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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Il Pd si lecca le ferite: "Abbiamo subito l'effetto Renzi"

Orlando: "Non abbiamo saputo rinnovare prima il partito". Orfini: "Da una larga parte di popolazione noi siamo stati considerati il partito dell'establishment"

"A meno che Renzi non intenda ricandidarsi alle prossime primarie e lui stesso l'ha escluso non credo che sia più suo il ruolo di segretario" anche se "farà parte del gruppo dirigente e del futuro del Pd, mi auguro si intraprenda una strada diversa". Lo ha detto il ministro della Giustizia uscente Andrea Orlando intervistato a Carta Bianca su Rai 3.

"Noi abbiamo subito l'effetto Renzi perchè non abbiamo saputo rinnovare prima il partito, Renzi si è inserito in questa contraddizione", ha aggiunto. "Martina? Ora si tratta di seguire lo statuto, lui si è impegnato a una gestione collegiale, vediamo se si concretizzerà. Se si aprirà una fase nuova gli daremo il nostro appoggio altrimenti lo criticheremo sostenendolo con responsabilità", ha concluso.

Orfini: "Dobbiamo rifondare il Pd"

"Ci dobbiamo sedere con calma e discutere. Lo ripeto a tutti: è franato un modello, anche per fortuna, che vedeva nel Mezzogiorno un'organizzazione basata solo su tessere e preferenze. Dobbiamo rifondare il Pd e lo faremo dall'opposizione. Se i nostri elettori hanno votato Grillo, non dobbiamo corrergli dietro cercando l'accordo con il M5S. Farlo significherebbe smettere di combattere. Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e andarli a riconquistare. Le scorciatoie non funzionano. Questa è una stagione complicata. Se ci sono cose buone le valuteremo, ma il nostro percorso è un altro". Così Matteo Orfini, presidente del Pd, ieri a Scafati, nel Salernitano, dove questa sera ha partecipato all'assemblea degli iscritti.

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"Il dato del Sud può essere quello del Pd di domani se non affrontiamo veramente la crisi. Il comportamento dei dirigenti campani del partito è preoccupante: lunedì in direzione c'è chi alzava il ditino, c'è chi ancora pensa alle contrapposizioni, gli uni contro gli altri. Questo significa che non c'è consapevolezza di quello che è successo e della gravità della situazione. Non va bene regolare i conti tra di noi, altrimenti ci estinguiamo e spero che nessuno voglia farlo", aggiunge. "Il centrosinistra è al minimo storico. Non è un fatto solo italiano, la sinistra europea è in crisi. C'è stata forte una frattura sociale. Da una larga parte di popolazione siamo stati considerati il partito dell'establishment, e forse perché davvero in alcuni casi lo siamo stati", conclude.

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