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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Mattarella convoca Salvini, ma non si parlerà dei soldi della Lega

E' previsto per lunedì 9 luglio l'incontro tra il Presidente della Repubblica e il vicepremier, ma il colloquio non riguarderà le decisioni della magistratura. Di Maio: “Non siamo contro i pm”

Lunedì 9 luglio alle ore 12 il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrerà il vice presidente e ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Lo si apprende da una nota dell'Ufficio Stampa del Quirinale, specificando che saranno escluse dall'oggetto del colloquio valutazioni o considerazioni su decisioni della magistratura. Il riferimento è alla sentenza della Cassazione che ha ordinato il sequestro di qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega fino alla somma di 49 milioni di euro.

Tanto che il segretario del Carroccio, all'indomani del verdetto dei giudici, aveva rivolto un appello al Colle. "Sarà Mattarella a decidere se ci sono in ballo la libertà di espressione e la democrazia o se è tutto normale", aveva annunciato Salvini, chiedendo di incontrare il Capo dello Stato. Per poi, dopo qualche ora, aggiustare il tiro: "Io chiedo e poi attendo la fissazione di una data per parlare delle tante cose belle che stiamo facendo qui al Viminale", aveva spiegato Salvini, cambiando le finalità del colloquio.

Finalità ribadite oggi dal vicepremier via Facebook: "Lunedì a mezzogiorno incontrerò il Presidente Mattarella. Avrò il piacere di spiegargli le tante cose fatte nel mio primo mese da ministro, per mantenere le promesse, per difendere i confini, per proteggere gli italiani e riportare ordine, rispetto e tranquillità in Italia. Ora e sempre #primagliitaliani".

Di Maio: “Non siamo contro i pm”

 “La questione delle correnti nella magistratura è stata affrontata da tutti. L’opposizione che ora si scandalizza, nelle linee guida del 2014 parlava della necessità di superarle. L’idea non è quella di creare una corrente unica. Bisogna assicurare la pluralità, ma fare in modo che le scelte nel Csm siano legate agli obiettivi della giustizia e non a interessi di corrente”. Lo afferma Luigi Di Maio, vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, in una intervista a ‘Repubblica’ a proposito delle polemiche seguite alle dichiarazioni di Matteo Salvini e poi del sottosegretario Jacopo Morrone.

“La magistratura – spiega – deve fare il proprio lavoro e noi non l’abbiamo mai attaccata, ma ci siamo sempre permessi di dire che, ad esempio, i magistrati che entrano in politica non possono tornare a fare i giudici”. Il ministro Bonafede ha detto che certe reazioni ricordano la seconda Repubblica, quindi Berlusconi. Lei è d’accordo o no? “La questione – replica il vicepremier – va affrontata per quello che è: la magistratura ha tutti gli strumenti per trovare quei soldi qualora ci siano. Salvini ha detto che sono stati spesi. Io non ho nessun imbarazzo perché questa storia riguarda i tempi in cui la Lega era guidata da Umberto Bossi. Perché non mi chiede dell’inchiesta sul governatore della Basilicata Pittella? Bisogna spezzare il legame tra politica e manager della sanità. Lo abbiamo detto in campagna elettorale e lo faremo: la salute dei cittadini non sarà mai più merce di scambio”.

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