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Martedì, 19 Marzo 2024
Politica

Italia batte Germania: "Sarà Roma a salvare l'Unione Europea"

Merkel bocciata: "Il no a tutto non convince più". Il gota della finanza scommette sulla leadership italiana: non solo politica, ma anche economica, dell'intero continente europeo

Il numero di telefono di Palazzo Chigi come nuovo numero di riferimento per l'Europa: il gota della finanza mondiale scomette sulla leadership italiana per salvare il prestigio comunitario. Ne è convinto Anatole Kaletsky, capo economista di GaveKal Dragonomics, un gruppo finanziario di Hong Kong che gestisce miliardi di dollari in asset asiatici e statunitensi, commentando per il quotidiano inglese The Guardian gli effetti della rivoluzione in atto nell'Unione Europea dopo la Brexit. 

Una bocciatura per il cancelliere tedesco Angela Merkel e il suo proverbiale "No a tutto" che finisce per indebolire la capacità di guida dell'Unione Europea, attirando così il disinteresse dei grandi centri di potere trasnazionali. Il "Nein zu Allem", come riferito dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, è la risposta tedesca standard per tutte le iniziative economiche volte a rafforzare l'Europa: un esempio su tutti il no al finanziamento dei programmi per i rifugiati in Europa, Nord Africa e Turchia attraverso una emissione di obbligazioni europee - scrive Anatole Kaletsky - un'idea efficiente e a basso costo avanzata anche da finanzieri leader come George Soros".

"La Merkel mentre ha costantemente proclamato la sua passione per 'il progetto europeo' ha danneggiato la UE più di qualsiasi altro politico vivente imponendo la propria prepotenza sulla Grecia, il suo sostegno per sovvenzioni per il carbone, il suo supporto di case automobilistiche tedesche e una cattiva gestione del contratto di Minsk in Ucraina". 

Dopo l'autoesclusione del Regno Unito e la bocciatura della Germania, con la Francia paralizzata dalle elezioni presidenziali e la Spagna in stallo politico e impossibilitata a formare un governo, per gli analisti non resta che puntare sull'Italia che "dopo aver dominato la politica e la cultura dell'Europa ora è trattata come uno Stato periferico. Tuttavia l'Italia sta riprendendo il suo ruolo di fonte delle migliori idee per l'Europa, sia nella leadership politica e, anche più sorprendentemente, in economia".

GLI ESEMPI POSITIVI. Sugli allori degli economisti Mario Draghi, etichettato come il "più creativo e propositivo" presidente di una Banca Centrale: suo il merito di aver salvato l'Euro aggirando con il meccanismo del Quantitative Easing le norme del trattato di Maastricht. Pollice in su anche per il ministro delle finanze Pier Carlo Padoan "protagonista di una silenziosa ribellione contro l'economia pre-keynesiana del governo tedesco e della Commissione europea,con la presentazione di un programma di stimoli fiscali più forti e coerenti rispetto a qualsiasi altro leader UE, tagliando le tasse e mantenendo i livelli di spesa pubblica, a dispetto dell'austerity invocata da Berlino".

Incontro Renzi-Merkel a Berlino | Infophoto

IL RITORNO DEL BEL PAESE. Visti dagli investitori stranieri l'Italia è tornata ad avere adeguati livelli di fiducia dei consumatori e delle imprese anche grazie alle migliori condizioni di credito e di incremento del Pil. Un plauso del mondo della finanza anche al piano architettato da Padoan per finanziare la ricapitalizzazione delle banche che ha avuto proprio ieri il disco verde da Bruxelles.

LA LEADERSHIP DI RENZI. Il declino politico di Berlusconi e l'inconsistenza della Lega Nord, secondo il gota della finanza, pone nella figura di Matteo Renzi "l'unica leadership possibile capace di attuare le indispensabili riforme del sistema pensionistico e del mercato del lavoro". Il mondo della finanza non ha dubbi: "la scommessa giustà è quella di puntare su una nuova generazione di leader italiani agili e astuti che scalzeranno i goffi dinosauri tedeschi e le loro regole obsolete che stanno portando l'Unione Europea verso la disgregazione".

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