Terremoto Pd, in centinaia restituiscono le tessere e anche Prodi litiga con Renzi
Laconico il tweet del ministro Franceschini: "Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra non per dividerlo. Qualcosa non ha funzionato"
L'onda lunga del risultato dei ballottaggi si abbatte sul Partito Democratico e sul suo segretario. Matteo Renzi si trova a fare fronte in queste ore al fuoco incrociato di due pesi massimi del partito come Walter Veltroni e Dario Franceschini, e di un padre nobile come Romano Prodi.
"Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato? Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra non per dividerlo". Lo scrive su Twitter il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini, commentando i risultati delle amministrative a Genova, Parma, L'Aquila e Verona. Sulle divisioni interne è poi intervenuto Graziano Delrio, che ha auspicato che Romano Prodi possa tornare sui suoi passi dopo lo strappo con Renzi.
Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato? Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra non per dividerlo. pic.twitter.com/AvgGsLRjFQ
— Dario Franceschini (@dariofrance) 27 giugno 2017
Lo strappo tra l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il Partito democratico si era consumata in mattinata. "Leggo che il segretario Matteo Renzi mi invita a spostare un po' più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà", ha affermato in maniera piccata Prodi. "La mia tenda è molto leggera. Intanto l'ho messa nello zaino", ha sottolineato l'ex presidente del Consiglio che non è più iscritto da anni.
Anche Walter Veltroni si rivolge direttamente al segretario dem 'rimproverandolo' di aver abbandonato l'ispirazione di fondo del Partito Democratico: "A Renzi ho sempre riconosciuto che la sua ispirazione di fondo somigliava a quella del Lingotto. Ma ora, e gliel'ho detto con sincerità, faccia a faccia, gli consiglio di cambiare passo, serve una nuova stagione".
Nel frattempo il terremoto Partito Democratico deflagra a Lecce dove 102 esponenti del Pd della provincia di Lecce hanno lasciato il partito: molti di loro hanno annunciato di voler aderire al Movimento democratico e progressista Articolo Uno. Le ragioni dei dimissionari sono state illustrate stamani, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Lecce.
Le dimissioni dal Partito Democratico sono state firmate anche dal segretario provinciale, Salvatore Piconese, che stamattina ha consegnato la lettera al segretario regionale del partito, Marco Lacarra. Oltre a Piconese (che ricopre anche il ruolo di sindaco di Uggiano La Chiesa), hanno dato le dimissioni dal partito anche Gabriele Abaterusso e Paolo Solito, primi cittadini di Patu' e Sogliano Cavour, 3 vicesindaci, 5 assessori comunali, 2 ex sindaci, nonché numerosi segretari delle sezioni locali del Partito democratico ed ex dirigenti provinciali.