settimana, per avviare un confronto con le opposizioni. "Questo piano - ha sottolineato il premier Conte - rafforza me e i ministri nelle linee di intervento che abbiamo individuato in tre direttrici: modernizzare il Paese, avviare la transizione energetica, disegnare un'Italia più inclusiva". Conte ha quindi fatto alcuni esempi: il rafforzamento dei pagamenti digitali, chiesto dalle "parti sane" del Paese; lo sviluppo delle infrastrutture, a partire dall'Alta velocità; la diffusione della fibra per superare il digital divide; incentivi strutturali "per le imprese che hanno propensione alla digitalizzazione e al green"; un voucher per 500 donne che aspirano a diventare manager. La riduzione dell'Iva "è una delle ipotesi che abbiamo discusso, ma non abbiamo deciso anche perché è una misura costosa. Ma c'è preoccupazione sul fatto che non sia ripartito appieno quel clima di fiducia che fa innescare il circuito dei consumi. E' una misura allo studio, questa settimana sarà già decisiva per una prospettiva del genere". 

Resta il grido di dolore di imprese, professionisti e commercianti, che chiedono al governo interventi immediati. Restano tanti dubbi sui fondi europei, partita che Conte spera di chiudere al Consiglio europeo di metà luglio. "Il Recovery Fund sarà diretto a investimenti e riforme, sarà quello l'obiettivo. Stiamo lavorando su progetti per chiedere poi la copertura finanziaria e chiederemo un bridge", ciè un anticipo dei fondi rispetto al 2021. Bridge che però non sarà consistente, e per questo Conte preannuncia, di fatto, un nuovo scostamento di bilancio perchè "le misure predisposte sappiamo che non saranno sufficienti per reggere questo anno orribile dal punto di vista delle sofferenze sociali". Le risorse così ottenute saranno subito utilizzate, già a luglio, perché è chiaro "che le misure che abbiamo già predisposto, e che adesso stanno andando completamente a terra, non saranno sufficienti per reggere l'impatto di questo annus horribilis''.

A livello politico, le fibrillazioni non mancano ma Conte si mostra tranquillo a fronte delle tensioni nei e tra i principali partiti di maggioranza, M5s, Pd e Italia Viva. Proprio riguardo ai Dem, rispondendo a una domanda, Conte cerca di 'blindare' il segretario Nicola Zingaretti, che alcuni iniziano a mettere in discussione (il primo a farlo apertamente è stato il sindaco di Bergamo Gori proprio domenica). "Il Pd - ha sottolineato - è una forza consapevole del momento, affidabile, con un segretario che ha le idee chiare quando abbiamo un confronto. Non esito a sentirmi fiducioso per il lavoro che affrontiamo per i prossimi mesi e anche per la fine della legislatura perchè i progetti che abbiamo hanno un orizzonte pluriennale".

Sulla questione Autostrade, "ci avviamo verso una soluzione obbligata". Mai il premier Giuseppe Conte era stato così chiaro sul destino delle concessioni autostradali in capo ad Autostrade per l'Italia, società del gruppo Atlantia. Nella conferenza stampa finale degli Stati Generali, il presidente del Consiglio ha infatti ribadito che la proposta avanzata dal Atlantia per la chiusura del contenzioso, nato dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, è "inaccettabile" ed ha aggiunto che il dossier va ormai chiuso. "Stiamo parlando di Autostrade da troppo tempo - ha detto il premier -. Sul mio tavolo non ho una proposta accettabile. Ci avviamo verso una soluzione obbligata. Se in extremis arrivasse un'altra proposta saremmo obbligati doverosamente a prenderla in considerazione, ma per me il caso va chiuso e subito. Atlantia ha ragione - ha poi aggiunto parlando della lettera inviata dal gruppo alla Commissione europea, da questo punto di vista: non si può prolungare questa incertezza a lungo. Hanno richiesto una soluzione chiara e credo che come governo abbiamo il dovere di dare subito, nei prossimi giorni, una soluzione chiara".

Conte ha voluto poi "mandare un abbraccio ad Alex Zanardi per il suo coraggio e la sua forza d'animo, è l'esempio dell'Italia migliore che sa esprimere non solo grandi campioni ma grandi uomini". Ora affronta "l'ennesima prova, siamo con lui".

Il vero obiettivo di Conte ora è ricucire almeno formalmente lo strappo e riportare al tavolo di Palazzo Chigi l’opposizione di centrodestra. Sarebbe una forte legittimazione per Conte stesso e Forza Italia e Lega sembrano pronte ad accettare un eventuale invito. Il governo inviterà singolarmente le opposizioni a confrontarsi, già la prossima settimana, sulle misure necessarie per uscire dalla crisi. Le opposizioni "non hanno raccolto il mio primo invito" ma ne arriverà un secondo e "per evitare la sensazione di passerelle e di confronto confuso, penso sia meglio confrontarci seriamente con uno spazio dedicato a ciascuna forza. Spero che accoglieranno l'invito, confido di farlo a breve la prossima settimana". Quanto ai diversi accenti nel centrodestra, "stiamo notando tutti che Forza Italia sembrerebbe predisporsi a un confronto più dialogico ma confido che anche Lega e Fratelli d'Italia possano dedicarsi a questo confronto in tutta franchezza".

"Il centrodestra è unito e non bisogna perdere tempo: il governo convochi la coalizione. Se le intenzioni di Conte saranno finalmente serie, il centrodestra si presenterà insieme come avvenuto in passato". E' quanto si apprende da fonti della Lega, a proposito dell'annuncio, da parte del premier, di voler convocare separatamente i partiti di opposizione. Meloni invece frena per adesso: sull'annuncio di Conte di voler ricevere separatamente i tre leader, dice che "fino a prova contraria non è lui a decidere. Siamo una coalizione e ci presenteremo insieme, come è sempre stato. Anche il capo dello Stato quando riceve le forze politiche lascia a loro la scelta su come presentarsi, Conte invece tradisce ancora una volta la sua superbia".

Tutto accade mentre M5s e Pd affrontano questa delicatissima fase con poche certezze. Il Movimento 5 stelle diviso e per forza di cose indebolito dopo il rientro in scena di Alessandro Di Battista, che chiede apertamente un congresso e un cambio di strategia al suo partito. Il Pd è alle prese con le abituali frizioni interne, ora messe in piazza più che mai, come se il congresso fosse alle porte e non tra tre anni. Il sindaco di Bergamo Gori chiede una linea più incisiva su imprese e crescita, ma riaprire la corsa alla leadership Pd in questo momento indebolisce enormemente il centrosinistra. E poi c'è Italia Viva, che proponendo un suo candidato presidente in Puglia (Ivan Scalfarotto) spiana secondo qualcuno la strada al centrodestra: "Italia Viva apre la porta al rischio della vittoria dei populisti in Puglia. Questa è la verità che capiscono tutti. Ricordo che Scalfarotto è membro del Governo grazie ai voti dei 5 stelle, fa il sottosegretario del più autorevole ministro dei 5 stelle di un Governo voluto peraltro dal leader di Italia Viva. Contraddizioni imbarazzanti. In Puglia l'unica candidatura competitiva contro i populisti è quella di Michele Emiliano: indebolirla li aiuta" commenta il vicecapogruppo Pd alla Camera dei Deputati Michele Bordo.

I partiti al governo litigano tra di loro e al loro interno, indebolendosi a vicenda. Così la posizione di Conte a Palazzo Chigi si rafforza giorno dopo giorno (e tutti i sondaggi lo confermano), perché il premier sembra essere al momento l'unico collante possibile di una maggioranza debole che si prepara ad affrontare in apnea i prossimi difficili mesi. Conte resta e resterà premier fino al termine di questa legislatura, magari con convinzione sempre minore tra molti parlamentari di maggioranza,  ma alternative forti e credibili in questo momento non possono arrivare né dal Pd né dal M5s.

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