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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Parma

"Grazie Beppe Grillo ma ti faccio causa", Federico Pizzarotti eclissa i 5 Stelle

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti lascia l'M5S e accusa Grillo e il direttorio: "Hanno ucciso un Movimento nato per aggregare persone libere e critiche". E ipotizza una causa per danni d'immagine. Grillo replica: "Si goda 15 minuti di celebrità"

"Grazie a Beppe Grillo che mi ha fatto alzare dal divano". Dalla poltrona di Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, primo attivista del Movimento 5 Stelle ad essere eletto alla guida di un'amministrazione locale, lascia l'M5S dopo tre anni di distinguo con i leader pentastellati ed epiche liti mezzo stampa con il "capo politico" Beppe Grillo

LA REPLICA DI GRILLO: "ARRIVEDERCI PIZZA"

Pizzarotti è uscito dal MoVimento 5 Stelle. Sono contento e specialmente per lui. Spero che si goda i suoi quindici minuti di celebrità. E terminati quelli, spero che renda pubblici il prima possibile i documenti che gli sono stati richiesti il 6 giugno e che non ha mai fornito.
Arrivederci Pizza, ciao

Pizzarotti, che resta alla guida del Comune emiliano confidando sul supporto di una maggioranza consiliare che continua a chiamarsi 5 Stelle, è da 144 giorni a tutti gli effetti sospeso dal Movimento a causa di un avviso di garanzia per la nomina degli amministratori del Teatro Regio, indagine archiviata il 16 settembre scorso. Ma i motivi dello strappo vengono da lontano

Pizzarotti, come ammesso da egli stesso durante la conferenza stampa fiume tenuta nel palazzo civico di Parma, si era avvicinato alla politica nel 2009 attratto dagli ideali del Movimento 5 Stelle della "carta di Firenze". Era il 2010 quando, dopo aver lavorato per dieci anni come responsabile di progetto e analista per banche e istituti finanziari, si candida a consigliere regionale dell'Emilia Romagna senza tuttavia raggiungere i voti per poter essere eletto.
Nel 2011 con il sostegno del gruppo "Movimento per la Descrescita Felice" di Parma  si candida a 39 anni a Sindaco della sua città natale. Alle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012, accede al ballottaggio con il 19,47% dei voti e ribalta i pronostici aggiudicandosi il 60,22% delle preferenze sul candidato del centrosinistra Vincenzo Bernazzoli, presidente della provincia di Parma. Federico Pizzarotti diventa il primo sindaco di un capoluogo di provincia appartenente al Movimento 5 Stelle, ma con Beppe Grillo gli abbracci si fermano un minuto dopo il "photo opportunity" successivo alla vittoria. 

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Parma era una città sull'orlo del default dopo le dimissioni del sindaco di centrodestra Pietro Vignali e al commissariamento della città. Servivano decisioni forte e la prima è quella relativa al termovalorizzatore. Dopo aver passato l’intera campagna elettorale a promettere che l’inceneritore di Parma non sarebbe stato aperto, l'impianto di Ugozzolo è diventato una delle risorse del Comune a cui convergono anche i rifiuti da fuori provincia. L’impianto da due anni funziona a pieno regime bruciando, insieme alle 40mila tonnellate di rifiuti rifiuti solidi urbani di Parma, oltre 86.781 tonnellate di rifiuti speciali secondo i dati Iren. Per il Municipio valgono 966mila euro, cifra iscritta alla voce entrate nel bilancio 2016.

Da lì qualcosa si è spezzato anche nel rapporto di fiducia con i vertici Cinque Stelle, che hanno rinfacciato al sindaco parmigiano di non aver fatto abbastanza: "Se io dico che chiuderò un inceneritore – aveva detto Gianroberto Casaleggio in un’intervista a ilfattoquotidiano.it – o lo chiudo o vado a casa".

Intanto però, pur fra le polemiche la raccolta differenziata porta a porta a Parma è arrivata al 75 per cento. E nonostante le critiche per le tasse e le tariffe alzate al massimo all’inizio del mandato, Pizzarotti e i suoi sono riusciti a ridurre il debito di oltre il 40 per cento in quattro anni. "Abbiamo cancellato la parola default - rivendica Pizzarotti in conferenza stampa- non abbiamo commissariato la città, ma abbiamo portato equilibrio e 150 milioni di investimenti in edilizia partendo dalle scuole dove è stato eliminato l'amianto dalle scuole". 

Il nodo del teatro Regio è ventuto subito dopo le comparsate in tv che Federico Pizzarotti ha sempre elargito di buon grado, prima dell'out out di Beppe Grillo che rivendicava al solo direttorio l'autorizzazione di presentare ai media e ai cittadini le linee guida del Movimento".
Così è proprio quel direttorio che è finito al tribunale di accusa di Federico Pizzarotti. "Da uomo libero non posso che uscire da un movimento che erano nato per aggregare persone libere e critiche. Ora è un movimento di direttorii, di nominati. Da quelli che volevano aprire Comuni e Parlamento ora siamo quelli delle stanze chiuse. La colpa è del direttorio che si è messo dietro il garante senza mettersi un briciolo di umanità - continua Pizzarotti che ricorda lo strappo con il Movimento dopo le prime partecipazioni in tv. "Modificatelo il regolamento". E proprio del regolamento parla il sindaco di Parma, ormai ex 5 stelle, criticando proprio la democraticità delle regole che vigiliano sul Movimento pentastellato: "Potrei fare un ricorso legale, valuterò". 

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E Pizzarotti si riferisce alla vicenda che da 144 giorni lo vede "sospeso" per imperio dal Movimento 5 Stelle. Tutto ha origine dalle nomine del teatro Regio, ente in crisi e che Pizzarotti aveva deciso di risanare ricorrendo a nominare come direttore generale a inizio 2015 al posto dei dimissionari Carlo Fontana e Paolo Arcà, Anna Maria Meo e Barbara Minghetti, amministratori che non avevano partecipato al bando pubblico. Da qui l'avviso di garanzia che Pizzarotti avrebbe nascosto al Movimento e al suo responsabile per i rapporto con gli enti locali, il deputato M5S Luigi Di Maio. Quando la vicenda è venuta alla luce sul blog di Beppe Grillo un post annuncia la sospensione del Sindaco di Parma dal Movimento.

Una sospensione che ancora oggi Pizzarotti ritiene "Illeggittima perché non prevista dai regolamenti, una procedura che non esiste in un regolamento in revisione ormai da tempo immomore ed erede della triste tradizione italiana che prevede norme ad personam, essendo io l'unico mai sospeso in Italia, nè garante nè il direttorio hanno voluto ricomporre il rapporto" accusa il sindaco emiliano.

"A Parma abbiamo fatto rete con altri comuni ma non facciamo rete tra di noi.. la mia guida viene dall'accordo del 2009: invece di fare opposizione oltranzista il movimento dovrebbe tornare a parlare e riconoscere il confrontro tra le persone" continua Pizzarotti che interrogato sul suo futuro viste le ormai prossime elezioni nel 2017, confida di non aver ancora scelto se ripresentarsi alla guida di una lista civica. "Nessuna lista civica, per ora, - certifica in conferenza stampa - faccio un piacere al garante. Il gruppo consiliare resta 5 stelle, la mia responsabilità personale. Non è il mio problema cambiare "nome" o "appartenenza" ma continuare a cambiare la città". 

E a Parma i risultati sono visibili. Durante il suo mandato come sindaco la città di Parma è stata la prima città italiana ad entrare nella lista delle Città creative dell'Unesco per la Gastronomia diventando anche la quinta città italiana nella classifica realizzata da Ernst & Young delle Smart Citiy 2016, 18° città italiana per stabilità economica, prima nella regione per crescita nel turismo, sono stati completati e inaugurati un nuovo complesso di alloggi popolari, il nuovo palasport cittadino e una nuova pista ciclabile lungo il fiume Baganza che ha visto completare anche i lavori per la nuova cassa di espansione a protezione dell'argine dopo l'alluvione del 13 ottobre 2014.

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"Potevamo rivendicare questi risultati come Movimento 5 Stelle, lo farò con la rete dei sindaci" chiosa Pizzarotti,  dal novembre 2015 Pizzarotti nominato dall'Anci presidente della Commissione Politiche ambientali, Territorio, Protezione Civile, Energia e Rifiuti. Una carica che, come quella di Sindaco, continuerà a tenere anche senza dove continuare a fare foto con Beppe Grillo.

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