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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Paradosso Movimento 5 stelle: mai così lacerato, ma Di Maio cade sempre in piedi

La base ha deciso, il M5s correrà con proprie liste alle regionali in Emilia Romagna e Calabria. Un duro colpo a Di Maio, che però potrebbe agevolmente non intestarsi il possibile insuccesso. Resta in sella e il M5s nei fatti è sempre più il "suo" movimento

Il risultato del voto di ieri su Rousseau è un duro colpo per il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, che ammette: "Siamo in difficoltà". La base sconfessa la posizione del leader, che avrebbe preferito una pausa elettorale. Invece il M5s ci sarà nelle urne e correrà con proprie liste alle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria, in programma il 26 gennaio.

Alla domanda "Vuoi che il MoVimento 5 Stelle osservi una pausa elettorale fino a marzo per preparare gli Stati Generali evitando di partecipare alle elezioni di gennaio in Emilia-Romagna e Calabria?", 8.025 iscritti hanno risposto sì (ovvero il 29,4%), 19.248 hanno risposto no (ovvero il 70,6%). Sono state espresse 27.273 preferenze su un totale di 125.018 aventi diritto al voto.

M5s, Di Maio: "Dobbiamo essere tutti felici"

Secondo il quotidiano la Stampa ora anche Beppe Grillo sarebbe pronto a mettere in discussione la leadership del ministro degli Esteri, ma non ci sono conferme in tal senso e Di Maio guarda avanti: "In Emilia Romagna e in Calabria ci presenteremo e i parlamentari e i consiglieri regionali mi hanno chiesto di correre da soli. Alcuni avevano espresso delle perplessità e anche contrarietà rispetto a votare sulla nostra piattaforma. Ma noi siamo il MoVimento 5 Stelle e questo è quello che facciamo quando dobbiamo prendere una decisione importante". Così il deputato nativo di Pomigliano commenta su Facebook l'esito della votazione sulla piattaforma Rousseau con cui gli iscritti hanno detto no alla pausa elettorale.

"Dobbiamo essere tutti felici - prosegue - del risultato della votazione di oggi. Era necessario fare questo voto perché in tanti, anche persone che hanno fatto la storia del MoVimento, mi hanno espresso i loro dubbi sulla partecipazione al voto in questo momento storico e c'erano tanti strani retroscena sui giornali. Per questo abbiamo deciso, anche con Beppe, di lasciare questa decisione a tutti gli iscritti, che ci hanno dato un mandato chiaro e fortissimo: dobbiamo partecipare alle elezioni regionali con tutte le nostre forze. Ed è quello che faremo".

Non si sente sfiduciato dal voto su Rousseau. Ai giornalisti che lo aspettavano davanti a palazzo Chigi, Di Maio ribadisce: "Io personalmente ho chiesto agli iscritti che cosa si dovesse fare, perché c'erano diverse visioni all'interno del Movimento". "Io personalmente - ha ammesso - ho detto che per fare gli stati generali a marzo serve un po' di tempo, e quindi non eravamo in grado di presentarci in Calabria e Emilia Romagna. Ma evidentemente gli iscritti non avevano questa urgenza, ci presentiamo alle regionali e si va avanti".

Perché lo "scaricabrile" di Di Maio non è piaciuto alla base M5s

La realtà è che alla base del M5s non è piaciuta affatto la decisione di chiedere con un voto su Rousseau se presentarsi o meno alle elezioni in Emilia e Calabria. L'accusa che circola è quella di aver ragionato solo in base alle esigenze tattiche nazionali, senza tenere conto del lavoro portato avanti sul territorio dagli attivisti locali per anni. 

Come nota Giuliano Santoro sul Manifesto, il ricorso agli iscritti è stato considerato uno "scaricabarile un modo per spuntarla in ogni caso e cadere in piedi. Se la base avesse scelto di non presentarsi, si sarebbe detto che la decisione l’hanno presa gli iscritti, senza considerare che fino a poche ore prima dell’indizione del sondaggio il «capo politico» aveva espresso proprio quella posizione".

Adesso che la base ha deciso di correre alle elezioni nelle due regioni, "il capo politico potrebbe lavarsi le mani e non intestarsi il possibile insuccesso elettorale e le conseguenze in chiave nazionale, dicendo che lui si è limitato a prendere atto della volontà degli iscritti" commenta Santoro. Insomma, Di Maio resta in sella. 

Nel difficile passaggio che sta vivendo il Movimento 5 stelle pesa secondo molti l'assenza di Beppe Grillo, che da tempo si tiene fuori dallo scontro interno. Ci sono parlamentari ormai palesemente insofferenti della gestione attuale, altri "responsabili" non lo mettono per ora in discussione ma chiedono al leader di aprire un vero confronto interno. 

M5s, Luigi Di Maio può essere sfiduciato?

Di Maio è saldo al suo posto, è bene ricordarlo. Secondo lo statuto M5s la mozione di sfiducia nei suoi confronti potrebbe essere promossa soltanto da Beppe Grillo o dalla maggioranza assoluta dei componenti del comitato di garanzia. Poi servirebbe in ogni caso il voto online su Rousseau. Di Maio resta in sella e il Movimento nei fatti è sempre più il "suo" movimento: nessuna alleanza con il Partito democratico (né con altre formazioni), nessun esperimento civico. 

Le parole di Roberta Lombardi, considerata una delle parlamentari più vicine a Beppe Grillo, pronunciate ieri mostrano meglio di ogni altra cosa le lacerazioni interne al Movimento 5 stelle: "Chi sponsorizza il non voto evitando addirittura di presentarsi alle elezioni, rinnega lo spirito stesso del Movimento 5 stelle".

"Il ruolo del capo politico dura 5 anni" ha sempre ribadito Di Maio, e a maggio scorso l’80 per cento per cento degli iscritti ha deciso di confermargli la fiducia con un voto su Rousseau ad hoc. Fino al 2022 è difficile pensare che il Movimento 5 stelle avrà una guida diversa.

M5s, Conte: "Nessuna ripercussione sul governo"

Il voto sulla piattaforma Rousseau sulla partecipazione di M5s alle prossime elezioni regionali non avrà ripercussioni sul governo Conte II. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interpellato al termine del consiglio dei ministri mentre si dirigeva alla cena con tutti i ministri in corso in un ristorante del centro di Roma. "No, assolutamente", è stata la risposta di Conte ai giornalisti.

Meloni: "Anche la piattaforma Rousseau boccia Di Maio"

"Anche la piattaforma Rousseau boccia Di Maio. Il capo politico del M5S voleva evitare il disastro annunciato alle prossime elezioni regionali, la base grillina non gli ha concesso nemmeno quello. Ma per fortuna di Di Maio, i fallimenti non sono mai stati un problema nel magico mondo del M5S". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

"Di Maio non si tocca": ma lo scontro dentro al M5s è ormai alla luce del sole

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