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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pd sotto shock, inizia la "lunga estate" verso il congresso straordinario

I dem, divisi come sempre tra tante anime, hanno perso 33 dei 76 comuni che amministravano. Probabile che a breve sarà archiviata la reggenza Martina

Il Pd si lecca le ferite dopo la mazzata delle elezioni comunali, diviso come sempre tra le sue tante anime, e anche le proposte per dare nuovo slancio al partito sono diverse. I numeri fanno impressione. 

Pd, batosta alle amministrative

I dem hanno perso 33 dei 76 comuni che amministravano: ora tra ipotesi di alleanze, nuovi programmi, nuove parole d'ordine una lunga estate attende il Pd. Nelle ultime settimane uno di quelli che più si è esposto è Carlo Calenda, ex ministro dello sviluppo economico, che propone la creazione del 'Fronte repubblicano', suscitando entusiasmi minimi.

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Il segretario reggente Maurizio Martina sembra pensare a una 'traversata del deserto', a un lavoro di medio termine e non a una 'riscossa-turbo', come quella che Calenda vorrebbe imporre al partito, già da settembre, con una "costituente anti sovranista". "E' una sconfitta netta", dice il segretario Maurizio Martina, ripetendo poi, più tardi, che non esistono 'scorciatoie' o 'formule miracolistiche' per risollevare il partito, alludendo, forse, proprio all'accelerazione che Calenda vuole imporre al confronto.

Calenda: "Conflittualità interna enorme"

"Il Pd - mette in chiaro Calenda - ha un limite: non riesce più ad aggregare. Ha avuto un logoramento fortissimo derivante anche da una conflittualità interna enorme. Invece penso che noi possiamo uscire dall'angolo se allarghiamo moltissimo", ma tutti si devono mettere in gioco. "Io, Minniti, ma anche la Pinotti e ovviamente Gentiloni, che è la persona più autorevole che esprime il centrosinistra, ci dobbiamo spendere. Allo stesso tempo va preparata per settembre una grande costituente anti sovranista e su questa costituente va mobilitato il Paese superando il Pd".

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C'è in casa Pd la sensazione, forte, che la Lega riesca a intercettare meglio gli umori della società e i temi politici. Il Pd deve tornare a studiare "i cambiamenti nei territori e nella società. Il lavoro da fare per il centrosinistra è profondo e non si risolve in una battuta o in qualche settimana. Lo dico a me stesso, innanzitutto: formule magiche facili non ce ne sono, scorciatoie neppure" continua Martina.

"Quando parliamo di fase costituente - sottolinea Andrea Orlando, ex candidato alla segreteria - parliamo di una ricostruzione dal basso, quindi, basta con le rimozioni. Sono mesi che si rimuove la drammaticità del voto di marzo. Qui c'è un cedimento strutturale rispetto al quale o se ne prende atto, ed è già un primo passo per ripartire, o altrimenti il rischio è quello di una marginalizzazione politica di una forza che è essenziale per la democrazia italiana".

Renziani a difesa del leader

L'ala renziana del partito resta compatta vicina al suo leader. "Almeno questa volta - afferma il sindaco di Firenze, Dario Nardella - mi aspetto che non diano la colpa a Renzi per quello che è successo". "Abbiamo perso malamente. Nessun se, nessun ma. Il voto amministrativo - scrive sulla sua pagina Facebook Andrea Marcucci - se non altro ha sgombrato il campo dal ruolo e dalle responsabilità di Matteo Renzi. Il 24 giugno il Pd ha perso anche senza di lui".

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Al Pd serve una nuova classe dirigente anche secondo il deputato Roberto Giachetti che definisce il partito “un po’ smarrito”: “In un momento difficile come questo – ha detto ad Agorà Estate – penso che dobbiamo dare stabilità al Partito democratico eleggendo una nuova classe dirigente che lo conduca e lo rilanci con una nuova linea politica. Pensare di sterilizzare la condizione del Partito democratico fino alle europee non aiuta”. Per Gianni Cuperlo “serve una netta discontinuità nelle persone e nella iniziativa politica. Chiedo a chi la pensi così di batterci assieme fino dalla prossima assemblea nazionale del Pd. Si apra una stagione costituente per una vera alternativa. Per quel che mi riguarda non accetto più tatticismi. Adesso è tempo di chiedere scusa, ripensare ogni cosa e ripartire”.

Si va verso un congresso straordinario

Probabile a questo punto che alla prossima assemblea nazionale del 7 luglio verrà archiviata anche la reggenza di Maurizio Martina a favore invece della convocazione del congresso straordinario. "Restituire il partito agli iscritti, discutere di identità, progetto, ripartendo dai valori e non dagli slogan facili" chiedono molti elettori (ed ex elettori). All'orizzonte ci sono più ombre che luci.

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