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Venerdì, 29 Marzo 2024
Elezioni

Monti candidato dei centristi: domenica l'annuncio

Dopo l'incontro con i big centristi, il premier prepara un programma-manifesto in attesa della candidatura ufficiale: sarà governo Monti bis?

ROMA - La sostanza c'è, ora è da decidere la forma. Alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio (è questa la "data più idonea" secondo Napolitano) Mario Monti molto probabilmente si candiderà premier di una coalizione di centro. Da valutare la modalità della discesa in campo: se con una lista unitaria 'pro-Monti' anche alla Camera (al Senato la scelta appare obbligata) come vorrebbe Casini ma non Montezemolo, oppure con una sorta di federazione in cui le singole anime sarebbero unite dall'agenda e dal sostegno a Monti a Palazzo Chigi.

Entro domenica l'annuncio e il programma. E tutto sarà più chiaro. "Nessuna pressione, Monti farà sapere presto le sue decisioni", riferiscono da palazzo Chigi. "Ancora non si può dire, però ormai in qualche modo sarà in campo". Tutti i centristi, tanti, che ieri si aggiravano dalle parti della Camera, rispondevano così alla domanda sull'impegno del Professore. Ma l'annuncio ufficiale, se arriverà, sarà solo a Camere sciolte, e comunque sarà preceduto da un'altra tappa di avvicinamento ormai decisa: la presentazione di un documento programmatico, sul quale registrare le reazioni delle forze politiche.

L'AGENDA MONTI - Solo a quel punto, valutati gli effetti anche di 'scomposizione' che l'agenda Monti sortirà sugli attuali schieramenti, il premier deciderà quale livello di impegno spendere in campagna elettorale. Ma l'accelerazione impressa ieri è comunque da registrare. Il vertice a palazzo Chigi con i fautori delle varie liste centriste (Pier Ferdinando Casini, Andrea Riccardi, Luca di Montezemolo, per la prima volta riuniti tutti insieme nello studio di Monti) è un segnale che spinge il leader Udc - in una conferenza stampa convocata dopo la riunione di palazzo Chigi - a dire che "in cuor suo la decisione l'ha già presa ma rispetta le regole, aspetta lo scioglimento delle Camere". Ma nella riunione, il premier si è tenuto ancora aperte tutte le possibilità, rinviando appunto ai giorni successivi alla presentazione del programma lo scioglimento della riserva. Tanto che qualche nervosismo tra i centristi si registra, per i "troppi tentennamenti" del Professore.

Il quale però non deraglia dalla sua strategia che prevede appunto, come prossimo passo, la presentazione agli italiani di quello che sarà il programma di governo. A questo serviranno i dossier chiesti ai vari ministri un paio di settimane fa, dopo l'annuncio delle dimissioni: quanto si è fatto, e quanto si sarebbe ancora potuto fare, avendo più tempo a disposizione e meno veti in Parlamento. Tanto che ora il premier chiede un'adesione totale alla sua agenda: niente distinguo, niente eccezioni, solo gli 'integralisti montiani' potranno far parte dell'operazione. E ad esempio Silvio Berlusconi "non mi pare molto montiano", dice Andrea Riccardi, riferendo quello che pare sia stato il pensiero dello stesso premier al tavolo di ieri a palazzo Chigi, con l'irritazione per le troppe "giravolte" del Cavaliere.

Dunque, è pronto il primo pezzo di quanto prescritto dal 'Porcellum' per una coalizione che si candida al governo: il programma. Da decidere resta però il 'capo della coalizione' che per legge va indicato. Questa è una delle valutazioni che ancora Monti deve compiere, tanto che l'ipotesi di indicare Andrea Riccardi come 'capo della coalizione' è ancora in piedi: "Tanto comparirebbe solo sui manifesti fuori dai seggi, l'importante è scrivere Monti sulla scheda", spiega uno dei partecipanti all'operazione.

Ma proprio Riccardi ha aggiunto diversi tasselli al quadro: intanto, che l'agenda Monti sarà presentata a breve, "tra sabato e domenica"; poi che il premier considera "incompiuta" la sua "opera di cambiamento" del Paese; infine, e soprattutto, che il rassemblement di centro intorno a Monti sarebbe "alternativo alla sinistra", non la sua "stampella". Ecco allora che parte la raccolta delle firme e che Andrea Olivero si dimette dalla presidenza delle Acli per annunciare il suo impegno in politica.

Ma che il premier sia orientato a dare vita alla 'sua' lista, lo dimostra anche l'attenzione che dedica a tutte le offerte di sostegno che gli stanno arrivando in questo momento da esponenti politici del fu centrodestra: appoggi che vengono vagliati e valutati attentamente (il delegato è Federico Toniato) per evitare di 'imbarcare' personaggi che poi potrebbero rivelarsi imbarazzanti.

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