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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Italicum, l'ora della verità: "Questa è #lavoltabuona"

I componenti della minoranza Pd cercano di allargare il dissenso contro Matteo Renzi. Le opposizioni seguono una linea comune, ma il premier ostenta serenità. L'Italicum è alla volata finale

ROMA - E' la settimana decisiva per la riforma elettorale? Alla domanda risponde con un tweet il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi: "Secondo me questa è l'ultima #lavoltabuona". Il voto finale per il via libera all'Italicum dovrebbe arrivare in serata, ma la volata alla Camera si annuncia infuocata tra le scelte delle opposizioni e il dissenso interno al Pd con i "dissidenti".

I membri della minoranza democratica si sono incontrati stamattina per decidere se votare contro o non votare. Matteo Renzi ostenta serenità: "Nel Pd litighiamo - dice - ma poi ripartiamo tutti insieme". I renziani puntano innanzitutto a far sì che la soglia in Aula non scenda sotto la maggioranza assoluta di 316 deputati anche se il rischio, al momento, sembra davvero lontanissimo. In mattinata il gruppo dei 'ribelli' decide se tramutare il dissenso in un voto contrario o in un non voto al testo anche se "l'orientamento prevalente è votare contro", spiega Alfredo D'Attorre, sottolineando come il dissenso "potrebbe allargarsi".

"L'allargamento" potrebbe investire fino ad una decina dei cinquanta esponenti di Area Riformista che, al momento della fiducia, annunciarono con un documento la loro "responsabilità" e che voteranno si' alla legge. I 'no' (o il non voto) all'Italicum, nel Pd, potrebbero essere così tra i quaranta e i cinquanta: numeri che non intaccano la possibilità che la legge passi ma che, se le opposizioni resteranno in Aula per votare contro, potrebbero far scendere la maggioranza almeno a 330.

Per le opposizioni, invece, la strategia è ancora tutta da decidere. Sembra quasi tramontata l'idea di chiedere il voto segreto, mentre resta il bivio tra l'Aventino e il votare contro. Il gruppo di Forza Italia si riunirà per serrare i ranghi anche contro la spinta 'riformista' dei (pochi) verdiniani, mentre nel corso della giornata forzisti, Sel, M5S, Fdi e Lega cercheranno una linea comune provando un asse anche con i dissidenti democratici.

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