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Giovedì, 25 Aprile 2024
MILANO

Il caso "Firmigoni" travolge Podestà

Il presidente della Provincia di Milano, allora coordinatore regionale Pdl, accusato di falso ideologico in merito alla falsificazione di oltre 900 firme a sostegno del listino per la candidatura alla Regione di Roberto Formigoni

Ancora caos nel Pdl lombardo. Dopo le inchieste relative allo scandalo sanità in cui è entrato Roberto Formigoni per le ormai celebri vacanze pagate dal faccendiere Daccò, è il turno del presidente della Provincia di Milano Guido Podestà (e, di riflesso, ancora di Formigoni). La vicenda riguarda la presunta falsificazione delle firme a sostegno della lista di Roberto Formigoni e di quella provinciale per le Regionali del 2010. E proprio il presidente Podestà, all'epoca coordinatore regionale Pdl, sarebbe stato il promotore di questa falsificazione.

E' quanto emerge dall'avviso di chiusura delle indagini in cui Podestà è accusato di falso ideologico per aver, secondo l'accusa, indicato ad alcuni rappresentanti del partito di falsificare oltre 900 firme. A tirare Podestà nell'inchiesta ribattezzata "Firmigoni", è stata Clotilde Strada, all'epoca responsabile della raccolta firme del partito, ha infatti raccontato agli inquirenti che sarebbe stato l'attuale presidente della Provincia di Milano, a pochi giorni dalla scadenza del termine per la presentazione delle liste, a dare l'ordine di falsificare le firme a sostegno del listino per Formigoni presidente. 

L'accusa - Falso ideologico pluriaggravato e continuato. "Sono sereno" la risposta di Podestà affidata al suo sito ufficiale. "La gestione esecutiva e gli adempimenti amministrativi della presentazione delle liste non era di mia diretta competenza".  Le indagini - Quella che ha colpito Podestà è uno stralcio dell'inchiesta principale "Firmigoni". Lo scorso 15 ottobre erano state chiuse le indagini a carico di 15 persone, tra cui 4 consiglieri provinciali e Clotilde Strada. L'accusa: anche qui falso ideologico.

Ebbene, nel corso delle indagini sono state ascoltate oltre mille persone. Di queste, 926 hanno confermato che le firme non erano loro. In particolare gli inquirenti hanno individuato 618 firme false presente per la lista "Per la Lombardia" di Roberto Formigoni e di 308 firme per la lista Pdl. Tra gli indagati anche il consigliere provinciale di Varese del Pdl Franco Binaghi, il sindaco di Magenta (Milano) Luca del Gobbo, il consigliere provinciale di Pavia Gianluigi Secchi e quello provinciale di Monza Massimo Vergani. L'inchiesta era nata a seguito di un esposto in Procura dei Radicali che, dopo aver dato «battaglia» al governatore (da loro soprannominato «Firmigoni») nei tribunali amministrativi per chiedere l'annullamento delle elezioni si erano presentati con tre scatoloni con dentro oltre 500 firme da loro ritenute false. Nel corso delle indagini principali Podestà era anche stato sentito come teste.

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