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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Italiani brava gente, per le missioni all'estero 33mila soldati e un miliardo e mezzo di euro

Con 1800 uomini quello italiano è il secondo contingente al mondo impegnato nella guerra all'Isis ma non solo. I nostri militari garantiscono la sicurezza in 20 paesi: così nei Balcani come nell'Afghanistan, Iraq, Somalia e perfino in Antartide. E le spese prendono il volo

Seimilasettecento militari italiani impegnati attualmente all'estero, 33mila in rotazione tra le unità sul campo, quelle appena rientrate , in partenza,  in addestramento e impegnate nel ricondizionamento del materiale.  

Sono questi i numeri dell'impegno dei contingenti italiani attualmente impegnati in 20 paesi esteri: 29 le missioni ove sotto l'egida Nato, Onu o Unione Europea per una spesa che al contribuente italiano è costata solo nel 2016 oltre un miliardo e mezzo di euro, tenendo in considerazione solo gli stanziamenti del Decreto-Legge 131 convertito in legge il 14 luglio 2016.

Italiani brava gente, secondo contingente al mondo impegnato nella guerra all'Isis con un contingente di 1800 uomini. Solo per restare in Iraq i nostri militari assicurano la sicurezza a Bagdad così come agli ingegneri italiani della società romagnola Trevi che ha in appalto la ristrutturazione della diga di Mosul. Qui i lavori iniziati due mesi fa andranno avanti per anni assicurano da fonti del ministero della Difesa.E ad assicurare la sicurezza insieme ai nostri militari ci sono i peshmerga curdi che vengono addestrati dai nostri ufficiali ad Herbil, nel nord dell'Iraq. Non solo: in Kuwait c'è la base operativa dei ricognitori dell'aeronautica che assicurano un fondamentale apporto informativo alle truppe impegnate sul terreno. 

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Migliaia di uomini che assicurano una "cambiale" da giocare in campo di peso sulla politica internazionale per dirla con Cavour, benchè vada ricordato che ottomilasettecento militari sono impegnati sul territorio nazionale nell'operazione "Strade Sicure" e nella task force "Sisma" operativa nelle aree devastate da terremoto del Centro Italia, nonchè nell'emergenza neve, l'ultima in ordine di tempo.

Italia all'estero, in nostri militari anche in Antartide

militari italiani dove sono missioni-2

Emergenza migranti, difesa dei confini sud dell'Alleanza atlantica, missioni di pace in Medio Oriente ma anche in Africa dove addirittura c'è un ufficiale dei Carabinieri in missione in Uganda ( e costa 74mila euro l'anno). Sono disparati i teatri che vedono i nostri militari in missione così le latitudini: un piccolo contingente di 27 uomini è infatti impegnato in Antartide dove l'Italia dal 1985 porta avanti con il CNR un proprio Programma Scientifico sui cambiamenti globai denominato "Programma Nazionale di Ricerca in Antartide" presso la stazione "Mario Zucchelli" nella baia di Terra Nova sul mare di Ross e presso la stazione italo-francese Concordia, la più estrema delle basi sul plateau antartico.
Nel dettaglio nel 2016 sono state finanziate 29 missioni dove a rotazione sono impiegati 6780 uomini. 

Missioni ma anche gommoni e divise per gli alleati

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Secondo quanto contenuto nella legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale nel 2016 sono stati spesi:

236.402.196 euro per la partecipazione alla Coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh;

78.490.544 euro per la proroga delle missioni nei Balcani Multinational Specialized Unit (MSU), European Union  Rule  of Law Mission in Kosovo (EULEX Kosovo), Security Force Training Plan in Kosovo, Joint Enterprise;

276.355 euro per la proroga della missione dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, denominata EUFOR ALTHEA;

5.848.471 euro per la prosecuzione dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in  Albania;

1.366.850 euro perla proroga della partecipazione di personale della  Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea a Pristina denominata European Union Rule of Law Mission  in Kosovo  (EULEX  Kosovo) a cui vanno aggiunti 114.027 euro per la partecipazione di  due magistrati;

63.720 euro per  la  proroga  della partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione delle Nazioni Unite denominata United Nations Mission in Kosovo (UNMIK);

266.387 euro per la missione delle Nazioni Unite denominata United Nations Peacekeeping Force in Cyprus (UNFICYP); 

19.169.029 euro per la partecipazione di personale militare alla missione nel Mediterraneo denominata Active Endeavour;

69.799.938 euro per l'operazione militare dell'Unione europea nel Mediterraneo centromeridionale denominata EUNAVFOR MED operazione SOPHIA

179.030.323 euro la missione NATO in Afghanistan (RSM) secondo la risoluzione Onu, e per la proroga della partecipazione alla missione EUPOL Afghanistan;

19.051.815 euro per l'impiego di personale militare negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia; 

687.399 euro per il personale della Croce Rossa Italiana ausiliario delle Forze armate in Medio Oriente e Asia;

155.639.142 euro per la missione delle Nazioni Unite in Libano (Unifil);

2.546.009 euro per  la  missione di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi a Hebron;

120.194 euro per la missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah;

194.180 euro la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione dell'Unione europea in Palestina a cui vanno ad aggiungersi 110.843 euro per due magistrati;

27.918.693 euro per l'operazione militare dell'Unione europea anti pirateria nel Corno d'Africa;

25.582.771 euro per  le missioni dell'Unione europea EUTM Somalia e EUCAP  Nestor nel  Corno  d'Africa e nell'Oceano indiano occidentale, nella Repubblica di Gibuti e per l'addestramento delle forze di polizia somale;

3.259.040 euro per la missione delle Nazioni Unite in Mali

74.027 euro per l'impiego di un ufficiale dell'Arma dei carabinieri in qualità di Police  Advisor presso l'Uganda Police Force;

Sono inoltre stati stanziati 90.243.262 euro per il  potenziamento del dispositivo aeronavale di sorveglianza e sicurezza antiterrorismo nel Mediterraneo e 7.281.146 euro per la missione NATO denominata Active Fence a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza.

A questi vanno aggiunti 76.219.758 euro tra assicurazioni, spese di trasporto e realizzazione   delle infrastrutture necessarie;

ma anche la spesa di euro 5.000.000 euro di finanziamenti extra per gli agenti dei servizi segreti dell'Aise;

ma anche 2.100.000 euro per interventi al fine di aiuti per la popolazione locale;

ma anche 1.613.595 euro per la cessione alla Repubblica islamica dell'Afghanistan di mezzi e attrezzature per l'aeroporto di Herat;  

55.000 euro per apparecchiature medicali e quattro gommoni alla Somalia;

756.294 euro per la cessione di armi e munizionamento alla Repubblica di Gibuti;

177.481 euro per la cessione alla Tunisia di di una ambulanza, 12  motori fuoribordo e 11 gruppi elettrogeni;

530.000 euro per la cessione di divise invernali all'Iraq e 851.000 per al Libano.

Ma quanto spende l'Italia per il suo esercito?

Se il ministero delle Difesa è impegnato in una fase di riordino delle spese iniziato con il discastero guidato da Di Paola nell'allora governo Monti, è altresì vero che gli stanziamenti sono comunque importanti. I numeri sottendono ad una attività non sempre visibile, come nel caso delle spese per l'addestramento e la manutenzione dei materiali appannaggio degli oltre 160mila uomini in armi.

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Difesa, la spending review incide (poco) sul bilancio

L'attuale ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha quantificato in 23 miliardi di euro il bilancio annuale del suo discastero, su 600 miliardi di spesa complessiva dello Stato: sono 64 milioni di euro al giorno che vengono impiegati dalle forze armate non solo per armamenti ma anche per servizi vari che vanno dalla metereologia al sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto, ma anche per pagare gli stipendi ai carabinieri.

Il dicastero è impegnato in un riordino che ricalca il "libro bianco Pinotti": da mero stipendificio (nel 2015 il 75% delle spese era impiegato in stipendi) la Difesa ha in programma l'obiettivo di aumentare investimenti e ribilanciare i costi di esercizio verso un equilbrio dove al 50% delle spese per il personale corrispondono due voci di spesa parimenti importanti per manutenzioni e ricerca tecnologica. 

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