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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Braccio di ferro sul nome del premier: il governo "legastellato" non è così vicino

Dopo il via libera di Berlusconi, la palla passa a Salvini e Di Maio, che entro venerdì sera dovranno chiarire di fronte a Mattarella quali siano i piani per la formazione di un governo. Tutti tengono le carte coperte, non esiste al momento nessun "totonomi"

Via libera di Silvio Berlusconi al governo "legastellato". Arriva nella serata di mercoledì l'ok di Forza Italia "all'astensione benevola", che nel corso della giornata era apparso sempre più probabile. Ma l'accordo non c'è ancora, l'intesa appare lontana.

Berlusconi, non è appoggio esterno

Partiamo dal passo di lato di Berlusconi, che con equilibrismi complessi non rompe in ogni caso l'alleanza di centrodestra. Forza Italia non darà un appoggio esterno, limitandosi a valutare i singoli provvedimenti. "Non saremo l'alibi" di un eventuale fallimento, spiega Berlusconi. "Il Paese da mesi - sottolinea la nota di Fi - attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di centrodestra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato. Ne prendo atto".

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"Se un'altra forza politica della coalizione di centro-destra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinque stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali. In questo caso non potremo certamente votare la fiducia, ma valuteremo in modo sereno e senza pregiudizi l'operato del governo che eventualmente nascerà, sostenendo lealmente, come abbiamo sempre fatto, i provvedimenti che siano in linea con il programma del centro-destra e che riterremo utili per gli italiani".

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Salvini: "Grazie Silvio"

"Come promesso, stiamo lavorando fino all'ultima ora per far nascere un governo fedele al voto degli italiani. Tenuta salda per lealtà e coerenza l'unità del centrodestra, come da nota del presidente Berlusconi che ringraziamo, rimane da lavorare su programma, tempi, squadra e cose da fare". Così Matteo Salvini dopo la disponibilità del Cavaliere a non mettere veti al tentativo di accordo tra Lega e M5s per la formazione del governo. "Per me - aggiunge - sarebbe un onore guidare il paese. O si chiude veloce, o si vota".

Ultime notizie governo: incontro Salvini-Di Maio alla Camera

Dopo il "via libera" da parte di Silvio Berlusconi, incontro oggi alla Camera tra i leader di Lega e M5s, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, per formare il nuovo governo nelle 24 ore concesse in extremis dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Entrati direttamente al palazzo dei Gruppi di Montecitorio, i due si sono incontrati per avviare la trattativa per la formazione del nuovo esecutivo. "Iniziamo dai temi, poi i nomi. La cosa importante è il contratto di governo, ci sono soluzioni che gli italiani aspettano da 30 anni", afferma Di Maio. "Se c'è accordo si parte, altrimenti si vota", replica Salvini.

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"M5S-Lega governo di legislatura? Tutti lo dicono, e penso che non possano dire altro - ha detto Giovanni Toti di Forza Italia -. E' altrettanto evidente però che è difficile far durare per un'intera legislatura due programmi antitetici, i punti di compromesso non sono infiniti". "In questo governo Forza Italia non metterà ministri, non parteciperà, non sta preparando la piattaforma programmatica". Così il presidente della Regione Liguria esclude la possibilità di un coinvolgimento di Forza Italia al primo governo M5S-Lega. "Non so nel modo più assoluto quali ministri della Lega e dei 5 stelle stiano scegliendo, certamente non saranno di Forza Italia, se sceglieranno qualcuno sul mercato delle competenze, che ha simpatie per Forza Italia, non lo so, ma non è concordato", ha ribadito Toti.

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Di Maio: "Sono contento"

"Mi fa piacere che abbia prevalso la responsabilità e sono molto contento. Giovedì mattina ho intenzione di incontrare Matteo Salvini, ci sederemo al tavolo e inizieremo a parlare dei temi per il Paese. Poi dopo parleremo di nomi". Così Luigi Di Maio, leader M5S, a margine di una cena con deputati grillini e membri del suo staff dopo il via libera di Silvio Berlusconi al governo giallo-verde. "L'importante - ha aggiunto Di Maio - è il contratto di governo perché in quel contratto ci sono le cose che aspettiamo da 30 anni in Italia, le soluzioni ai nostri problemi e che non abbiamo visto per 30 anni. E' un momento importante ma abbiamo ancora tanto da fare perché dobbiamo mettere in piedi un contratto e una squadra di governo".

Il nodo premiership

Ora la palla passa a Salvini e Di Maio, che entro venerdì sera dovranno chiarire di fronte a Mattarella quali siano i piani per la formazione di un governo. Tutto sembra incagliarsi però di fronte alla scelta di un premier terzo che faccia da garante tra Matteo Salvini, Luigi Di Maio e anche in parte Silvio Berlusconi. 

Tutti i protaginisti tengono le carte coperte, addirittura non esiste al momento nessun toto-nomi. Il nome del leghista "saggio" Giancarlo Giorgetti sembra infatti già abbondantemente superato, perché si cerca una soluzione equidistante da Lega e M5s. Un nome fuori dai partiti. Secondo altre fonti invece Di Maio non avrebbe ancora rinunciato in toto all'idea di fare lui il premier, permettendo a Salvini e alla Lega le poltrone di ministeri di peso come Tesoro, Farnesina e Viminale. 

La verità è che un nome plausibile non c'è: e senza un premier gradito a tutti i protagonisti e credibile, il confronto è paralizzato, vuoto.

Altra incognita, il ruolo dei due leader: il segretario leghista e il capo politico del M5s non sarebbero infatti in sintonia sull'idea ventilata da alcuni osservatori di rimanere fuori entrambi dall'esecutivo, e anzi vorrebbero un ruolo di primo piano. Un puzzle complicato da comporre.

"Un governo lungo 5 anni"

In casa M5s ostentano ottimismo e Di Maio parla ai fedelissimi di un "governo di cinque anni", ossia di un esecutivo che duri tutta la legislatura. Un'ipotesi, allo stato attuale delle trattative, irrealistica.

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Oggi sarà una giornata di toni bassi, Salvini e Di Maio hanno guadagnato tempo, perché oggi Mattarella è impegnato con altri capi di Stato, oltre a Mario Draghi e Jean Claude Junker, a Badia Fiesolana, per un convegno dello European University Institute. 

E' venerdì il giorno decisivo.

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