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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

L'Italia contro l'Isis: "Pronti a combattere"

I jihadisti conquistano terreno e dalla Farnesina non hanno dubbi: non possiamo accettare una minaccia terroristica attiva a poche ore di navigazione dall'Italia. Ma c'è il pericolo che nei barconi dei migranti possano confondersi dei terroristi

"L'Italia è pronta a combattere nel quadro della legalità internazionale", perché non si può accettare l'idea che "una minaccia terroristica sia attiva a poche ore di navigazione dall'Italia". Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha dichiarato pubblicamente. L'avanzata dell'Isis infatti continua: le truppe dei jihadisti sono arrivate a Sirte, un importante porto del Mediterraneo in Libia, a 300 miglia marine dall'Italia.

Nonostante il coraggio annunciato, Gentiloni è preoccupato: è "una situazione che minaccia l'Italia", dice avvertendo che se la mediazione dell'Onu in corso dovesse fallire, siamo "pronti a combattere, in un quadro di legalità internazionale". Sono parole dure, in linea con l'invito, rinnovato proprio in queste ore, agli italiani a non recarsi nel Paese. "Per ora sono solo farneticazioni terroristiche", ha aggiunto, ricordando le dichiarazioni dell'Isis sulla conquista di Roma e sulla bandiera nera in piazza san Pietro, ma "non le possiamo sottovalutare. La situazione si sta deteriorando".

GLI ITALIANI IN LIBIA - Diversi ancora i connazionali in Libia. L'Eni ha fatto sapere che il suo personale è limitato "ad alcuni siti operativi offshore", mentre resiste il presidio, seppure ridotto all'osso, nell'ambasciata italiana a Tripoli, l'ultima forza internazionale presente. Non si hanno invece ancora notizie di Ignazio Scaravilli, il medico catanese scomparso dalla capitale libica il 6 gennaio.

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