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Sabato, 20 Aprile 2024
POLITICA

Rischio crisi per il governo Monti: il Pdl scarica il premier

Alta tensione nel governo, dopo le parole del ministro seguite all'annuncio del ritorno in campo di Berlusconi. Venti di crisi: il Pdl scarica il premier

ROMA - Prima le dichiarazioni di Berlusconi: "Il Paese è nel baratro, mi chiedono di tornare in campo". Poi la replica del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera: "Tornare indietro sarebbe controproducente".

Basta questo a far scricchiolare il governo Monti, con il Pdl che non digerisce la presa di posizione di Passera e non vota al Senato il decreto sviluppo-bis (e annuncia di fare lo stesso alla Camera sul dl Regioni) e il Pd che, attraverso le parole del presidente dei senatori Anna Finocchiaro, invita Monti "a recarsi al Quirinale".

Una giornata tribolata, insomma, con il partito del Cavaliere che di fatto ha lasciato la maggioranza, anche se Ignazio La Russa cerca di minimizzare ("La maggioranza c'è ancora, nonostante il "no" alla fiducia di oggi). Intanto, secondo alcune indiscrezioni trapelate dal vertice del Pdl tenutosi oggi a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi si prepara ad annunciare il ritorno in campo con un discorso in Parlamento.

"Se il principale partito della strana maggioranza che sostiene Monti non vota la fiducia - dice Finocchiaro - e lo fa in modo irresponsabile, in un momento delicatissimo per il Paese, vuol dire che il governo non ha più la maggioranza. Cosa succede in questi casi? Credo che Monti dovrebbe recarsi al Quirinale". Poco prima, il capogruppo Maurizio Gasparri in aula a Palazzo Madama aveva annunciato che il Pdl non parteciperà al voto in Senato sul decreto sviluppo e passerà a una "posizione di astensione nei confronti del governo". Detto, fatto.

OK AL DECRETO SVILUPPO - Anche il premier Mario Monti è arrivato oggi in aula, dove ha votato la fiducia al dl sviluppo. Il decreto ha avuto l'ok del Senato - con 127 sì - senza i voti del Pdl. Il governo, dunque, è salvo, almeno per il momento. Ma con una maggioranza così risicata c'è aria di crisi. Tutto ciò mentre lo spread torna a salire raggiungendo quota 322 e il Consiglio dei ministri affronta oggi il delicato decreto legge sull'incandidabilità dei condannati.

IL PDL NON VOTA NEMMENO ALLA CAMERA - Il Pdl si asterrà anche alla Camera nel voto di fiducia sul dl sulle spese di Regioni ed enti locali. L'annuncio viene dal capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, che spiega: "Sulla base di una valutazione politica che va al di là del merito del provvedimento, sui costi della politica negli enti locali, come gruppo parlamentare abbiamo deciso di astenerci sul voto per marcare la nostra posizione fortemente critica sulla politica economica del governo".

IL PDL NON VOTA LA FIDUCIA: IL VIDEO

INTERVIENE NAPOLITANO - "Nelle prossime ore farò gli accertamenti necessari ma la tenuta istituzionale del Paese è fuori questione". Così il presidente Napolitano interviene a cercare di sedare la situazione innescata dalla doppia astensione del Pdl su due voti di fiducia al governo Monti. "E' necessario cooperare responsabilmente a un'ordinata, non precipitosa e convulsa conclusione della legislatura e dell'esperienza di governo avviata nel 2011", ha detto Napolitano rivolgendosi al direttivo dell'Anci che è riunito in Campidoglio. "Sappiamo - ha aggiunto - che l'imminente conclusione della legislatura e quindi l'avvicinarsi delle elezioni per il Parlamento stanno suscitando crescenti tensioni tra le forze politiche da oltre un anno impegnate nel sostenere un governo cui non partecipassero esponenti dei partiti".

E' una sorta di "rappresaglia", nemmeno tanto velata, quella del centrodestra. Un segnale al governo, dice Gasparri. In aula, il senatore Gramazio ha chiesto addirittura le dimissioni del ministro Passera. In mattinata, ad Agorà su Rai3, quest'ultimo aveva detto, replicando alle dichiarazioni del Cavaliere: "Qualunque segnale che faccia pensare all'estero che l'Italia torni indietro invece che fare passi avanti è controproducente. Non posso entrare nelle dinamiche dei singoli partiti ma come Italia dobbiamo dare la sensazione che il Paese va avanti. Tutto ciò che può fare immaginare al resto del mondo, ai nostri partner, che si torna indietro non è bene per l'Italia".

LE REAZIONI - Dopo il voto in Senato che sta facendo tremare il governo, il Pd ha confermato la sua lealtà a Monti, come ha dichiarato il segretario Pier Luigi Bersani aggiungendo che il Pdl sta "scaricando" sulle istituzioni i suoi problemi e "la situazione è problematica". "La parola che abbiamo dato un anno fa la teniamo fino alla fine. Il governo può aspettarsi delle critiche ma terremo gli impegni". Il presidente del Senato Renato Schifani ha commentato duramente il voto sul dl crescita: "Oggi al Senato è accaduto un fatto non indifferente: vedremo gli sviluppi. Terrò informato Napolitano del contenuto degli interventi che ci sono stati in Aula, a cominciare da quello di Finocchiaro. Per quanto attiene ai miei doveri - ha sottolineato - non mi sottrarrò sul da farsi". Quindi Schifani ha auspicato "punti di intesa che favoriscano una fine della legislatura con il massimo della condivisione". "La decisione del Pdl di non votare la fiducia al governo è un atto irresponsabile con cui vogliono mascherare la loro crisi e il fallimento politico di Silvio Berlusconi". Lo ha affermato il presidente dei senatori dell'Udc, Gianpiero D'Alia. "Il governo è morto, bisogna prenderne atto, approvare a legge di stabilità e poi andare subito al voto". E' stato invece il lapidario commento del senatore della Lega, Roberto Calderoli, riferendosi alla decisione del Pdl di non votare la fiducia posta dal governo sul decreto crescita in aula al Senato.
 

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