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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Crisi, 24 ore per un governo: avanza il Conte bis, ma Salvini "spera" nel voto su Rousseau

Zingaretti verso il sì a un ritorno di Conte, con passo indietro di Di Maio. Mattarella attende segnali chiari. Nel M5s scontro per decidere se la nuova eventuale alleanza politica debba finire al vaglio degli iscritti: con il voto su Rousseau l'alleanza col Pd forse non passerebbe

E' la premiership ciò che blocca la trattativa tra Pd e Movimento 5 stelle per un nuovo governo. I 5 Stelle fanno quadrato sul nome di Giuseppe Conte. E mentre i renziani di fatto spingono per far sì che il segretario dem dia senza indugi il via libera al premier uscente, Nicola Zingaretti per adesso tiene il punto: ci vuole discontinuità che "deve essere garantita anche da un cambio di persone. E' la posizione che ho sempre sostenuto e che ribadisco, convinto che si troverà una soluzione in un confronto reciproco, capendoci e interloquendo".

Governo M5s-Pd, il nodo è Giuseppe Conte

Complesso per i vertici dem accettare un ritorno dell'avvocato di Volturara Appula a Palazzo Chigi. Anche a livello di percezione e comunicazione, il rischio che passi l'idea che il M5s abbia semplicemente "sostituito" la Lega con il Pd, riuscendo a mantenere il "suo" premier, è reale. Certo, la storia della repubblica italiana dimostra che il ruolo effettivo del Presidente del Consiglio dei ministri è sempre dipeso grandemente dal peso delle figure poste dai partiti nei ministeri chiave. Ma è indubbio che è il premier a dirigere la politica generale del governo. E un Conte bis verrebbe visto come una vittoria netta del Movimento 5 stelle da molti elettori del Pd.

Zingaretti potrebbe essere spinto ad accettare tale ipotesi in caso di totale assenza di altre soluzioni e in caso di modifiche immediate ai decreti sicurezza (Conte appare possibilista su questo punto) ma impone il veto su Di Maio, che resterebbe fuori dai ruoli più importanti del nuovo esecutivo, così come lo stesso Zingaretti ovviamente. Il leader democratico, raccontano all'Adnkronos fonti grilline di primo piano, "era molto possibilista": "In verità", viene spiegato, "sono rimasti solo lui e Paolo Gentiloni a dire no" alla riconferma di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Sul nome di Conte alla guida del nuovo governo è tornato a insistere ieri anche il fondatore del Movimento, Beppe Grillo, e Roberto Fico ha reso nota la sua l'indisponibilità a lasciare l'incarico a Montecitorio. 

Mattarella attende segnali chiari: domani consultazioni

L'attenzione del Quirinale è rivolta alla trattativa che Pd e M5s stanno conducendo (senza grandi esiti, per ora) o alle soluzioni politiche che le forze politiche potranno concretamente proporre al presidente. Ma, al Colle, a quel che si apprende, al momento non sono arrivati i segnali di chiarezza che Mattarella aveva esplicitamente chiesto.

I tempi delle consultazioni, che oggi pomeriggio il Quirinale dovrebbe rendere noti, rappresenteranno la prima vera bussola di questa crisi dopo giorni di indiscrezioni. Se i colloqui con le forze politiche saranno più ampi significherà che Mattarella ha colto la volontà concreta e l'esistenza di passi avanti reali per costruire un governo. Se invece saranno consultazioni lampo, con tempi più serrati, sarà il segnale che, tra tattiche e strategie, non c'è nessun accordo serio. E si dovrebbe tornare al voto in autunno. La trattativa Pd-M5s è ancora in salita: o si sbloccherà nelle prossime ore, oppure il ritorno alle urne sarà inevitabile.

"Bisogna ascoltarsi a vicenda" ribadisce oggi il segretario dem Nicola Zingaretti, che aggiunge: "Sono convinto che serva un governo di svolta. Ci vuole un programma condiviso e non due programmi paralleli". Evidenzia l'esigenza di "discontinuità" sui "contenuti" e più in generale sulla "squadra", senza più accennare direttamente al premier. "Si può trovare una soluzione seria", conclude fiducioso.

Nuovo governo Lega-M5s: l'ipotesi è sempre più lontana

Resta sullo sfondo la questione del forno leghista, che il M5s non ha mai detto ufficialmente di voler chiudere. Chi in casa pentastellata tiene quotidianamente i contatti col Carroccio cede allo scetticismo: "Se tornassimo indietro accettando il 'corteggiamento' di Matteo Salvini, non terremmo più i gruppi. Sarebbe molto complicato far accettare ai nostri un'inversione a U di questo tipo". Ma in casa leghista sperano per assurdo che la base M5s porti buone nuove.

Governo Pd-M5s, perché Salvini "spera" nel voto su Rousseau

L'unica "speranza" della Lega ora è tutta rivolta all'eventuale voto su Rousseau. Nel Movimento 5 stelle in queste ore sarebbe in corso uno scontro durissimo per decidere se la nuova eventuale alleanza politica con il Pd debba finire o meno al vaglio degli iscritti. A decidere sarebbe, come sempre, Davide Casaleggio insieme ai suoi collaboratori più fidati. Il 18 maggio 2018 la base disse sì all’alleanza con la Lega, approvando il contratto di governo con il 94 per cento dei consensi. Non si capisce per quale motivo non dovrebbe esserci un voto anche oggi, per proporre agli iscritti la nuova formula.

E coloro che "studiano" il sentimento social dei simpatizzanti del Movimento 5 stelle sospettano che in caso di voto su Rousseau l'alleanza Pd-M5s non passerebbe. Non è un caso quindi che a chiedere il voto sul web siano soprattutto quegli elementi di peso che l'accordo con i dem non lo vogliono: Gianluigi Paragone e Paola Taverna.

I sondaggi vedono il crollo della Lega, ma il matrimonio col Pd non scalda i 5 stelle

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