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Venerdì, 19 Aprile 2024
Pensioni

Pensioni, Renzi sotto attacco: "Ma io all'epoca ero sindaco"

Il premier risponde alle critiche: "Il no della Consulta alla riforma Fornero fa sparire il tesoretto che avevamo accantonato". Salvini e i leghisti protestano al Ministero dell'Economia: "Restituite il malloppo"

ROMA - "Il no della Consulta sulle pensioni fa sparire il tesoretto". Lo ha spiegato questa mattina il premier Matteo Renzi ai microfoni di Repubblica Tv: "Io mi ero tenuto un tesoretto, avevamo studiato alcune misure, me le sono dovute rimangiare. Abbiamo un po' masticato amaro... Ma siamo vincolati" ha detto il presidente del Consiglio riferendosi al bonus per le fasce più povere che era stato ipotizzato con il miliardo e 600 milioni del tesoretto. Un fondo stanziato prima della sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato lo stop all'indicizzazione delle pensioni. E che ora, quindi, rischia inevitabilmente di sparire. 

IL PROBLEMA PENSIONI - Per affrontare la bocciatura "studieremo una soluzione per continuare ad essere credibili a livello europeo: in ogni caso manterremo le regole" ha comunque assicurato il premier. "La sentenza della Consulta non dice che bisogna pagare domani tutto. Dice che il governo può intervenire, ma sappia che se interviene in quel modo è incostituzionale. Può darsi che la sentenza offra dei margini, studieremo le carte nel dettaglio, lo sappiamo dal 30 aprile, prendiamoci il tempo necessario per evitare di fare degli errori come chi ci ha preceduto" ha proseguito il premier. Quanto ai tempi dell'intervento, "spero il prima possibile. Prima o dopo le Regionali? Non do tutta questa importanza al voto in sette regioni, non sono le Europee dove hanno votato in 60 milioni di italiani". 

IO FACEVO IL SINDACO - Renzi attacca poi chi, come "Brunetta o la Meloni", ora lo critica: "Gente che ha votato la riforma della Fornero ora dice 'però, dovevate fare così...'. Gli smemorati di Collegno... La norma del governo tecnico di Monti, bocciata dalla Consulta, è stata votata dal Parlamento italiano e anche quelli che oggi la contestano e danno la colpa alla Fornero erano lì a premere il tasto 'sì'". Al contrario "io all'epoca facevo il sindaco...".

Salvini e i leghisti "occupano" il Mef

SALVINI - In prima linea tra chi ha scelto di cavalcare il tema delle pensioni c'è, ovviamente, Matteo Salvini. Una delegazione di parlamentari della Lega, guidata da Matteo Salvini (affiancato, fra gli altri, da Calderoli e Fedriga), è entrata al ministero dell'Economia e finanze per incontrare il ministro Pier Carlo Padoan e chiedere la restituzione delle pensioni, in base alla sentenza della Corte costituzionale. Saliti al primo piano del palazzo di via XX Settembre, i leghisti, sempre con il segretario in testa, si sono affacciati da un balcone ed hanno esposto i seguenti cartelli: "Giù le mani dalle pensioni", "Ladri di pensioni", "Pensioni: restituite il malloppo".

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