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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

M5s, 30mila sì alla svolta europeista ma per Di Maio è solo una "scelta tecnica"

Eurodeputati liberali francesi e tedeschi pronti a bloccare l'adesione dei grillini al gruppo liberale: "Guy Verhofstadt ha perso quella piccola possibilità che aveva di fare un accordo con i socialisti e diventare presidente del Parlamento europeo. Comunque andranno le cose, il gruppo Alde è come se non esistesse più"

La maggioranza degli attivisti del Movimento 5 Stelle ha scelto di lasciare il gruppo degli euroscettici dell'Efdd di Farage per unirsi al gruppo europeista dei liberali dell'Alde. Sono stati 31.914 i sì al clamoroso cambio di prospettiva in seno al parlamento europeo della delegazione di eurodeputati: sono stati 40.654 gli iscritti certificati che hanno partecipato al voto, e il 78,5%  ha votato per la mozione caldeggiata del leader Beppe Grillo mentre 6.444 attivisti hanno votato per la permanenza nell'EFDD e 2.296 per confluire nel gruppo europeo dei non iscritti (una scelta che avrebbe ridotto il drappello pentastellato all'insignificanza a Bruxelles. 

Ma quello che appare un passaggio cruciale anche nell'ottica delle elezioni del prossimo 17 gennaio rischia di essere minato dalla mossa dei liberali, francesi e tedeschi in primis che osteggiano l'entrata nei grillini in quello che diventerebbe il terzo gruppo per rappresentanza in seno all'Europarlamento. 

&Molti di noi non possono concepire che un gruppo che ha sempre fatto della coerenza europeista la sua bandiera possa fare una scelta come quella di accogliere il movimento politico di Beppe Grillo" spiega l'eurodeputata Marielle de Sarnez. "Per approvare la modifica del gruppo serve la maggioranza di due terzi: ad essere contrari non sono solo i francesi, ma anche i tedeschi - ha spiegato de Sarnez - Con questa mossa Guy Verhofstadt ha perso quella piccola possibilità che aveva di fare un accordo con i socialisti e diventare presidente del Parlamento europeo. Inoltre, da domani sera, comunque andranno le cose, il gruppo Alde è come se non esistesse più. Se, infatti, ci sarà l'ingresso del Movimento 5 Stelle, molti di noi ne trarranno le conseguenze", lasciando intendere che sarebbero in tanti ad abbandonare il gruppo.

LE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO. Se di "scelta tecnica" parla il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è altresì vero che l'eurodeputato del Movimento 5 Stelle, David Borrelli, considerato fra i principali promotori dell'alleanza con il gruppo dei liberali al Parlamento europeo sarà uno dei tre vicepresidenti esecutivi del gruppo Alde, guidato dal belga Guy Verhofstad.

Ed è proprio sulla figura del leader dell'Alde, Guy Verhofstadt che va inquadrato il movimento degli europarlamentari. Non solo quindi il "disinteresse" dell'Ukip verso le tematiche europee dopo la Brexit: nel grande accordo europeo pesa la partita dell'elezione del nuovo presidente dell'Europarlamento dopo che il presidente Martin Schulz si è candidato a deputato del Bundestag tedesco nelle politiche del prossimo autunno. 

L'ex premier belga Verhofstadt ha bisogno di voti per le elezioni del 17 gennaio che lo vedranno sfidare proprio due italiani: l'eurodeputato Pd Gianni Pittella candidato per i socialisti europei, e il forzista Antonio Tajani che guida il partito popolare europeo. In questa partita appare evidente l'accordo "tecnico" con l'M5s, un partito che si dice contrario agli Stati Uniti d'Europa nel lungo periodo e propone un irrituale referendum sull'euro in Italia, che a Strasburgo si trova a sedere sotto l'egida di Verhofstadt, federalista europeo, uno dei più convinti sostenitori degli Stati Uniti d'Europa.

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