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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Di Maio-Grillo, nuovo attacco ai media: il M5s contro la "casta dei giornalisti"

Il garante del MoVimento: "Sono bugiardi come i venditori, ma più ci attaccano meno sono credibili". Il deputato: "Perché non si parla dell'inchiesta Consip su Luca Lotti?"

Da una parte Di Maio che, dopo le polemiche sulla "lista di proscrizione" inviata all’Ordine dei giornalisti, torna ad accusare i giornali di fare "due pesi e due misure". Dall’altra Beppe Grillo che dal suo blog soffia sul vento dell’indignazione  e spara ad alzo zero contro il nuovo nemico del MoVimento: la casta dei giornalisti. "Una casta intoccabile", la definisce il leader dei 5 Stelle, speculare a quella dei poteri forti di cui è ovviamente complice.

Il complotto è dietro l’angolo: "I potenti, quelli veri, sono tutelati da giornali e tv da batterie di fake e demonizzazioni dell'avversario, che oggi è uno solo: il MoVimento 5 Stelle". Ma la pacchia sta per finire: "Il 2017 sarà l’anno nero dei giornali", tuona Grillo, "una buona notizia per l’informazione italiana". Nientemeno. Del resto, "l'informazione è un prodotto, un contenuto da vendere, ed è risaputo che i venditori sono bugiardi".

Ma chi sono davvero questi manigoldi? "Si percepiscono come intoccabili", continua Grillo, "eppure, se mentono, dovrebbero risponderne, a chi è stato diffamato ed al pubblico che è stato disinformato, penalmente e civilmente". Insomma, la magistratura non aiuta. Eppure, ammonisce Grillo, "una bugia è il frutto di un atto volontario con l'intento di arrecare un danno, non è un errore. Deve essere costruita a pensata, non è una cosa colposa (involontaria) ma dolosa". Poco male. Anche quella dei giornalisti è una casta alla canna del gas. "Più ci attaccano meno sono credibili (...) Quando li vedo chiedersi a vicenda le cose nei Talk, dove si invitano a vicenda, è come guardare gente in preda al panico che cerca di rassicurarsi a vicenda".

E Di Maio? Il leader in pectore, come da copione, usa toni più morbidi. Ma sulla sostanza non arretra di un millimetro. "L'aspetto che mi preoccupa di più è che ci siano due pesi e due misure", ha spiegato a Radio Radicale. Quanto alla lista inviata all'Odg, con tanto di elenco dei giornalisti colpevoli di infangare il MoVimento, "nessuno la deve prendere sul personale. Però questa questione delle polizze, ipotizzata come voto di scambio è stata una grande cantonata".

In ogni caso Di Maio non vuole silenziare i giornali: "A me interessa solo segnalarle (le notizie false, ndr) per tutelare il Movimento da menzogne. Non sto dicendo che non si debba parlare del Movimento, se ne parli quanto si vuole però con le giuste notizie e non ipotizzando addirittura reati a nostro carico per farci sembrare come tutti gli altri".

E poi, perché i giornali non si occupano degli scandali del governo? "Non si parla dell'inchiesta Consip su Luca Lotti, ministro dello Sport e braccio destro di Renzi che è coinvolto in un'inchiesta insieme al padre di Renzi, che riguarda un appalto da circa da tre miliardi di euro. Non se ne parla. Come non si parla delle decine di milioni di euro che l'editore di Repubblica, De Benedetti, deve a Monte dei Paschi di Siena, ha preso da Mps e ha contribuito a creare quel buco di bilancio che gli italiani hanno dovuto risanare con le proprie tasse”. "Io - ha detto ancora Di Maio - non mi pento di quello che ho fatto, anzi tutte le volte che ci sono menzogne vanno segnalate". La guerra del M5s contro i giornali è solo all’inizio. 

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