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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Di Maio difende Salvini: "Scelte del governo condivise, Matteo fa gli interessi della nazione"

Matteo Salvini "non deve dimettersi". È quel che afferma con decisione Di Maio. "L'indagine di Agrigento è un atto dovuto". Ma nel M5S cresce il malumore

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini "non deve dimettersi". È quel che afferma con decisione in un'intervista a 'La Stampa' il vice premier Luigi Di Maio. "L'indagine di Agrigento è un atto dovuto. Perché le decisioni prese a proposito della Diciotti facevano capo al Viminale", afferma. "Ma le scelte del governo sono state condivise", precisa, sottolineando che "c'è una bella differenza tra un politico indagato per un atto dovuto perché fa l'interesse della nazione ed eletti del Pd indagati per corruzione, concussione e istigazione a delinquere". E aggiunge: "quando sarà il momento lo spiegheremo ai giudici con i quali non ci vogliamo certamente mettere in contrapposizione. Sono logiche del passato che non ci appartengono e dalle quali prendiamo le distanze. È giusto e normale che i giudici facciano serenamente il loro lavoro".

In queste ore il problema per Di Maio è tranquillizzare quell'ala del Movimento 5 Stelle, più vicina a Fico, che mal sopporta le posizioni e i toni di Salvini . Roberto Fico, da Presidente della Camera, ben si guarda dall'attaccarlo. Lo fanno però esponenti pentastellati a lui ritenuti vicini, malumore viene espresso da Paola Nugnes a Luigi Grillo, da Aldo Penna a Elena Fattori. E in Sicilia i consiglieri (di vari comuni e regionali) del M5S non hanno gradito le dichiarazioni del leader del Carroccio contro il procuratore di Agrigento: "Non ho dubbi sul fatto che abbia condotto le indagini con imparzialità", dice il capogruppo in Consiglio comunale a Palermo Ugo Forello.

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Di Maio: "Governi europei hanno le ore contate"

"Molti governi ci attaccano chiamandoci populisti, senza rendersi conto che hanno le ore contate. Alle prossime elezioni europee prenderanno una batosta memorabile" dice ancora Luigi Di Maio."Anche in Francia, Germania o Spagna i cittadini che la pensano come noi sono la maggioranza. Persone che hanno problemi profondi. A cominciare dalla povertà", aggiunge. "Non credo che" in Europa "ci detestino", sottolinea, aggiungendo di credere che "i singoli Paesi europei si siano sempre fatti gli affari loro e che l'Italia sia sempre andata in soccorso di tutti. Ora il vento è cambiato. Le contraddizioni stanno venendo fuori".

Il ministro dello Sviluppo economico cita la Spagna "che ci fa la morale ma ha rimandato i migranti in Marocco e ha chiesto aiuto all'Europa a pochi mesi dall'apertura dei suoi porti. Su questo tema l'Ue si gioca la propria credibilità". E sull'approccio sui migranti Di Maio respinge ogni parallelismo con l'Ungheria del premier Viktor Orban. "L'Ungheria di Orban alza muri di filo spinato e rifiuta i ricollocamenti. Per quello che mi riguarda chi non aderisce ai ricollocamenti non ha diritto ai finanziamenti europei. Noi le quote le accettiamo. Tanto è vero che i migranti della Diciotti sono arrivati perché Malta prima ci ha chiesto una mano, poi ci ha chiuso i porti. Non ci siamo tirati indietro, ma la solidarietà deve essere una missione europea. Non solo italiana", conclude.

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