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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Partito democratico

Il Pd in piazza contro il "governo dell'odio"

Manifestazione a Roma il 29 settembre. Il Pd sceglie la piazza per rilanciare e rivitalizzare il rapporto tra partito e cittadini. Il M5s: "Saranno tra pochi intimi"

Il Pd ricorre alla piazza, il segretario Maurizio Martina in un'intervista a Repubblica annuncia una manifestazione a Roma il 29 settembre contro il "governo dell’odio". Secondo Martina è venuto "il momento di chiamare ad una mobilitazione nazionale gli italiani che non si rassegnano a vedere questo Paese in preda ai seminatori di odio", spiega. "Milano è stato un segnale che va colto. Sarà la piazza dell’Italia che non ha paura. Non è più solo il momento di dire, ma di fare". E ancora: "Il Pd deve buttarsi corpo a corpo, nel Paese reale, là dove si manifestano i bisogni".

"Il 29 settembre il Pd sarà in piazza, a Roma. Contro il governo, per l'Italia. Vi aspettiamo fianco a fianco" scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini, appoggiando la proposta del segretario Maurizio Martina di organizzare una manifestazione nazionale per rilanciare e rivitalizzare il rapporto tra partito e cittadini.


"Tocca a noi e non a Le Pen battere Salvini"

Quanto alla strategia per battere Lega e M5s, intervenendo ad Areadem, a Cortina, Martina ha detto che non ci sta "a trasformare le elezioni europee in uno scontro tra Salvini e Macron, perché Salvini spetta a noi batterlo, in Italia". Lo ha affermato il segretario del Pd Maurizio Martina in un passaggio del suo intervento al convegno di Areadem che si sta svolgendo a Cortona. "Il Pd - ha aggiunto - deve fare questo lavoro. Attenzione: non facciamo decidere agli altri lo stadio dove si gioca la partita. Non dobbiamo permettere che sia tra i sovranisti italiani e i difensori transalpini dell'Europa. La frontiera al modello 'nazional-sovranista', deve essere l'Italia".

Il focus sul Pd: cosa potrebbe cambiare dopo il Congresso

Il M5s: "Saranno tra pochi intimi"

''Martina pensa a un nuovo Pd, quando tutto, nella politica dem, resta vecchio. Forse il segretario dimentica cosa rappresenta il suo partito per il Paese: l'ex governo delle inchieste penali della famiglia Renzi, dei favori ad Autostrade, dello svendersi all'Ue per 80 euro di flessibilità. Il popolo italiano non dimentica, e se a fine mese Martina e i suoi andranno in piazza sarà un appuntamento tra intimi, come è stato alle urne lo scorso 4 marzo''. Manlio Di Stefano, sottosegretario M5S agli Esteri, commenta così le dichiarazioni di Maurizio Martina apparse oggi su "Repubblica".

Il dibattito sul Congresso

Nell'intervista a Repubblica, Martina ha commentato anche l’annuncio ufficiale della corsa di Nicola Zingaretti per la guida del partito: "Tutte le candidature, certamente anche quella di Nicola, sono un contributo fondamentale". Mentre sulla data del congresso risponde: "Il congresso dal punto di vista progettuale è aperto. A fine ottobre avremo il forum nazionale a Milano e prima diverse iniziative che arricchiranno questo lavoro".

Orlando: "Basta pop corn, ora subito il Congresso"

Ma l'ex guardasigilli Andrea Orlando incalza: bisogna fare "subito" il congresso del Pd, il partito sembra ancora impegnato con i "popcorn" evocati più volte da Matteo Renzi come metafora di una posizione di attesa, mentre il partito deve "sciogliere le proprie contraddizioni" e dare risposte alle domande dei cittadini, altrimenti "lo faranno altri, fuori da qui" ha detto Orlando intervenendo a Cortona all’iniziativa di Areadem, la corrente di Dario Franceschini e Piero Fassino.

Per l’ex ministro della Giustizia serve un "congresso subito", perché il Pd deve risolvere le proprie "contraddizioni" e "se questa contraddizione non si scioglie nel Pd, si scioglierà da qualche altra parte. Dobbiamo rapidamente provare a dare queste risposte a domande altrettanto grandi di quelle che si posero all’indomani della caduta del muro di Berlino".

La ditta è roba vecchia: "Bisogna costruire un soggetto nuovo"

Orlando ha bocciato la tentazione di tornare a ricette già sperimentate ("sono vecchi i socialdemocratici degli anni ’70, è vecchia la ‘Ditta’…"), bisogna "ricostruire" un soggetto nuovo "o noi sappiamo costruire o temo che le risposte verranno da qualche altra parte".

Il Pd, ha aggiunto, non può essere solo il partito dei dritti civili: "In questa ricostruzione abbiamo utilizzato il tema dei diritti civili come un surrogato al tema della perdita dei diritti sociali. Abbiamo giustamente superato la fase nella quale queste due dimensioni venivano contrapposte, ma alla fine le abbiamo contrapposte noi".

Parlando solo di diritti “stai dicendo che risolvi la tua identità in quello e non sei in grado di parlare a un pezzo di nazione. Rischiamo di essere spettatori di qualcosa che non ci appartiene più. La sinistra senza almeno un pezzo di quel popolo che ci ha fischiato, non è la sinistra”!.

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