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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Migranti, l'Europa punta il dito contro l'Italia: "In ritardo con procedure di redistribuzione"

Dito puntato contro il caos della gestione migranti in Italia richiamata dal commissario europeo Avramopoulos. Ma nessuna procedura di infrazione è prevista per i paesi che non rispettano l'accordo di relocation e alcuni non hanno accolto un solo migrante

STRASBURGO - Il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, ha richiamato l'Italia sulle procedure per permettere di accelerare il trasferimento di migranti verso altri paesi europei. Il programma comunitario che prevede la ricollocazione dei richiedenti asilo verso i paesi Ue è infatti in ritardo non solo per le resistenze nell'accoglienza, ma anche per i ritardi accumulati da Italia e Grecia.

Attualmente "in Italia ci sono circa 4 mila persone registrate e pronte a essere trasferite" nel programma di ricollocamenti dell'Ue, ha spiegato Avramopoulos durante un dibattito all'Europarlamento. L'obiettivo di trasferire questi richiedenti asilo "entro settembre" è "assolutamente possibile", ha detto il commissario. Ma, secondo Avramopoulos, il governo italiano deve "accelerare le procedure per identificare e registrare" i migranti che hanno diritto alla relocation e "trovare soluzioni" sulla questione delle interviste sulla sicurezza.

Avramopoulos ha chiesto all'Italia di "canalizzare in modo ordinato" i richiedenti asilo eleggibili al programma Ue "verso hub di ricollocamenti specificamente designati". In generale, Avramopoulos ritiene che "le redistribuzioni siano vitali per il successo" delle politiche dell'Ue: oltre che per la solidarietà, il programma è  "essenziale per prevenire movimenti secondari e preservare l'integrità dell'area senza frontiere di Schengen". Nonostante "progressi tangibili negli ultimi cinque mesi", sono necessari "ulteriori sforzi", ha avvertito il commissario.

Avramopoulos ha sottolineato che "alcuni Stati membri non hanno finora accettato un solo richiedente asilo" nell'ambito del programma di relocation. "Questa è una violazione dei loro obblighi", ha avvertito il commissario, senza tuttavia accennare all'ipotesi di lanciare procedure di infrazione nei confronti dei paesi in questione. 

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