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Venerdì, 26 Aprile 2024
ECONOMIA

Monti ha fiducia: "Il 2013 sarà l'anno della crescita"

"Non siamo più un problema per l'Europa, ma non è ancora il caso di abbandonare la politica del rigore", dice il premier. Poi interviene sul dl corruzione: "C'è un'inerzia comprensibile ma non scusabile da alcune parti politiche"

"Il 2013 sarà un anno di crescita economica". L'Italia non fa più parte del gruppo di Paesi che mettono a rischio la stabilità della zona euro, secondo il premier Mario Monti.

Il presidente del Consiglio ha aperto la conferenza sulle riforme strutturali in Italia e ha aggiunto: "Se vogliamo uscire dalla crisi non bastano gli interventi per la competitività del sistema - ha aggiunto il premier - bisogna guardare anche alla competitività delle imprese e all'aumento della produttività". "Grazie all'azione di questi mesi l'Italia si è tolta dalla lista dei paesi che rappresentavano un problema per la stabilità dell'area euro. Ma è presto per abbandonare il rigore".

"Noi non abbiamo come prospettiva quella elettorale": lo ha ribadito il premier, smentendo "il teorema di Juncker" ovvero che chi fa riforme poi non abbia i consensi per continuare a governare. Gli italiani, ha aggiunto, "non sono ostili" al governo.

Infine sul binomio corruzione-partiti, con riferimento esplicito alla questione del Pdl laziale, il premier ha dichiarato: "C'è un'inerzia comprensibile ma non scusabile da alcune parti politiche nel portare a termine il ddl anticorruzione che comunque il governo vuole portare avanti".

SULLA FIAT - Monti è intervenuto anche sulla questione del Lingotto, riferendosi all'incontro di sabato scorso con l'ad di Fiat Sergio Marchionne e con il presidente John Elkann. "Il governo si è impegnato non a dare aiuti finanziari ma a creare condizioni di contesto che favoriscano la presenza dell'industria automobilistica in Italia". Monti ha precisato che l'azienda "non ha chiesto aiuti" economici al governo. Il premier ha aggiunto che l'incontro con i vertici di Fiat rappresenta "una grande scommessa" da cui ripartire.

L'OCSE PROMUOVE L'ITALIA - Le riforme strutturali già approvate dall'Italia "potrebbero portare ad un aumento del Pil fino al 4 per cento nei prossimi 10 anni", afferma il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, nell'editoriale di un rapporto sulle riforme nella penisola presentato oggi al convegno con il governo a Roma. Per questo Gurria sprona a "proseguire lungo la via tracciata da queste riforme: permetterebbe di ottenere risultati ancora migliori". "È essenziale quindi - ha aggiunto Gurria - non solo non indietreggiare rispetto alle riforme fatte, ma assicurarne la continuità negli anni a venire". L'Italia deve evitare "le tentazioni" di smontare le riforme strutturali già fatte. Con un monito che sembra chiaramente riferirsi alla riforma del mercato del lavoro. "Vorrei sottolineare anche la necessità di andare fino in fondo e tenere il passo nei prossimi anni sulla agenda riformista, no - ha detto Gurria -áalle tentazioni di tornare indietro smontando le riforeme compiute".
 

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