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Venerdì, 29 Marzo 2024
TERRORISMO

L'Isis torna a minacciare l'Italia: "Guerra senza fine"

Messaggio ai miliziani: "Dominerete tutta l'Africa e presto entrerete a Roma". E intanto per il ministro Pinotti "l'Italia è pronta ad assumersi le sue responsabilità contro la minaccia dei jihadisti"

ROMA - Nuove minacce dell'Isis all'Italia. Presto "dominerete tutta l'Africa ed entrerete Roma, con il volere dell'onnipotente Allah": così si chiude un messaggio dello Stato islamico indirizzato "ai soldati del califfato in Libia, oggi è il vostro giorno", rilanciato sul web da un sostenitore dei jihadisti. Il testo del comunicato dell'Isis è stato postato ieri in versione pdf da un utente con enorme seguito - Ghareeb Alikwan - sul suo account @vbvbvbvb28.

Il messaggio rivolto ai "soldati del Califfato in Libia" lancia accuse al governo parallelo di Tripoli e alle milizie islamiste che lo appoggiano, definendoli "miscredenti" e "totalmente sottomessi al volere di Turchia, Qatar e America". "Ed ecco il governo di Tripoli - esordisce il comunicato - che mobilita le sue forze tra Fratelli Musulmani e Fajr Libia (milizie islamiste) ed altri gruppi per combattere lo Stato Islamico a Sirte". Poi il governo "laico" di Tobruk viene definito "apostata". "Coloro che governano Misurata - ammonisce il messaggio, prima di concludere con la "promessa" di arrivare in pochi anni al dominio di tutta l'Africa e a Roma - devono sapere: se osate combattere lo Stato islamico a Sirte sarete costretti ad una guerra senza fine nel vostro feudo".

L'APPELLO DELL'OCCIDENTE - Il governo italiano, intanto, ribadisce il suo impegno per una forte azione diplomatica in ambito Onu per risolvere la situazione in Libia. Lo ribadisce l'esecutivo al termine di un vertice a Palazzo Chigi per fare il punto su quanto sta accadendo oltre il Mediterraneo. Presenti il premier Matteo Renzi, i ministri Gentiloni, Alfano e Pinotti, e il sottosegretario Minniti. "Nessuno ha mai pensato a bombardare da soli o a fughe in avanti. Siamo coerenti con la richiesta di un'iniziativa Onu visto che da un anno sottolineiamo la priorità libica a tutti i livelli", aveva detto il premier prima del vertice a Palazzo Chigi. Nessuna fuga in avanti ma cautela è anche la posizione del Quirinale per il quale è fondamentale la presenza di un quadro internazionale, con il ruolo dell'Onu, per ogni iniziativa prossima sulla Libia.

Ecco il volto del "califfo"

"I governi di Francia, Italia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti condannano fermamente tutti gli atti di terrorismo in Libia. L'efferata uccisione di 21 cittadini egiziani, da parte di terroristi affiliati all'Isis, sottolinea ancora una volta l'impellente necessita' di una soluzione politica del conflitto". E' quanto si legge in una dichiarazione congiunta.  Il processo di dialogo sponsorizzato dalle Nazioni Unite per la formazione di un governo di unità nazionale "costituisce la speranza migliore per i libici". La comunità internazionale "è pronta a sostenere pienamente un governo di unità nazionale per affrontare le sfide attuali della Libia".

"L'ITALIA E' PRONTA" - Ieri sera, intervenendo a "Porta a Porta" su Rai1, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha ribadito che "l'Italia è pronta contro la minaccia dell'Isis a assumersi le sue responsabilità: ho ricordato che in Afghanistan abbiamo mandato cinquemila militari, ma possiamo avere anche più di 5mila uomini, dipende dalle esigenze e dal tipo di missione: siamo in grado di rispondere a situazioni diverse, anche impegnative e rappresentare l'Italia come un paese che non è in grado di difendersi è sbagliato". Il ministro ha ricordato che "di fronte all'orrore di queste esecuzioni e al problema di una Libia fuori controllo il rischio di propagarsi dell'Isis è una realtà: dobbiamo pensare a come difenderci in generale, prima di tutto - ha concluso - per aiutare le popolazioni che sono su quel terreno". "L'Italia partecipa da sempre a missioni di stabilizzazione, ma non c'è dubbio che" la guerra che ha portato alla destituzione di Gheddafi "è stato un intervento assai frettoloso le cui conseguenze le paghiamo anche oggi", ha proseguito la Pinotti, precisando che l'intervento armato avverrebbe solo "all'interno di una legittimità internazionale e non senza un accordo tra le due fazioni che ci sono in Libia a Tripoli e Tobruk". "Nessuno vuole battere i tamburi di guerra e nessuno ha delle volontà di interventismo, ma una Libia in guerra può diventare un altro punto di forza del Califfato: non voglio farmi mettere l'elemetto, ma dobbiamo aiutare la Libia e la diplomazia deve sentirne l'urgenza in questo momento", ha aggiunto il ministro.

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"IL TEMPO NON E' INFINITO" - "Mentre il negoziato muove i primi passi, la situazione in Libia si aggrava. Il tempo non è infinito e rischia di scadere presto". L'allarme arriva dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nel corso di un'informativa alla Camera. Gentiloni ha anche sottolineato come sia "evidente il rischio di saldatura tra gruppi locali e Daesh, che richiede la massima attenzione". "L'unica soluzione alla crisi libica è quella politica", ha detto il ministro degli Esteri. "Non vogliamo - ha aggiunto - avventure e tanto meno crociate. Chiediamo alla comunità diplomatica di aumentare gli sforzi". "Il deterioramento della situazione sul territorio impone un cambio di passo da parte della comunità internazionale prima che sia troppo tardi". Dalla riunione del Consiglio di sicurezza, ha affermato, "ci attendiamo la presa di coscienza al Palazzo di vetro della necessità di raddoppiare gli sforzi per favorire il dialogo politico". "La crisi in Libia - ha proseguito - si presenta oggi con un grave deterioramento del quadro di sicurezza, evidenziato con attacco all'Hotel Corinthia, a ripetute incursioni in campi petroliferi e da ultimo dalla barbara uccisione di 21 cristiani-copti a Sirte: tale quadro ci ha portato a decidere la chiusura della nostra ambasciata, l'ultima rimasta aperta a Tripoli".

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