rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Comune di Roma

Marino attacca di nuovo Renzi: "Voleva Roma e se l'è presa"

Con un post avvelenato su Facebook l'ex sindaco torna all'attacco del premier: "Vuole nascondere l'operazione di killeraggio che ha fatto esultare tanti potentati". Il motivo: "Chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene bandito"

ROMA - Ignazio Marino non molla e oggi, sulla sua pagina Facebook, ha sferrato un nuovo attacco al presidente del consiglio Matteo Renzi: "Potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto" ha esordito nel post. Un 'anticipo' di quel che sarà durante la trasmissione di Giovanni Floris su La7 "Di martedì". Una nuova occasione per dare in pasto a utenti del social e cittadini-elettori, scritta nero su bianco, la sua posizione in merito alla sua 'cacciata' dal governo della città. 

MARINO CONTRO RENZI - Il dito è puntato contro Renzi: "Continua a dire "basta polemiche", ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco prima alle primarie, poi al primo turno ed infine al ballottaggio. Ignora le numerose manifestazioni di sostegno che in migliaia mi stanno dedicando" scrive. 

Renzi voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l'è presa, utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del PD si dimettessero, come Presidente del Consiglio ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, certamente persona degnissima, che farà capo come dice la legge allo stesso Presidente del Consiglio. Assistiamo a una pericolosa bulimia da potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito. 

L'ATTACCO DEL PREMIER - Il riferimento è alle parole che il premier ha pronunciato nella conversazione che sarà pubblicata nel libro 'Donne d'Italia' in uscita da Mondadori Rai Eri giovedì 5 novembre: "Chi fallisce la prova dell'amministrazione si rifugia nella cerimonia di addio, vibrante denuncia di un presunto complotto, con tono finto nobile e vero patetico. Non mi riferisco solo a Marino, certo. Mi riferisco a quelli che cercano di far credere ai media che sono vittime di congiure di palazzo". E ancora: "Quando uno se ne va dovrebbe spiegare cosa ha fatto, quali risultati ha ottenuto, perché ha perso la maggioranza. I politici si dividono in capaci e incapaci. Non c'è disonestà intellettuale più grande di chi inventa congiure di palazzo per nascondere i propri fallimenti. Se la maggioranza dei tuoi consiglieri ti manda a casa, non si chiama congiura: è la democrazia, bellezza".

MARINO ACCOLTELLATO - La tesi dell'ex sindaco è opposta: "Coloro che mi hanno accoltellato hanno 26 nomi e cognomi ma il mandante è unico" aveva sintetizzato nel corso della sua conferenza stampa d'addio. Nel post Marino ribadisce la sua posizione: "È del tutto evidente che Renzi mi attacca e offende sul piano personale per coprire con la "damnatio memoriae" una spregiudicata operazione di killeraggio che ha fatto esultare i tanti potentati che vogliono rimettere le mani sulla città". (Da Roma Today)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Marino attacca di nuovo Renzi: "Voleva Roma e se l'è presa"

Today è in caricamento