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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Vertice difficilissimo, l'Italia sia unita"

Il premier Monti ha parlato ieri alla Camera in vista del consiglio europeo sulla crisi dell'Eurozona: "Trattativa a oltranza per trovare soluzioni". Il "no" deciso della Merkel: non ci saranno eurobond

Il Consiglio europeo di giovedì 28 e venerdì 29 giugno a Bruxelles dovrà sciogliere molti nodi sulla crisi dell'Eurozona: è giunto il tempo di trovare soluzioni concrete e fattive che siano in grado, prima di tutto, di porre un freno al "cancro" dello spread. Ecco perché ieri Mario Monti, riferendo al Parlamento, ha chiesto un appoggio unanime alle forze politiche per un incontro che si preannuncia per sua stessa ammissione "difficilissimo".

IL FRONTE INTERNO - Monti ha usato una durezza fino ad ora inusitata sul fronte interno, soprattutto nei confronti di un Pdl che pur riconfermando il sostegno al governo ha rimandato al post-vertice il giudizio finale sull'esecutivo. Da Berlusconi, hanno spiegato fonti di governo, ha ottenuto rassicurazioni vaghe, ma poi lo stesso ex premier ha fatto sapere che la caduta del governo Monti sarebbe vista come "una catastrofe" in Europa e sui mercati. Nessun problema invece con Bersani, che ha assicurato già ora il sostegno a prescindere dai risultati del vertice. Ma i toni scelti da Monti hanno sorpreso anche ministri del suo stesso governo, che oscillano tra la speranza che "forse sa che qualcosa otterrà" e la preoccupazione per un'asticella posta fin troppo in alto. Tuttavia, fa notare una fonte di governo, "non è che i mercati lunedì saranno più teneri se Monti non diceva queste cose: dipenderà comunque dal merito del vertice il lunedì delle Borse".

MONTI E MERKEL: EQUILIBRIO INSTABILE - Il premier ha lanciato il suo avvertimento a chi in Europa non ha intenzione di trovare una soluzione alla crisi, Germania in primis. Monti si è detto pronto a tenere tutti al tavolo di Bruxelles anche fino a domenica notte, se necessario, ma lunedì 2 luglio bisognerà presentarsi ai mercati con un meccanismo anti-spread, altrimenti l'Europa rischia di distruggersi. Dichiarazioni impegnative, fatte ieri alla Camera, e rivolte soprattutto ad Angela Merkel, che ieri ha nuovamente ribadito il suo fermo no agli eurobond: "Finché sarò in vita non ci saranno gli eurobond".

MISURE ANTI-SPREAD - L'obiettivo primario del governo italiano è quello di trovare misure efficaci per calmierare lo spread. E per la prima volta Monti è entrato nei dettagli, rassicurando i tedeschi sul fatto che - per come lo ha ideato l'Italia - il meccanismo anti-spread "non è un invito all'allentamento del risanamento" perché si applicherebbe "solo ai Paesi in regola con gli impegni di finanza pubblica", come appunto l'Italia, non a quelli che "non hanno ancora fatto questi sforzi".

Parole indirizzate a Berlino, cui prima Monti aveva riservato un paio di frecciate: la prima contro il presidente della Bundesbank ("Non ha capito la mia proposta"), la seconda contro la Merkel ("Dice che non può accettare certe cose perché non vogliono il Parlamento e la Corte Costituzionale, ma non è l'unico Paese che ha queste istituzioni..."). Ma dopo il no deciso di Merkel sale la preoccupazione nel governo. Visto che pare non ci sia un vero e proprio "piano B" se dovesse essere bocciato il meccanismo dell'Efsf. Nel suo intervento in Aula, Monti aveva parlato di "due ipotesi sul tavolo", salvo poi limitarsi a citare solo la prima. Da palazzo Chigi si è appreso che la seconda ipotesi faceva riferimento all'unione bancaria, ma nel governo c'è anche chi continua a parlare del "redemption fund", ovvero la condivisione della quota di debito eccedente il 60%. Meccanismo citato anche da Bersani dopo il colloquio con Monti.
 

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