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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Legge elettorale, il patto a 4 si sgretola: il tabellone svela i franchi tiratori

L'intesa scricchiola dopo le prime votazioni e ci si mette anche il malfunzionamento del tabellone che mostra le preferenze dei votanti. In Aula scoppia la bagarre

Il patto a quattro tra Pd, M5s, Forza Italia e Lega si è sgretolato al primo voto segreto della mattina in aula alla Camera, la maggioranza che aveva trovato un'intesa sulla legge elettorale è andata sotto. A minare la grande intesa sono stati i due ementamenti identici presentati da Riccardo Fracaro (M5s) e Michela Biancofiore (Fi), sulla disposizione dei collegi elettorali del Trentino Alto Adige - e sul quale i relatori avevano espresso parere contrario - a mandare la 'maggioranza' in pezzi: i favorevoli sono stati 270, i contrari 256 e un astenuto, facendo quindi passare l'emendamento.

DI BATTISTA “Il patto è ancora in piedi, noi siamo favorevoli a questa legge è la follia del Pd che teme i voti segreti e vuole gettare su di noi la colpa”. Alessandro Di Battista, in Transatlantico, a Montecitorio, assicura che il voto sull’emendamento che riguarda la circoscrizione in Trentino Alto Adige non mette in discussione l’impianto della legge.

ROSATO “Per noi si va avanti ma il Pd si è reso conto che non ha i voti e perciò attacca i 5 stelle. È la disperazione di un partito e la schizofrenia totale di Rosato e co. e di Renzi che ha 870 correnti da gestire – insiste l’esponente M5S -. L’emendamento era il nostro ma non è passato solo con i nostri voti prevede semplicemente l’applicazione della legge elettorale anche al Trentino Alto Adige”.

CASO TABELLONE, VOTO DIVENTA PALESE Come se non bastasse la tensione per l’emendento alla legge elettorale approvato contro il parere del relatore di maggioranza, alla Camera esplode anche il caso del tabellone luminoso che mostra i risultati dei voti. Nei voti segreti, come era quello dell’emendamento incriminato, il tabellone mostra i votanti ma con una luce azzurrina identica per tutti, e non con la luce verde o rossa a seconda che sia sì o no. Ma stavolta, come si vede nella foto, il tabellone mostra le scelte dei singoli deputati. Immediate le proteste dei deputati che si accorgono dell’incidente, la votazione viene fatta ripetere stavolta nei termini corretti. Ma la bagarre scoppia comunque.

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Per la presidente Laura Boldrini si tratta di “un disguido”, un “fatto tecnico”. Ma questo non basta all’esponente di FdI Massimo Corsaro, che in Aula chiede di “individuare il responsabile” e “lo si allontani ora e per sempre da quella funzione. In difetto, saremo costretti a chiedere a lei, presidente Boldrini, di rassegnare le dimissioni”.

M5S: "FILMATE IL VOTO" Il Movimento 5 Stelle ha in mente un escamotage per evitare le accuse di avere dei franchi tiratori all'interno del gruppo che potrebbero 'minare' l'accordo sulla legge elettorale. I deputati pentastellati hanno ricevuto un sms sul loro telefonino con un invito ben preciso: “Filmate il voto a scrutinio segreto in modo da fugare ogni dubbio sulla trasparenza”. Un ordine di scuderia che ha lasciato perplessi non pochi portavoce che hanno chiesto delucidazioni a Rocco Casalino, responsabile comunicazione M5s al Senato, oggi a Montecitorio per seguire la delicate votazioni sul sistema italo-tedesco.

“Dovete votare con un dito solo, non infilare tutta la mano nella fessura dove si trovano i tre pulsanti del sì-no-astenuto, in modo che si capisca da che parte votate e dopo aver cliccato togliere subito la mano. Se possibile, filmatevi”, ha spiegato Casalino ad alcuni deputati in cortile alla Camera prima dell’inizio dell’aula. “Bisogna fugare ogni dubbio, dare un segnale al Pd che i franchi tiratori non sono nel gruppo M5s”, ha aggiunto.

IL PRECEDENTE Non è la prima volta che un gruppo si ingegna per smascherare i franchi tiratori. Nel 2011, in occasione della discussione sulla richiesta di autorizzazione ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti del deputato Alfonso Papa, Dario Franceschini, allora presidente del gruppo del Partito democratico alla Camera, annunciava che i componenti del suo gruppo avrebbero reso “comunque palese il loro voto con un accorgimento tecnico che il nostro sistema di votazione consente”. E alcuni deputati inserirono nel dispositivo di voto non, come di solito, l’intera mano, ma il solo dito indice della mano sinistra in posizione tale da poter pigiare solo il tasto sinistro (quello per il SI), facendo vedere a tutti che si stava votando a favore dell’arresto.

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