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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

"Pietro Grasso deve pagare 83mila euro al Pd": ma l'ex presidente del Senato non ci sta

La cifra riguarda le quote che i parlamentari del Pd si erano impegnati a versare mensilmente nelle casse del partito. Bonifazi: "Le regole vanno rispettate"

Il Pd fa parte del passato per Pietro Grasso. Ma il senatore ed ex candidato premier di Liberi e Uguali alle ultime elezioni politiche del 4 marzo, deve restituire ben 83mila euro al suo ex partito. Sarebbe stato infatti emesso un decreto ingiuntivo dal Tribunale di Roma: la cifra riguarda le quote che i parlamentari del Partito Democratico si erano impegnati a versare mensilmente nelle casse del partito. 

A riferire gli ultimi aggiornamenti di una storia che si trascina da tempo è il tesoriere dei Dem, Francesco Bonifazi, su Twitter e su Facebook.

"Avevo promesso che avremmo portato la vicenda in Tribunale, per rispetto a chi segue le regole. Oggi è arrivato il decreto ingiuntivo contro il presidente Grasso per gli oltre 80mila euro che deve al Pd. Viva la giustizia". Aggiunge il tesoriere Pd: "Siamo stati costretti a vincere l`azione giudiziaria e sinceramente mi dispiace che si sia arrivati a tanto. Ma le regole valgono per tutti. Oppure non sono regole. E le regole vanno rispettate, sempre".

Grasso: "Farò opposizione"

Pietro Grasso nega di avere ricevuto un decreto ingiuntivo per i soldi richiesti dal Pd e assicura che se arriverà il provvedimento farà "opposizione". L'ex presidente del Senato lo scrive, replicando al tesoriere Pd Francesco Bonifazi. "Non ho ancora ricevuto alcuna notifica di decreto ingiuntivo, quindi non so su quali base possa essere stata emessa. Di certo c'è che nessuno mi ha mai chiesto una determinata cifra mensile nel corso di tutta la scorsa legislatura, e da presidente del Senato, come so essere norma, non ho ritenuto di finanziare alcuna attività politica, oltre ad aver rinunciato, tra le altre, alla parte di indennità che viene solitamente utilizzata per finanziare i partiti".

Aggiunge Grasso: "Dopo aver chiesto via mail più di un mese fa un incontro con Bonifazi e i rispettivi legali, ho rinnovato la richiesta direttamente a lui due giorni fa per dimostrare, carte alla mano, le mie ragioni ed evitare il contenzioso".

Conclude l'ex presidente del Senato: "Evidentemente il tesoriere del Pd - che ha svuotato le casse con la scriteriata campagna referendaria e con le mega consulenze ai consiglieri americani, scelte di cui a farne le spese sono stati i dipendenti - ha bisogno di scaricare su altri le colpe della sua pessima gestione, e provare a trasformarle in un mezzo strumentale e propagandistico. Quando arriverà il decreto può star certo che farò opposizione".

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