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Giovedì, 28 Marzo 2024
Caso Lusi

Lusi, il Senato dice sì all'arresto

Si è conclusa con 155 voti a favore e 3 contrari la votazione per decidere in merito alla richiesta d'arresto dell'ex tesoriere del partito di Rutelli. Il Pdl non ha partecipato al voto

Il Senato ha detto sì all'arresto di Luigi Lusi, parlamentare ex Pd ed ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto circa 20 milioni di euro dalle casse della formazione politica allora guidata da Francesco Rutelli.

Il bilancio della votazione è di 155 voti favorevoli e 3 contrari.

A nulla è valsa, quindi, l'arringa difensiva del senatore: "Chiedo mi venga riconosciuto il diritto dei comuni cittadini ad un giusto processo".

L'ex tesoriere della Margherita ha chiesti, invasno, che non si cercasse "un capro espiatorio" per "soddisfare chi evoca, strumentalmente, i 'forconi' della piazza".

Pdl: "Non partecipiamo al voto" - Dopo una riunione fiume del gruppo Pdl al Senato, la decisione dei parlamentari azzurri è quella stata quella di non partecipare al voto: "Non dobbiamo dare alcuna sponda alla sinistra, non ci devono essere strumentalizzazioni su questo voto", ha spiegato Angelo Cicolani.

La decisione di lasciare l'Aula al momento del voto è frutto di una sofferta mediazione nel Pdl, che ha evitato una spaccatura del gruppo del Senato. Secondo quanto si è appreso il vicecapogruppo del PdL Gaetano Quagliariello ha minacciato le dimissioni per la fronda interna che era favorevole al voto segreto (ma lui "nettamente" smentisce). Quagliariello e Gasparri per evitare questa spaccatura hanno deciso per l'uscita dell'Aula dei senatori del gruppo.

Lega Nord: voto favorevole - "Le Lega nord voterà si alle richieste di arresto del senatore Lusi", lo ha annunciato a nome del carroccio il senatore Roberto Mura, ricordando che già nella Giunta delle immunità la lega aveva votato a favore alle richieste del pm. "In questo caso - sottolinea Mura - non c'é fumus persecutionis".

La difesa di Lusi - "In un momento difficilissimo di crisi finanziaria sento il dovere di pronunciare parole di scuse personali, consapevole della necessità di un gesto di riparazione", ha spiegato Lusi nel suo intervento in Aula. "Su questo caso c'é stata una campagna di stampa che non ha risparmiato né chi vi parla, né altri, soffermandosi su fatti di costume, penalmente irrilevanti. Su questi ultimi, in un momento difficilissimo sento il dovere di scusarmi".

Quindi il senatore ex Pd oggi Gruppo misto chiede che gli venga riconosciuto il diritto di accedere alle garanzie di un giusto processo senza inutili e fuorvianti misure afflittive senza inutili forzature che possono momentaneamente appagare l'antipolitica, tranquillizzare chi vuole un capro espiratorio o trovare un colpevole per tutte le stagioni dentro quella che invece è una complessa vicenda ultradecenale".

Dalla difesa all'attacco - "Resta singolare la minaccia all'indagato di essere accusato sia di reticenza, se non parla, sia di calunnia, nel caso in cui parlasse" ha aggiunto Lusi. "Non è mai stato dato che dei dirigenti di partito inondino le tv con dichiarazioni per cui non avrebbero mai saputo alcunché sull'attività gestionale del proprio partito", afferma l'ex tesoriere.

"Non è credibile che il tesoriere da solo abbia preso ogni decisione di spesa per 314 milioni, usando tra l'altro per 90 volte il bonifico che è il più tracciabile dei pagamenti, questo non solo non è credibile ma non è materialmente possibile".

"Per quanto attiene alle responsabilità penali, chiedo solo che mi venga riconosciuto il diritto, proprio dei comuni cittadini non parlamentari, di accedere alle garanzie di un giusto processo, senza inutili e fuorvianti misure afflittive dal sapore inevitabilmente punitivo e persecutorio; senza inutili e devastanti forzature che possano momentaneamente appagare la crescente ondata della antipolitica".

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