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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Iraq

Il Parlamento ridiscuterà l'impegno dei militari italiani in Iraq

Sinistra Italiana apre la fronda nel governo e chiede di ritirare i nostri soldati dall'Iraq dopo l'escalation tra Usa e Iran. Fratoianni: "Ridefinire l'agenda dell'esecutivo"

"La follia di Donald Trump mette a rischio i nostri soldati. Bisogna ridefinire le ragioni della nostra presenza in Iraq". La stoccata viene dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che intervistato dall'agenzia Dire punta a proporre al Parlamento il ritiro del contingente italiano dopo l'escalation tra Usa e Iran.

Proprio nelle prossime settimane il Parlamento italiano sarà chiamato a discutere il rinnovo dell'autorizzazione e del finanziamento delle missioni internazionali. In particolare ad Erbil i nostri militari sono impegnati nell'addestramento delle forze di sicurezza irachene del Kurdistan. Ma militari italiani sono presenti anche a Baghdad e a Kirkuk dove gli uomini delle Forze speciali addestrano i militari iracheni dell'antiterrorismo, gli agenti della polizia federale irachena e le Forze speciali delle Forze di sicurezza curde.

"Ma cosa fanno ora i nostri soldati? Sono costretti a spostarsi da una base all'altra - sostiene Fratoianni - Hanno sospeso l'attività di addestramento delle truppe irachene. Dunque qual è la funzione della nostra missione? È necessario ridiscuterne e ritirare i soldati dall'Iraq e prendere una posizione molto netta di condanna dell'azione americana", aggiunge il leader di Sinistra Italiana.

Per Fratoianni la situazione internazionale deve essere al centro di una verifica di governo per ridefinire l'agenda dell'esecutivo. "Serve un'iniziativa più netta e decisa in campo internazionale" spiega.

L'equilibrismo di Di Maio (e del M5s) sulla Libia e sulle tensioni tra Usa e Iran 

E a chi gli chiede se i parlamentari della Sinistra fanno appello anche ai parlamentari M5s che su questa materia hanno dimostrato consonanza con le posizioni dei progressisti, Fratoianni osserva che "tutti devono essere chiamati alla responsabilità di una grande discussione in Parlamento.

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