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Giovedì, 25 Aprile 2024
Trattativa Stato - Mafia

Panorama pubblica le intercettazioni di Napolitano. E scoppia il caos

Quello che doveva essere uno scoop, più o meno discutibile, del settimanale di casa Berlusconi si è trasformato in un caso politico e giornalistico. E, dopo le critiche su quello che molto hanno definito un "ricatto al Presidente", Panorama si difende: "E' l'ipocrisia dei media"

"Una ricostruzione esclusiva delle telefonate tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino". E' l'annuncio di Panorama sul sito internet del settimanale. Le intercettazioni sono bollenti. "Si tratta di giudizi e commenti taglienti su Silvio Berlusconi, Antonio Di Pietro e su parte della magistratura inquirente di Palermo".

In pochi minuti da questo annuncio, scoppia la bufera. Prima politica. Quindi giornalistica. Infine istituzionale. Tutti contro Panorama. Tutti contro il settimanale di Berlusconi e il tentativo di "ricattare a sua volta", come scrivono alcuni giornali, da Repubblica al Fatto Quotidiano, il presidente della Repubblica.

La nota del Quirinale, poi, è lapidaria: "La pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il capo dello Stato è risibile".Tutto messo nero su bianco in un comunicato stampa dopo l'articolo pubblicato su "Panorama" e relativo alle telefonate intercorse tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e Nicola Mancino. Il titolo della copertina: "Ricatto al Presidente", e il catenaccio: "La verità sulle intercettazioni che scottano".

Napolitano: "Siamo all'apice delle insinuazioni" - "La campagna di insinuazioni e sospetti - si legge - nei confronti del presidente della Repubblica ha raggiunto un nuovo apice con il clamoroso tentativo di alcuni periodici e quotidiani di spacciare come veritiere alcune presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il capo dello Stato e il senatore Mancino. Alle tante manipolazioni si aggiungono, così, autentici falsi" prosegue nella nota il Quirinale.

"A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica - si conclude - spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante". Anche perché il presidente della Repubblica "non ha nulla da nascondere ma valori di libertà e regole di garanzia da far valere" e per questo "ha chiesto alla Corte costituzionale di pronunciarsi in termini di principio sul tema di possibili intercettazioni dirette o indirette di suoi colloqui telefonici, e ne attende serenamente la pronuncia".

La risposta di Panorama - Dal settimanale, però, non ci stanno e colgono la palla al balzo per attaccare tutto e tutti. In primis, il "sistema antiberlusconiano" accusato di "amare le intercettazioni solo quando fanno comodo".

“Panorama - si legge sul sito internet del settimanale - rompe i giochi, dice fine ai giochetti, porta alla luce il ricatto al Quirinale delle “brigate del nulla”. Come? Dicendo la verità. Rivelando quello che da settimane circola negli ambienti “bene informati” (come usa dire) e confermato da diverse fonti: i contenuti (o parte dei contenuti) delle famose telefonate tra il presidente Napolitano e l’ex ministro dell’Interno, Nicola Mancino. Tema: il tentativo dei Pm di Palermo di scrivere la storia della presunta trattativa Stato-mafia".

"In quelle conversazioni vi sarebbero anche giudizi espliciti e poco lusinghieri di Napolitano sui Pm di Palermo e su leader politici, in particolare Antonio Di Pietro e Silvio Berlusconi (le intercettazioni, a quanto pare tra novembre 2011 e aprile 2012, cadono a cavallo della crisi di governo). L’esistenza delle intercettazioni, rivelata da “Panorama”, è stata confermata dal pm Nino Di Matteo a “Repubblica”, e pone oggettivamente la presidenza della Repubblica in una condizione di “ricattabilità” potenzialmente devastante per gli equilibri istituzionali e politici. Questi i fatti".

"Nessuno, per la verità, a sinistra o anche ai vertici delle istituzioni aveva sollevato il problema della rivelazione, diffusione e pubblicazione delle intercettazioni, comprese quelle prive di elementi penalmente rilevanti, quando vittima era il presidente del Consiglio in carica, Silvio Berlusconi. Adesso, invece, il problema si pone eccome. Perché tocca il Quirinale. Ed è sollevato proprio da quanti per anni, a sinistra, hanno vissuto a pane e intercettazioni. Il valzer dell’ipocrisia è evidente oggi sui giornali".

Attacco ai media concorrenti - "Oggi non leggerete praticamente nulla sulle rivelazioni di “Panorama” su giornali come “La Stampa” e “Il Messaggero”, diretti da ottimi professionisti candidati a dirigere il Tg1. Sul “Corriere della Sera” potrete invece scorrere un breve articolo del cronista considerato il più fedele interpretate (portavoce?) del Quirinale, Marzio Breda, il “quirinalista” per antonomasia. Il quale però fa un danno al suo quotidiano, a se stesso e a Napolitano nel momento in cui sottolinea che l’annuncio di “nuove rivelazioni” esce “sul settimanale della famiglia Berlusconi, Panorama”. Perché allora dovrebbe ricordare che il foglio sul quale scrive rappresenta alcuni poteri forti, e li rappresentava anche quando l’avviso di garanzia contro Berlusconi nel 1994 comparve in prima pagina sul “Corsera”, prima ancora che Berlusconi lo ricevesse, nel pieno di un convegno internazionale sulla criminalità organizzata a Napoli, e provocò la  caduta del governo. E dovrebbe ricordare che da quell’accusa anni dopo, perché così (non) funziona la giustizia in Italia, Berlusconi fu dichiarato innocente (“non ha commesso il fatto”)".

Fuoco sul Fatto Quotidiano - "Il Fatto Quotidiano, che vive della pubblicazione quotidiana di indiscrezioni giudiziarie, intercettazioni e annunci o illustrazione di inchieste e ha sempre obbedito alla regola principe della deontologia professionale (la tutela della fonte), stavolta incredibilmente e minacciosamente scrive: “Lasciando alla valutazione dell’Ordine dei giornalisti, se ne avrà voglia, l’attribuzione a fonti anonime delle parole intercettate del presidente della Repubblica che ci rimanda alle peggiori veline dei servizi degli anni Settanta, etc. etc.”.

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