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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Paragone cacciato dal M5s, Di Battista lo difende: "Più grillino di tanti"

Il collegio dei probiviri ha espulso dal Movimento 5 stelle il senatore Gianluigi Paragone. Una decisione presa anche in seguito al voto contrario dell’ex giornalista sulla legge di Bilancio. Si assottigliano i numeri del M5s al Senato: situazione sempre più precaria

Tanto tuonò che piovve. La notizia era nell'aria da alcuni giorni, ora è ufficiale: il collegio dei probiviri, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, ha disposto l'espulsione dal Movimento 5 stelle di Gianluigi Paragone. Il senatore - che ha votato contro la legge di Bilancio e si era astenuto nel voto di fiducia al governo Conte II - da tempo non risparmiava critiche ai vertici del Movimento 5 stelle. 

Paragone espulso dal Movimento 5 stelle: le motivazioni

Tra le motivazioni dell'espulsione viene messo in risalto il voto contrario al gruppo pentastellato sulla legge di Bilancio. In quell’occasione Gianluigi Paragone votò "no" alla manovra e si astenne sulla fiducia al governo. Il commento del senatore è affidato ad un foglio con carta intestata del Senato, pubblicato su Facebook. "Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33% e ora… Quando perdi due elettori su tre ti espelle il nulla, sono uno dei tanti elettori espulsi dal Movimento di palazzo", è il commento del giornalista eletto al Senato nel 2018.

Cosa succede ora? "Da domani (oggi, ndr) ci divertiamo", risponde Paragone in una breve intervista al Corriere della Sera. Poi, in tarda mattinata, Paragone ha annunciato il ricorso. "Cari falsi probiviri, cari uomini del Nulla, voi avete paura di me perché io ho quel coraggio che voi non avete più. Contro la meschinità del vostro arbitrio mi appellerò". In un video che accompagna un post su Facebook, Paragone punta il dito contro una "volontà politica di espellere qualcuno perché è un rompicoglioni, perché è qualcuno che ti sta obbligando a prendere coscienza del fatto che le battaglie radicali, identitarie, antisistema del Movimento Cinque Stelle non sono combattute con quella forza. Ecco qual è la mia unica colpa, e quindi sono stato sbattuto fuori da questo nulla, il nulla di queste persone che si arrogano il diritto di prescindere dalla correttezza delle norme". "Ci sono tanti altri casi aperti prima del mio - scandisce - e ci sono tanti altri casi che dovrebbero essere disciplinati. Però Paragone deve essere buttato fuori, perché? Perché è uno strano Savonarola, è uno strano predicatore, che tra l'altro ci costringe a guardarci allo specchio. Questo Paragone si appellerà all'ingiustizia arbitraria dei probiviri, cioè degli uomini del nulla, guidati da qualcun altro che è il nulla. Io farò ricorso - annuncia - e se mi gira mi rivolgerò anche alla giustizia ordinaria".

In un'intervista al Quotidiano nazionale del 28 dicembre scorso, Paragone aveva promesso battaglia. Era convinto che sarebbe stato espulso. "Ci proveranno, certo - aveva detto - forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme. Poi mi appellerò all'espulsione e a quel punto se la prenderanno comoda e io dovrò andare dal ministro della Giustizia Bonafede a dirgli che lui non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all'interno del Movimento. E se tutto questo poi non dovesse bastare - aveva spiegato -, allora resterà sempre la giustizia ordinaria. Perché se tutti quelli che non hanno pagato, come invece ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi, allora vorrà dire che tutto questo è solo una truffa".

Durissime le sue critiche al Movimento 5 stelle: "In questo momento si è accucciato, nella sua parte di governo, all'area progressista di questo Paese, mentre un'altra parte non sa di preciso dove andare e c'è ancora una terza parte che, come me, è rimasta alle radici di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema".

Di Battista: "D'accordo con Paragone, è più grillino di tanti altri"

"Gianluigi è infinitamente più grillino di tanti che si professano tali. Non c'è mai stata una volta che non fossi d'accordo con lui. Vi esorto a leggere quel che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell'ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei". Lo scrive Alessandro Di Battista che prende così le difese del senatore espulso ieri dal Movimento. Lo fa però non dai suoi profili social, ma commentando un post di un attivista M5s. 

Dal canto suo, Paragone commenta così su Facebook la solidarietà espressa da Alessandro Di Battista: "Ringrazio Alessandro Di Battista per le belle parole che ha usato per me, in mia difesa. Ale rappresenta quell'idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il movimento: stop allo strapotere finanziario, stop con l'Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porta girevoli, lotta a difesa dei deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo, perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa".

Paragone espulso, numeri risicati del M5s al Senato

Con questa espulsione si assottigliano dunque i numeri del Movimento 5 stelle al Senato: solo il mese scorso tre senatori - Ugo Grassi, Francesco Urraro e Stefano Lucidi - sono passati alla Lega. E esattamente un anno fa venivano espulsi i senatori Gregorio De Falco e Saverio De Bonis per "reiterate violazioni dello statuto", mentre a giugno era stata espulsa la senatrice Paola Nugnes. Inoltre a settembre la senatrice del M5s Gelsomina Vono aveva aderito al gruppo Italia Viva di Matteo Renzi, mentre a novembre 2019 la senatrice Elena Fattori era passata al gruppo Misto. La situazione a Palazzo Madama è quindi sempre più precaria e nelle prossime settimane non si escludono altri addii nelle fila pentastellate.

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