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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Governo, ma quale crisi: a Lega e M5s cambiare non conviene, rischia solo Toninelli

Il governo va avanti: c'è così la conferma che le "liti" delle scorse settimane altro non erano che mera campagna elettorale. Parole al miele tra Di Maio e Salvini. Soltanto il ministro delle Infrastrutture Toninelli potrebbe essere spinto a fare un passo indietro

Il vertice di ieri, durato un'ora, a Palazzo Chigi, sancisce ciò che era sempre stato chiarissimo: il governo va avanti. Le "liti" delle scorse settimane altro non erano che campagna elettorale. Dalla contesa ne è uscito un solo vincitore, Matteo Salvini, ma Luigi Di Maio non ha alcun interesse a essere il motore di cambiamenti d'equilibrio nello scenario politico. Ma procediamo con ordine. Di Maio e Salvini hanno rilasciato una nota congiunta al termine dell'incontro per fare il punto sulle priorità da realizzare in tempi brevi e per riavviare un dialogo costruttivo con l’Europa che rimetta al centro “dopo anni di governi passivi gli italiani”.

Tra gli obiettivi da realizzare per il governo giallo-verde "l’abbassamento delle tasse", argomento che i due vicepremier considerano "prioritario per il rilancio del Paese. Servono misure straordinarie e nessun aumento delle tasse per lo sviluppo dell’economia". "I maggiori incassi dell’Irpef e dell'Iva quasi dell’8 per cento e la diminuzione della disoccupazione rispetto al 2018 nei primi quattro mesi di quest’anno ci dicono che siamo sulla buona strada”, si legge ancora nella nota.

Governo, a Lega e M5s non conviene cambiare

La realtà è che né la Lega né il Movimento 5 stelle possono sperare in uno scenario migliore, a conti fatti. Il motivo è semplice: il M5s, dopo aver perso 15 punti percentuali dalle politiche alle europee, non può né vuole tornare alle urne adesso. Per rimanere al governo con un consenso inferiore al 20 per cento e con l'attuale legge elettorale l'unica strada per i pentastellati è l'alleanza con la Lega.

La Lega dal canto suo sa benissimo che avere una doppia maggioranza (centrodestra a livello locale, gialloverde a Palazzo Chigi) le dà una libertà di manovra mai vista prima nella storia politica italiana. Da un lato il M5s fedele al contratto di governo, dall'altro Forza Italia e Fratelli d'Italia che non sembrano avere né la forza né gli strumenti per imporre alcunchè al Carroccio: le speranze di convincere il Carroccio a "tornare a casa" sono destinate a spegnersi mese dopo mese e i due partiti rischiano di diventare semplici appendici del principale partito di centrodestra.

Salvini quindi di "ritorno del centrodestra" non vuole sentirne parlare, perché avrebbe meno margine di manovra e in caso di alleanza con Meloni e Berlusconi salterebbe totalmente quell'elemento di novità che - quando si parla di governo - ancora resiste, almeno in parte, nella percezione di una parte dell'opinione pubblica. 

Governo, Di Maio: "Quattro anni per battagliare, non vivacchiare"

"Se si deve andare avanti al governo è per battagliare non per vivacchiare. Abbiamo di fronte quattro anni per fare cose importanti, ma deve esser chiaro che le dobbiamo  realizzare" ha detto in serata Luigi Di Maio a margine di un comizio a Campobasso.

Salvini: "Di Maio, abbiamo sbagliato entrambi"

Con Luigi Di Maio "abbiamo parlato francamente dopo settimane di attacchi anche reciproci, si è sbagliato da entrambi i lati, poi gli italiani hanno votato". Lo ha detto Matteo Salvini a proposito dell'incontro di oggi con Luigi Di Maio. "Ci si guarda negli occhi, il Paese ha bisogno di un governo serio, stabile che faccia cose, abbiamo già tanti avversari dentro e fuori che se si litiga abbiamo perso -ha spiegato il vice premier-. Ho trovato una persona che ha voglia di unirsi in questo confronto, in questi giorni segnali positivi ci sono stati".

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Pd: "Assurdo, fa notizia che due vicepremier si parlino"

"Siamo arrivati all'assurdo che se Salvini e Di Maio si parlano, il dialogo diventa la notizia di apertura dei quotidiani on line e viene pure salutata con una nota di giubilo firmata da M5S e Lega". Lo scrive sulla sua pagina Facebook il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. "E di grazia -domanda- di cosa avranno parlato? Della prossima procedura di infrazione Ue? Di dove troveranno le decine di miliardi per fare la legge di bilancio? Delle tasse che dovranno aumentare? Di come stanno le rispettive fidanzate?".

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Nessun rimpasto di governo: "Rischia solo Toninelli"

Il Consiglio dei ministri è convocato per martedì 11 giugno alle 15.30. All'ordine del giorno il decreto sicurezza, l'esame definitivo della legge Cantiere Ambiente, vari ddl di ratifica di protocolli e accordi riguardanti il ministero degli Esteri. 

Ma si parlerà anche di alcuni dicasteri. Secondo fonti del Corriere della Sera nella Lega qualcuno spinge infatti per un allontanamento di Danilo Toninelli: "Se qualcuno si è contraddistinto per la posizione contraria, per esempio, a opere e infrastrutture, non si vede come possa continuare come prima e nella stessa posizione". A differenza dei ministri Trenta e Costa, su cui i 5 stelle non intendono cedere, Toninelli potrebbe essere spinto dalle pressioni leghiste a fare un passo indietro. Ma sono solo indiscrezioni.

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