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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Diciotti, fermati quattro presunti scafisti. Cei: "Non si fa politica sulla pelle dei poveri"

Quattro migranti del gruppo sbarcato due giorni fa dalla nave Diciotti sono stati fermati. Cei: "Intervenuti in una situazione insostenibile". Salvini caustico: "Brindo a chi indaga"

Quattro migranti, tre egiziani e un del Bangladesh, facenti parte del gruppo sbarcato due giorni fa dalla nave Diciotti, sono stati fermati dalla Polizia perché sospettati di essere scafisti.

Ai quattro indagati vengono contestati associazione a delinquere finalizzata alla tratta di persone, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, violenza sessuale e procurato ingresso illecito. I migranti sono sbarcati a Catania la notte tra il 25 e il 26 agosto scorsi dopo cinque giorni di attesa a bordo della nave della Guardia costiera ormeggiata al molo etneo, al termine di un lungo braccio di ferro politico.

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In 143 sono stati condotti nell'hotspot di Messina, dal quale successivamente saranno trasferiti in strutture messe a disposizione dalla Chiesa, mentre altri saranno accolti da Albania e Irlanda.

Cei: "Intervenuti in una situazione insostenibile"

"Abbiamo deciso di entrare in una situazione di stallo che era ormai diventata insostenibile per tutti. Vedere queste persone su una nave italiana attraccata sulle nostre coste e impossibilitate a scendere era una situazione intollerabile anche dal punto di vista umanitario". Lo ha detto il direttore dell' Ufficio nazionale comunicazioni sociali della Cei, don Ivan Maffeis, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, spiegando la decisione dei vescovi italiani di accogliere un centinaio di migranti che da giorni erano a bordo della nave Diciotti.

"C'è stata una prima fase con appelli e comunicati - ha spiegato il portavoce della Cei - per arrivare ad una disponibilità concreta e fattiva di accoglienza in strutture che appartengono e fanno riferimento direttamente alla Chiesa italiana. Questo per sbloccare la situazione. È ovvio che stiamo parlando di una soluzione che è legata all'emergenza, una soluzione che di fronte al no dell'Europa e al braccio di ferro che ha tenuto il ministro su questa questione è stata l'unica che siamo riusciti a individuare. Ma la vera partita da giocare è quella culturale e politica. Perchè non possiamo semplicemente affrontare il tema dei migranti e questo esodo di popoli con delle soluzioni emergenziali che non devono essere sopravvalutate".

Nell'accoglienza di questi migranti, ha concluso don Maffeis, "si sono affacciate tante diocesi che hanno offerto accoglienza e disponibilità. Un pò tutte le diocesi della Sicilia. Ricordo che stiamo parlando di un numero limitato, circa un centinaio di persone. E in queste ore si deciderà in quali centri queste persone debbano essere accolte". "Non si può far politica sulla pelle dei poveri" ha detto poi Maffeis in un'intervista a Sky Tg24.

Salvini: "Brindo a chi indaga"

"Sempre più determinato a difendere gli italiani, un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male!": così il ministro dell'interno Matteo Salvini continua sui social a rimarcare la sua posizione di fronte all'inchiesta della procura di Agrigento sul mancato sbarco dei migranti dalla nave Dicioti. E a corredo del post, oltre ad un sorridente emoj, una sua foto, altrettanto sorridente con un bicchiere di birra in una mano.

 "Se il Tribunale dei ministri dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire" dice Salvini in un'intervista a Libero. "Io ho fatto solo il mio lavoro di ministro - ha aggiunto Salvini - e sono pronto a rifarlo. Per il resto mi spiace per il procuratore di Agrigento. Penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini. Ho agito per difendere i confini del mio Paese. E se questo è il prezzo da pagare, ok. Ma nessun magistrato pensi di potermi fermare con un'inchiesta".

Seconda notte a Messina

Seconda notte nel centro di prima accoglienza di Messina per i migranti sbarcati sabato notte dalla Diciotti, dopo dieci giorni di attesa in mare. Nell'ex caserma del rione Bisconte attendono di conoscere la loro destinazione: un centinaio saranno accolti dalla Chiesa italiana, mentre 40 dovranno essere ripartiti tra l'Albania e l'Irlanda.

La nave Diciotti sbarca a Catania (FOTO ANSA)

Nel centro di Messina sono stati condotti anche sette donne, tutte vittime di violenze sessuali, e tre uomini sbarcati sabato pomeriggio per motivi sanitari dalla nave della Guardia costiera e condotti all'ospedale Garibaldi di Catania, dove restano ricoverati, invece, tre migranti: due con la tubercolosi e uno con la brocopolmonite. Altri due migranti che erano a bordo della Diciotti hanno dichiarato di essere minorenni, mentre altrettanti sono riusciti a fuggire calandosi in mare e adesso tramite il legale di un Ong hanno chiesto asilo politico.

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