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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Ora e sempre con il Cav: "Siamo tutti decaduti"

Il quattro ottobre, giorno del voto in Giunta sulla decadenza, i deputati Pdl "occuperanno" Roma al grido di "siamo tutti decaduti". Intanto, Schifano e Brunetti scrivono a Napolitano

ROMA - Le firme per le dimissioni sono pronte e i "foglietti" sono già stati consegnati nelle mani dei due capogruppo alla Camera e al Senato, Brunetta e Schifani. Ma la reazione del Pdl all'imminente "cacciata" dal Senato del leader Silvio Berlusconi, non si ferma alla minaccia di dimissioni di massa dal Parlamento. Il 4 ottobre, giorno dell'appuntamento in Giunta, infatti, i deputati "azzurri" scenderanno in piazza Farnese, alle 17:00, al grido di "siamo tutti decaduti". 

Una dimostrazione di vicinanza e fedeltà al Cav. Un messaggio, forte e chiaro, a Letta e Napolitano (che oggi si vedono per decidere cosa fare) che avevano reagito in malo modo all'annuncio della decisione di dire addio al governissimo. Un messaggio che, tra l'altro, al Colle è arrivato anche "via posta". 

I due Renato del Pdl, infatti, hanno indirizzato al presidente della Repubblica una lettera aperta in risposta alle dichiarazioni di Re Giorgio che aveva definito un "fatto inquietante" la minaccia di abbandonare il governo. 

Schifani e Brunetta hanno spiegato al capo di Stato che "i gruppi parlamentari, nella loro autonomia costituzionalmente garantita, hanno ritenuto di riunirsi, per esaminare le prospettive di vicende prossime che investiranno direttamente attribuzioni rimesse in via esclusiva agli organi parlamentari dall'articolo 66 della Costituzione. L'assemblea non era finalizzata né ad assumere decisioni sul governo del paese né, tantomeno, anche per l'evidente illegittimità di simili ipotesi, ad assumere orientamenti operativi sulle decisioni della magistratura o sulle prerogative del Capo dello Stato".

"Nessuno - hanno continuato Brunetta e Schifani - ha voluto interferire con la vita del governo o con le decisioni del presidente del consiglio e del Capo dello Stato. In gioco è solo, ma si tratta della questione più importante per dei parlamentari, il rispetto della Costituzione da parte dell'organo che rappresenta direttamente la sovranità nazionale: il Parlamento della Repubblica. Desumere ulteriori intenzioni - hanno concluso i due - non corrisponde alle motivazioni dell'iniziativa che è e rimane rimessa alla sola libera coscienza di ciascun parlamentare di Forza Italia".

Tradotto: ogni pidiellino potrà decidere da solo, affidandosi "alla libera coscienza", se dimettersi o meno. Difficile, però, che non finiscano tutti per fare la stessa scelta. "Di coscienza", s'intende. 

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