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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ignazio Marino si è dimesso da sindaco di Roma

Dopo una giornata campale, con il pressing del suo stesso partito, Ignazio Marino ha annunciato le proprie dimissioni, "sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni"

"Mi dimetto. Dal lavoro che ho impostato passa il futuro della città". Con queste parole Ignazio Marino ha comunicato le proprie dimissioni da sindaco di Roma.  Dopo una lunghissima giornata, dopo un logorante tira e molla, tra minacce e mozioni, tra "resisto" e "dovete sfiduciarmi", il sindaco Marino ha detto basta: "Mi dimetto". Ora ha venti giorni per (ri)pensarci e lo sottolinea lui in una lunghissima nota indirizzata ai "cari romani e care romane".

DUE ANNI E MEZZO DA SINDACO - "L’ho fatto avendo come unica stella polare l’interesse della Capitale d’Italia, della mia città. Quando, poco più di due anni e mezzo fa mi sono candidato a sindaco di Roma l’ho fatto per cambiare Roma, strappando il Campidoglio alla destra che lo  aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire l’ingresso di attività criminali anche di tipo mafioso - scrive Ignazio Marino - Quella sfida l’abbiamo vinta insieme. In  questi due anni ho impostato cambiamenti epocali, ho cambiato un sistema di governo basato sull’acquiescenza alle lobbies, ai poteri anche criminali. Non sapevo –  nessuno sapeva – quanto fosse grave la situazione, quanto a fondo fosse arrivata la commistione politico-mafiosa. Questa è la sfida vinta: il sistema corruttivo è  stato scoperchiato, i tentacoli oggi sono tagliati, le grandi riforme avviate, i bilanci non sono più in rosso, la città ha ripreso ad attrarre investimenti e a  investire. I risultati, quindi, cominciano a vedersi. Il 5 novembre su mia iniziativa il Comune di Roma sarà parte civile in un processo storico: siamo davanti al giudizio su una vicenda drammatica che ha coinvolto  trasversalmente la politica".

"ROMA DEVE ANDARE AVANTI NEL CAMBIAMENTO" - "La città è stata ferita ma, grazie alla stragrande maggioranza dei romani onesti e al lavoro della mia giunta, ha resistito, ha reagito. Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani - prosegue Marino nella sua nota - Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento".

COSA SUCCEDE CON LE DIMISSIONI DI MARINO

"CONDIZIONI POLITICHE" - "Ma esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso. Queste condiioni oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche", scrive l'ex sindaco. "Questi i motivi e il quadro in cui si inseriscono le mie dimissioni. Nessuno pensi o dica che lo faccio come segnale di debolezza o addirittura di ammissione di colpa per questa squallida e manipolata polemica sulle spese di rappresentanza e i relativi scontrini successivamente alla mia decisione di pubblicarli sul sito del Comune".

 

Piazza divisa in Campidoglio: manifestazioni pro e contro il sindaco Marino @ INFOPHOTO

"MI IMPORTA DEI CITTADINI" - Chi volesse leggerle in questo modo è in cattiva fede. Ma con loro non vale la pena di discutere. Mi importa che i cittadini – tutti, chi mi ha votato come chi no, perché il sindaco è eletto da una parte ma è il sindaco di tutti – comprendano e capiscano che – al  di là della mia figura – è dal lavoro che ho impostato che passa il futuro della città. Spero e prego che questo lavoro – in un modo o nell’altro – venga portato avanti, perché non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo  l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio”.

VENTI, LUNGHI GIORNI - C'è attesa quindi per i prossimi venti giorni di verifiche annunciati da Marino. Una verifica seria. In quel passaggio infatti può nascondersi, come scrive RomaToday, lo scenario di quel che accadrà nei prossimi giorni. L'intenzione di Marino è far allentare la pressione e andare a caccia di chi può ancora stare con lui. Allontanare il pressing per parlare, in maniera schietta e onesta, con quei pezzi di maggioranza che hanno dimostrato, anche oggi, di essere ancora dalla sua parte. Scaduti i venti giorni si procederà al commissariamento, con pole Franco Gabrielli. A lui il ruolo di traghettatore verso il Giubileo e verso le elezioni della prossima primavera. Nel Pd le grandi manovre sono già iniziate e le truppe si stanno già schierando.

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