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Giovedì, 25 Aprile 2024
POLITICA

Monti-Cgil, è guerra sul ruolo dei sindacati

Scoppia la polemica tra il premier e le parti sociali dopo le parole di Monti: "Esercizi profondi di concertazione in passato hanno danneggiato i nostri figli e nipoti che oggi non trovano lavoro". La Camusso: "Imbarazzante prendere da lui lezioni di democrazia"

"Il vecchio ruolo delle parti sociali danneggia i giovani". E' questa la frase che ha scatenato la polemica (l'ennesima per la verità) tra il governo e le parti sociali. Il presidente del Consiglio Mario Monti ha scelto la platea dell'assemblea dell'Abi per la sua strigliata e le reazioni sono state quasi immediate, a cominciare da quelle dei sindacati. Dal fronte politico è Antonio Di Pietro quello che alza di più la voce, ma è chiaro il disagio che l'uscita del premier provoca almeno in una parte del Pd, ovvero in quella storicamente più legata ai sindacati.

LE FRASI DELLA DISCORDIA - Ha spiegato Monti: "Le giovani generazioni che si affacciano nel mondo del lavoro e non lo trovano sono state sistematicamente danneggiate" dal modo di "comporre i conflitti" con le parti sociali "in passato. I nostri figli e i nostri nipoti - ha aggiunto - non trovano lavoro" proprio per il modo di "comporre il conflitto con le parti sociali, saldando la differenza occorrente con il bilancio pubblico".

Quindi, il presidente del consiglio ha ribadito la filosofia che aveva portato al varo del ddl lavoro, e ai relativi problemi con i sindacati prima e con Confindustria poi. "Le parti sociali vanno consultate, devono far valere i loro interessi ma devono restare parti. Devono essere viste come parti vitali, importanti, ma non soggetti verso i quali il potere politico pratichi l'outsourcing del governo dell'economia". Insomma, il Governo ascolta, ma poi decide e non affida all'esterno la gestione dell'economia.

L'IRA SINDACALE - La segretaria Cgil Susanna Camusso ha definito "imbarazzante prendere lezioni di democrazia da chi è stato cooptato e non si è confrontato con il voto degli elettori".

CONFINDUSTRIA - Confidustria tace, dopo il botta e risposta dei giorni scorsi, ma si è fatta sentire Rete imprese italia: "Se si sono potute fare importanti riforme in questi anni in Italia - ha detto il presidente Giorgio Guerrini - è anche perché gli imprenditori, con senso di responsabilità, hanno fatto la loro parte per mantenere la coesione della società".

DI PIETRO - Sul fronte politico è Di Pietro ad attaccare: "Le affermazioni di Monti sulla concertazione rappresentano un gravissimo attacco ai lavoratori e alle imprese". Per il leader Idv "forse Monti pensa di essere l'unico illuminato dal Signore o peggio auspica modelli come quello cinese". Bersani tace, ma da giorni va ripetendo che è sbagliato dire che per fare le riforme bisogna "fare da soli". Il leader democratico ha più volte ricordato di avere fatto le liberalizzazioni del mercato elettrico ascoltando le parti sociali e difficilmente può avere apprezzato questa uscita di oggi.

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