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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Italicum, Bersani sfida Renzi: "Adesso non hai più i numeri"

L'ex segretario del Pd minaccia lo scontro in Aula: "Non sono così convinto che abbia i numeri per approvare l'Italicum. Se non ti fidi del tuo partito è la fine"

"Non sono così convinto che abbia i numeri per approvare l'Italicum. A partire dalla commissione Affari costituzionali. Ne dovrà sostituire tanti di noi per arrivare al traguardo. E se continuerà a fare delle forzature, io stesso chiederò di essere sostituito". Il messaggio che Pier Luigi Bersani lancia al premier dalle colonne di Repubblica è fin troppo chiaro: se la legge elettorale rimane com’è la minoranza del Pd è pronta ad andare allo scontro. E Renzi  potrebbe uscirne con le ossa rotte e la maggioranza monca. 

"Vediamo se si fa carico del problema - spiega l’ex segretario del Pd - Noi abbiamo detto: concordiamo alcune modifiche e poi votiamo l'Italicum tutti insieme sia alla Camera sia al Senato. E lui che dice? Non mi fido. Ho trovato questa risposta offensiva, molto più di tante battutine personali che riserva a chi dissente. Non mi fido di Berlusconi, lo puoi dire. Ma se non ti fidi del tuo partito, è la fine".

Il paletto resta sempre quello delle preferenze. "Fanno schifo anche a me - prosegue Bersani - io sono per i collegi. Ma tra nominati e preferenze, scelgo le seconde. Se non piacciono a Renzi mi chiedo perché non aboliscono le primarie dove le preferenze raggiungono l'apice. Dicono: ma diventano uno strumento del malaffare. Allora io dovrei pensare che tanti parlamentari del Pd li ha portati qui la mafia?".

E sul futuro della legislatura Bersani vede nero. "Avete visto i dati sulla disoccupazione? Ci siamo ancora dentro e non è detto che gli elettori vorranno uscirne con Renzi e con il Pd. Non dimentichiamo l'esempio di Parma. Disaffezione per la politica, crisi economica e al ballottaggio vincono i 5 stelle. E' il modello che vogliamo per l'Italia? Se l'onda è questa, io non la seguirò". 

Insomma la minoranza Dem fa sul serio. Pochi giorni fa era stato Massimo D’Alema a minacciare la rottura.  Il Pd, ha spiegato l’ex premier parlando all’assemblea 'A sinistra nel Pd', a Roma, "è gestito come un partito personale, con gradi di arroganza", e visto che questo è l’unico "modo di intendere" di Renzi, chi dissente deve rispondere con "intransigenza: non lanciando ultimatum, ma assestando colpi, quando necessario, capaci di lasciare un segno". 

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