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Sabato, 20 Aprile 2024
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Di Maio e l'elenco dei cattivi giornalisti, scoppia la rabbia: "E' una lista di proscrizione"

Dopo la consegna da parte del vice presidente della Camera all'Ordine dei giornalisti dell'elenco dei cronisti "colpevoli" di infangare il Movimento 5 stelle scoppia il caso sulla libertà di stampa. Iacopino (Odg): "Demonizzazione generalizzata". Ma Di Maio non arretra: "Dovrete chiederci scusa, come il New York Times con Trump"

ROMA - Nome, cognome e testata giornalistica per la quale lavorano. E' la lista che Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati, ha inviato al presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino. Per l'esponente del Movimento 5 stelle è l'elenco dei giornalisti che giocherebbero a diffamare la creatura di Beppe Grillo. Per il presidente della categoria, invece, è una sorta di lista di proscrizione. Questione di punti di vista. Una cosa però è certa: l'intera categorie si sta letteralmente rivoltando contro la lettera inviata da Di Maio a Iacopino, bollata dal presidente dell'Odg come "azione di demonizzazione generalizzata dei giornalisti". 

Qui sotto il video con cui Di Maio ha annunciato la consegna della lettera all'Ordine dei giornalisti

In occasione dell'incontro - spiega Iacopino - l'ho invitato a far sì che gli esponenti del M5S non proseguano in una azione di demonizzazione generalizzata dei giornalisti, manifestandogli il timore che questo clima possa determinare conseguenze dolorose che questo nostro Paese ha già subito in anni non lontani. (...) Ho chiesto all'on Di Maio di desistere dall'intenzione di presentare querele o di avviare azioni civili nei confronti dei giornalisti, invitandolo a riflettere sul fatto che quella strada trasmette la sgradevole sensazione di un tentativo di intimidazione, con l'obiettivo - inaccettabile per chiunque abbia a cuore la libertà di informazione, diritto essenziale dei cittadini - di condizionare i colleghi che hanno il dovere di raccontare i fatti che accadono.

LA RABBIA DELL'ODG - Ma quello che "non è accettabile", sottolinea il presidente dell'Ordine dei giornalisti, sono le "liste di proscrizione. Mi dolgo soltanto per il fatto che nella pubblicazione della lettera inviata all'Odg (il cui contenuto sarà valutato dagli organismi competenti) non siano stati omessi i nomi dei colleghi che il M5S accusa di comportamenti non corretti. In tale modo" conclude "sembra una lista di proscrizione con un messa all'indice - che nulla ha a che vedere con diritti che si lamenta siano stati lesi - che rischia di vanificare le buone intenzioni di seguire le procedure previste dalle norme interne all'Odg".

LA FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA - A rincarare la dose contro il vicepresidente della Camera è Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi, che denuncia come "in uno stato di diritto è legittimo che chi si ritiene diffamato da un giornalista si rivolga alla magistratura o al competente ordine professionale. Quello che non è accettabile sono invece le liste di proscrizione e le intimidazioni. L'iniziativa dell'onorevole Luigi Di Maio è un tentativo maldestro di screditare un'intera categoria professionale, mettendo all'indice tutti i cronisti che in questi giorni stanno raccontando con rigore e dovizia di particolari le inchieste della magistratura in cui è coinvolta la sindaca di Roma".

Si tratta - prosegue Lorusso - di un'altra trovata mediatica pensata per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da quanto sta venendo fuori dalle inchieste. Qualcuno, peraltro, avrebbe dovuto spiegare all'onorevole Di Maio che in uno stato di diritto nessuno, neanche gli odiati giornalisti, può essere distolto dal proprio giudice naturale. Non sappiamo se lo abbia fatto per ignoranza o per simpatia personale, ma il suo esposto è stato consegnato nelle mani della persona sbagliata. Il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti non è infatti competente ad occuparsi del suo esposto perché è giudice di secondo grado. E' come se si volesse cominciare un processo direttamente dalla Corte d'Appello.

I SINDACATI DEI GIORNALISTI - E i sindacati di categoria? Se possibile sono ancora più duri nel bollare l'elenco di Di Maio come una "lista di proscrizione". Per Stampa romana i giornalisti "fanno oggi, con la guida del Campidoglio pentastellata" quello che "hanno fatto ieri con la guida Pd di Ignazio Marino". Fanno "quello che la stampa fa in un Paese libero". Da qui l'attacco al vice presidente della Camera "per  il fondamentale ruolo istituzionale che riveste dovrebbe saperlo in quanto garante di un principio sancito dall'articolo 21 della nostra Costituzione". 

Screditare l'informazione e dei giornalisti in particolare genera un'allarmante sfiducia fra i cittadini verso uno dei pilastri della democrazia che tutti difendiamo (...) e limenta un disorientamento sempre più diffuso nel lettore che da noi tutti si aspetta obiettività e rigore.

E DI MAIO? - Finita qui? Niente affatto. Il vice presidente della Camera non ha alcuna intenzione di abbassare il tiro, anzi. Così, in piena bufera mediatica, su Facebook ha rilanciato il suo attacco alla stampa tornando a paragonare, per l'ennesima volta, il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo all'exploit di Donald Trump negli Usa. 

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