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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

M5s-Pd, un'alleanza che è (già) sull'orlo di una crisi di nervi: processo a Di Maio

L'annuncio del M5s: "Alle prossime regionali corriamo da soli". In casa pentastellata si mette davvero in discussione la leadership di Di Maio: ha parlato Bugani, fedelissimo di Casaleggio. Aumentano le preoccupazioni del Quirinale sulle divisioni della maggioranza

Dopo la delusione in Umbria, il M5s torna a correre da solo. L'alleanza con il Pd non è più in programma per le prossime importanti tornate elettorali locali in Calabria e in Emilia Romagna. Le voci di lunedì e martedì si sono trasformate in una certezza: una delle poche certezze per un Movimento 5 stelle in netta difficoltà: il ruolo di Di Maio viene apertamente messo in discussione.

M5s: "Alle prossime regionali corriamo da soli"

"Oggi con il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio è stato un incontro molto positivo. Siamo siamo tutti concordi, sia come parlamentari che come consiglieri regionali che hanno svolto un ottimo lavoro in questi cinque anni,  nel presentarci da soli, senza fare alleanze con i partiti, in occasione delle prossime regionali in Emilia-Romagna. E’ stato inoltre ribadito che le uniche alleanze che valuteremo di fare saranno quelle con le liste civiche:  lo dichiarano in una nota i parlamentari emiliano-romagnoli del Movimento 5 Stelle dei gruppi di Camera e Senato Stefania Ascari, Alessandra Carbonaro,  Vittorio Ferraresi, Gabriele Lanzi, Marco Croatti, Michela Montevecchi, Maria Edera Spadoni, Giulia Sarti, Maria Laura Mantovani, Carlo De Girolamo, Davide Zanichelli al termine dell'incontro con Luigi Di Maio.

Non è più in dubbio quindi l'orientamento pentastellato di correre da soli,  o al massimo assieme a delle liste civiche, senza riproporre il tandem con il Pd come in Umbria, dove il centrodestra ha travolto il acndidato sostenuto dalle forze del governo giallorosso.

M5s-Ps, un'alleanza già sull'orlo di una crisi di nervi

Un'occhiata ai giornali di oggi dà l'idea del clima tutt'altro che sereno che si respira in maggioranza. Secondo Repubblica aumentano le "preoccupazioni del Quirinale" sulle divisioni della maggioranza di governo. "Fate pace o si vota", è il titolo di apertura che sintetizza il pensiero del Colle più alto rispetto alla situazione politica: se cade il governo si va al voto non sono possibili "formule politiche ulteriori" per il Quirinale. E chi si illude di poter tenere in vita la legislatura confidando nel referendum confermativo del taglio dei parlamentari la prossima primavera-estate dovrà rassegnarsi: si andrebbe alle urne molto prima, con le vecchie regole, cioè con il Rosatellum per eleggere un Parlamento di 945 membri, "perché il Paese non può aspettare".

"I grillini processano Di Maio": apre così oggi Stampa che riporta l'idea che si farebbe strada in M5s di un documento per cambiare lo statuto rendendo la leadership contendibile. Le acque sono tutt'altro che calme in casa M5s. L'assemblea dei deputati di ieri sera era chiamata a dirimere il nodo del capogruppo. Non è andata così. Va segnalato che erano presenti solo metà dei deputati pentastellati. Vani i tentativi di mediazione di un gruppo di deputati, come Sergio Battelli e Adriano Varrica, con una fumata nera su un eventuale accordo per una sola "squadra" in gara per il direttivo (al momento restano in lizza per il ruolo di capogruppo Francesco Silvestri e Raffaele Trano). Allo stesso modo resta intatto lo Statuto del gruppo della Camera, che non prevede alcun abbassamento del quorum da quello richiesto alla prima votazione: la maggioranza assoluta. Venerdì secondi l'Ansa ripartirà l'iter per l'elezione del capogruppo, con il rischio del perdurare dello stallo.

Gallo (M5s): "In Umbria operazione sbagliata"

"L'alleanza in Umbria? L'ha proposta Di Maio, io ero contrario". Luigi Gallo, deputato M5s e presidente della commissione Cultura alla Camera, considerato vicino a Roberto Fico, fa il punto della situazione dopo il crollo alle urne in una intervista al Corriere della sera. "Avevo già denunciato - prosegue - che si trattava di un'operazione sbagliata. La scelta di allearsi è stata fatta da Di Maio, insieme a un consigliere regionale, con scarsa condivisione con gli altri. Poi c'è stato il voto su Rousseau, con il sì del 60 per cento. Ma io ho votato no".

"Perché si è fatto tutto troppo in fretta, non c'erano le condizioni per stare insieme senza prima decidere cosa fare insieme", spiega Gallo. Alle prossime Regionali "penso che bisogna continuareatenere aperto il dialogo. Promuovere una sfida positiva al centrosinistra e tenere alta l'asticella. Confrontarci con il Pd e anche con le civiche, purché non create all'ultimo minuto". "Faccio l'esempio della Campania. Il Pd è disponibile a chiudere gli enti privati che gestiscono l'acqua e passare a una società pubblica? È disponibile ad aprire impianti di compostaggio? Bisogna sfidarli sui programmi", osserva Gallo. In Emilia il Pd, però, ha già pronto Bonaccini. "Non voglio parlare di candidati. Vediamo prima se riusciamo a far convergere il Pd sui nostri temi identitari, per esempio su una corretta gestione delle partecipate", ragiona il pentastellato.

"Io - ribadisce - sostengo la posizione di Beppe Grillo, che ha indicato la rotta quest'estate e l'ha ribadita anche a Italia 5 Stelle. Serve un piano di 10-20 anni per affrontare insieme le sfide ambientali e sottrarci alla destra, che punta solo sulle paure dei cittadini e sull'uomo solo al comando". Quanto a un eventuale passo indietro di Di Maio, Gallo osserva: "Non mi appassiona più il tema della leadership. Secondo me ha anche stancato i cittadini, che vorrebbero far emergere altri temi. Parliamo di criminalità organizzata, di sicurezza anche nelle scuole". E sul premier Giuseppe Conte dice: "Trovo che Conte sia un buon presidente del Consiglio. Apprezzo che voglia investire in istruzione e scuola e spero che ci riuscirà".

Boccia (Pd): "Se il governo ha stesse liturgie di quello precedente, non ha senso"

Ancora avanti con i 5 Stelle. Francesco Boccia, ministro dem agli Affari regionali, pensa positivo e sull'alleanza non ha dubbi nemmeno dopo la "sberla" in Umbria, ma sprona Luigi Di Maio a metterci più coraggio e a Renzi dice: "Non salga in cattedra, il Pd non ha bisogno di lezioni". "Il centrodestra - spiega Boccia in una intervista al Corriere della Sera - non esiste più, in Italia c'è una destra nazionalista e sovranista. Per fronteggiarne la deriva serve quella alleanza sociale di cui parlo dal 2013. Sul territorio i 5 Stelle non sono mai andati benissimo. Di Maio deve crederci, gli chiedo il coraggio di affrontare insieme i temi sociali e il tempo necessario a costruire una prospettiva".

Per Boccia "siamo partiti tardi e l'Umbria era la regione più difficile per una sperimentazione. Il Pd nonostante la scissione subìta ha retto, perché siamo un partito strutturato. Agli elettori dei 5 Stelle e ai nostri dico che, se fossimo andati divisi, sarebbe finita molto peggio".

"L'alleanza nazionale - aggiunge - non è in discussione, se affronta di petto i problemi degli italiani. Ma se i 5 Stelle si impauriscono alla prima elezione in cui vanno male, le tensioni si creano ed è un errore. I rapporti umani sono eccellenti, il clima in Consiglio dei ministri è cordiale e costruttivo. Le tensioni sono più dentro le vecchie coalizioni e negli assetti interni dei partiti. Se si fanno le cose il governo è in buona salute e l'alleanza con i 5 Stelle ha senso farla in tutta Italia. Se invece il governo ha le stesse liturgie di quello precedente, siamo tutti d'accordo con Zingaretti che il governo non ha senso".

Bugani, fedelissimo Casaleggio: "Il capo politico non può avere su di sé un carico di responsabilità infinite"

Ha parlato anche Max Bugani, attuale capo-staff della sindaca di Roma, Virginia Raggi, ma soprattutto membro dell`associazione Rousseau di Davide Casaleggio, di cui è un fedelissimo, in una intervista al Fatto quotidiano. Bugani non parla praticamente mai a caso, ed è molto ascoltato, in primis dai parlamentari M5s.

"In Umbria - osserva - la sconfitta era scontata. In quella regione fino a ieri eravamo stati i primi avversari del Partito democratico, innanzitutto sullo scandalo sanità. Non era esattamente il luogo più facile da cui partire con degli accordi locali".

Qualcosa potrebbe cambiare davvero a breve anche in seno al M5s, leggendo quel che Bugani dice nemmeno troppo tra le righe. "In Emilia-Romagna - ricorda Bugani - non c`è ancora nulla di giallorosso, non so neppure se il M5S presenterà una lista. Di sicuro quel che abbiamo costruito in questi 15 anni non potrà più tornare. Ha esaurito la sua spinta dopo aver raggiunto obiettivi incredibili, non replicabili. Quindi bisogna riprovarci. Al di là delle scelte che verranno prese, si apre comunque una nuova fase". Quanto a Luigi Di Maio, Bugani dice: "Io sostengo da tre anni che serve una struttura per velocizzare i processi decisionali in un Movimento con così tanti eletti. Il capo politico non può avere su di sé un carico di responsabilità infinite. Nella situazione attuale, passa da eroe a bersaglio a seconda dei momenti. E non va bene".

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