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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Napolitano blinda Letta, il Pd non sfiducia Alfano

Prima il duro monito del capo dello Stato: l’esecutivo deve "andare avanti", è "indispensabile proseguire nella realizzazione degli impegni del governo". Poi la notizia: il Pd conferma la fiducia al ministro dell'Interno

Caso Shalabayeva: Alfano è nei guai, con mezzo Pd deciso a dar battaglia e Berlusconi pronto a difenderlo….. ma non troppo (si dice che Lupi sia già in rampa di lancio). Letta sta con Alfano: “Ho letto attentamente la relazione di Pansa, da cui emerge l’estraneità di Alfano”. Epifani sta con Letta. Renzi e i renziani fanno da guastafeste è spingono per la sfiducia al ministro dell’Interno. In un attimo il caso, da internazionale si fa nazionale, ancora di più: diventa il banco di prova del governissimo a sinistra, anche perché l’uomo di D’Alema per la segreteria dei democratici, Cuperlo, si accoda alla richiesta del sindaco di Firenze. Va in scena l’ennesima guerra dei mondi tra correnti interne al Pd. Renzi che vuol dar la spallata, Renzi incosciente gli gridano i suoi e gli esponenti del Pdl.

RENZI – Renzi che tira fuori gli artigli e si difende. E-news, un’intervista alla Stampa, una a Famiglia Cristiana; tutto nel giro di 12 ore, tutto per dire che: “Se scelgono questa vicenda per regolare i conti tra le correnti del PD, mi vergogno per il PD”. E ancora: “Sono stufo di questo fuoco di sbarramento incomprensibile su ogni cosa che faccio. Se non devo partecipare al congresso lo dicano, ma non strumentalizziamo per vicende del Pd una bimba di sei anni che è stata presa dalle forze speciali”. Non si tratta della stima e del rispetto per Angelino Alfano, ma di una “questione di libertà”, qualcuno deve pagare e pazienza se ci scappa il morto, la caduta del governo. Tuttavia su questo, Renzi, sulla Stampa, tiene subito a sottolineare una cosa: “Non voglio far saltare il governo. Se cade Letta non si vota. E anche se si formasse un nuovo governo, non sarei candidabile”. Secondo il sindaco “nei palazzi romani non c'è proprio nessuno che voglia tornare alle elezioni, nemmeno tra i parlamentari delle minoranze. Insomma se cade Letta, non si vota”.

NAPOLITANO – E forse Renzi in questo ha ragione. Che il voto sia l’ultima ratio lo ha certificato, infatti, questa mattina il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Colle sta con Letta, e quindi con Alfano. Tanto da lanciare, durante  la cerimonia del Ventaglio, in programma oggi al Quirinale, un monito secco: l’esecutivo deve “andare avanti”. Se viene messa “a repentaglio la continuità di questo governo i contraccolpi a nostro danno, nelle relazioni internazionali e nei mercati finanziari, si vedrebbero subito e potrebbero risultare irrecuperabili”. E ancora: “Il periodo è inquieto con rischi di paralisi”, per questo è  “indispensabile nell'interesse generale proseguire nella realizzazione degli impegni del governo”, così come cadenzato nel “cronoprogramma di 18 mesi già partito in Parlamento”. Perciò, ha concluso Napolitano, “non ci si avventuri a creare vuoti, a staccare spine, per il rifiuto di prendere atto di ciò che la realtà politica ha reso obbligato e sottovalutando le conseguenze che ciò avrebbe sul Paese”, invitando “coloro che lavorano su ipotesi fumose e arbitrarie a non contare su decisioni che spetterebbero al presidente della Repubblica”. Tutto chiaro? Tradotto per gli amanti del brivido: Napolitano lavorerà con tutte le sue forze perché questo governo abbia i suoi 18 mesi. E Napolitano ha un peso, istituzionale e popolare.

GOVERNO – Parola arrivate giuste per rasserenare in clima tra le mura di palazzo Chigi? Difficile da dirsi, sta di fatto che durante il vertice di maggioranza di questa mattina il caso Alfono non è stato neppure sfiorato. Una cabina di regia durata circa due ore in cui il governo si è concentrato su Imu, Iva e pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. Con tanto di date: entro il 31 agosto la maggioranza si impegna a fornire “soluzioni strutturali” per pagare i debiti della PA, superare l’Imu sulla prima casa e a trovare le coperture per evitare l’aumento dell'Iva, che scatterebbe dal 1 ottobre. Nel corso dell’incontro, si legge nella nota finale, “sono emersi forte sostegno politico, unità d’intenti e larga condivisione sull’impostazione, i tempi, il merito dei provvedimenti da attuare in materia di politica economica nei prossimi mesi, in particolare per ciò che attiene alla Legge di Stabilità”. Caso Alfano? Non ci risulta.

PD: NO A SFIDUCIA – Prima il duro monito di Napolitano, il governo che si butta su Imu e Iva. Due indizi che fanno una prova, quelle che arriva di lì a poco dal Pd. Il Partito democratico infatti ha scelto di non sfiduciare Alfano. A decretarlo il vertice dei senatori riuniti a Palazzo Madama a decretarlo: ottanta voti a favore, sette astenuti; divisi i 13 renziani, una parte di loro non ha votato. “Domani – ha sottolineato Epifani al termine dell’assemblea – voteremo no alla richiesta di sfiducia. Nel gruppo del Pd, c'è stata una discussione seria, sono molto soddisfatto per l’andamento dei lavori e della discussione. Mi pare che il gruppo, praticamente all'unanimità con sette astenuti, ha condiviso l'idea per la quale il governo deve andare avanti”. Nello stesso tempo, si tratta di “una vicenda grave”, visto che è stato “consentito ad una ambasciata di muoversi come voleva”. “Per chiarezza verso il paese – ha concluso – si ritiene che la vicenda, su cui ci sono molte nebbie e che riguarda anche la riorganizzazione della macchina della sicurezza italiana debba essere un tema sul quale debbano essere risolti i problemi dimostrati”.

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