Ilaria Capua si dimette da deputato: "La fine di un incubo, vado al lavorare in America"

Ilaria Capua lascia la poltrona da parlamentare e va in America. Lei, scienziata inserita, nel 2007, dalla rivista Scientific American tra i cinquanta ricercatori più importanti del mondo, e inclusa nel 2008 dalla rivista Usa Seed tra le cinque "revolutionary minds" era stata scelta da  Mario Monti nel 2013 quando ha schierato una pattuglia di intellettuali, docenti universitari e imprenditori sotto il simbolo di Scelta Civica, 67 deputati alla Camera, una ventina al Senato, ago della bilancia per la soffertissima vittoria di Bersani su Berlusconi.

Tre lunghi anni a Montecitorio pieni di amarezze: dalla mancata nomina a sottosegretario alla Salute nel governo Letta fino alla non conferma nel ruolo di vicepresidente della commissione Cultura, nel luglio 2015, a causa dell’indagine per un presunto traffico illecito di virus. Prosciolta ma minata nella credibilità. "È stato per me un incubo senza confini - scrive la deputata nella lettera di dimissioni -  Il parlamentare che non è credibile viene attaccato, anche in maniera strumentale e le sue battaglie perdono energia vitale".

Travolta dagli scandali in Italia, considerata un genio in America: Ilaria Capua, con un team di ricercatori dello Zooprofilattico delle Tre Venezie, nel 2006 ha individuato un ceppo dell’aviaria e invece di brevettare quella scoperta l’ha resa pubblica senza incassare le royalties come alcune case farmaceutiche avrebbero preteso.

E proprio in America Ilaria Capua tornerà a lavorare: "Devo recuperare la sofferenza e la lucidità e la fiducia in me stessa e per usare al meglio il tempo a mia disposizione" ha detto annunciando di aver accettato la direzione di un centro di eccellenza di ricerca in Florida.  Sulla richiesta di dimissioni di Capua l'Assemblea di Montecitorio si è espressa con il voto segreto con 238 sì e 179 no.

A Ilaria Capua subentra nel seggio a Montecitorio Domenico Menorello, avvocato padovano cattolico legato all’area Cl, al gruppo dell’ex ministro della Difesa Mario Mauro, cresciuto con Formigoni e Lupi a Milano. Ex vicesindaco e assessore al Traffico a Padova, è uno dei "padri" del tram elettrico, prima osteggiato e poi realizzato con orgoglio, anche se a farlo circolare è stata la coppia Rossi-Zanonato.