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Venerdì, 19 Aprile 2024
Esteri

L'Italia vota "Sì" per la Palestina all'ONU: scontro con Israele

Il Governo Monti ha deciso per il voto favorevole alla richiesta della Palestina di entrare a far parte degli stati considerati "osservatori permanenti" delle Nazioni Unite. Il Pd: "Bene così"

Rischia di aprire una crepa nei rapporti tra Italia e Israele la decisione del Governo Monti di votare per il "Sì" alla richiesta della Palestina di essere riconosciuta come stato 'osservatore permanente' delle Nazioni Unite.

E' direttamente l'ambasciatore israeliano a Roma, Naor Gilon, a spiegare all'agenzia TmNews di sentirsi "molto deluso" per la decisione. "Una delusione che è ancora maggiore quando viene da buoni amici come l'Italia".

Ci ha pensato poi il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, a rincarare la dose con una lettera inviata direttamente al premier Mario Monti: "Desidero farmi interprete dei sentimenti della grande maggioranza degli ebrei italiani i quali ritengono che solo trattative dirette tra lo Stato di Israele e l'Autorità nazionale palestinese possano far compiere passi decisivi al processo di pace, che invece sarebbe indebolito da iniziative unilaterali e non preventivamente concordate sia presso le Nazioni Unite, che presso altri organismi internazionali".



La decisione italiana - è invece la spiegazione del governo - è parte integrante "dell'impegno del governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l'obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento. A questo fine, il governo si è adoperato in favore della ripresa del dialogo e del negoziato, moltiplicando le occasioni di incontro con le parti coinvolte nel conflitto medio-orientale, in particolare da parte del presidente del Consiglio, ricevendo conferma della loro volontà di riavviare il negoziato di pace e giungere all'obiettivo dei due Stati".

Di plauso alla scelta del governo è invece il messaggio che arriva dal centrosinistra italiano, in particolare da Lapo Pistelli, responsabile esteri del Pd: "Si tratta di una scelta in linea con il ruolo politico che l'Italia deve e dovrà esercitare sempre di più nel Medio Oriente. Una scelta - aggiunge Pistelli - che il Partito democratico aveva sostenuto in Parlamento e che il segretario Pier Luigi Bersani ha ribadito anche ieri in televisione. Il Pd dunque sostiene la decisione del governo italiano sul voto alle Nazioni Unite. Auspichiamo e lavoreremo affinchè questo riconoscimento dei moderati palestinesi possa riaprire la stagione del negoziato".


In un messaggio diffuso in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha detto: "Sessantacinque anni fa l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò la risoluzione 181, proponendo la spartizione del territorio sottoposto a mandato (Palestina) in due Stati. Da troppo tempo è attesa la soluzione dei due Stati, per il cui conseguimento si sono impegnati sia i palestinesi sia gli israeliani".



Stamane il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è detto convinto che "la decisione dell'Onu non cambia nulla sul terreno. Non farà progredire la creazione di uno Stato palestinese. Al contrario, lo allontanerà", ha affermato da Gerusalemme.



La Germania ha deciso alla fine di astenersi, secondo quanto annunciato dal ministro degli Esteri Guido Westerwelle. Stessa cosa per la Gran Bretagna e la Lituania. Voteranno sì invece Francia, Spagna e Austria. A favore della risoluzione presentata dall'Anp, oltre all'Italia, ci sono anche Danimarca, Norvegia, Russia, Svizzera e Turchia. I contrari sono Stati Uniti e Israele.



Un'eventuale approvazione della risoluzione rappresenterebbe una vittoria diplomatica per i palestinesi, dopo quella ottenuta lo scorso autunno all'Unesco, con l'ingresso a pieno titolo della Palestina nell'organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura.

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