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Venerdì, 29 Marzo 2024
Crisi economica

Polillo non molla: "Meno ferie per tutti unico modo per uscire dalla crisi"

Il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo rilancia la sua proposta choc: "Stiamo vivendo sopra le nostre possibilità. O abbassiamo il tenore di vita, o facciamo meno ferie".

"O lavoriamo di più o questo livello salariale medio è insostenibile in un periodo di crisi". Per questo il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo, rilancia la sua proposta che tante polemiche aveva suscitato: "Lavorare di più per far ripartire gli investimenti".

Il che significa "una settimana di ferie in meno all'anno per tutti".

Con questo sistema Polillo è convinto che si potrebbe "determinare una ripresa degli investimenti, quindi un aumento dell'occupazione, e, poi, della domanda interna".

LA RICETTA POLILLO - Bisogna lavorare di più e rinunciare a una settimana di ferie, perchè gli italiani "non possono più permettersi un certo tenore di vita e il livello salariale è ormai insostenibile". Polillo insiste quindi sulla necessità di "lavorare una settimana in più, per ottenere una ripresa degli investimenti e quindi un aumento dell'occupazione e poi della domanda interna". Per il sottosegretario "la società italiana è abituata a un tenore di vita che non possiamo più permetterci" e "in Italia si lavora mediamente nove mesi l'anno e gli altri tre se ne vanno in vacanze di varia natura".

ESEMPIO "METALMECCANICO" - Prendendo come riferimento il contratto nazionale dei metalmeccanici, il sottosegretario all'Economia ha così chiarito la sua tesi sulla necessità di lavorare di più: "Per un lavoratore anziano (metalmeccanico, ndr) ci sono cinque settimane di ferie l'anno, da tredici a quindici permessi obbligatori e dodici-tredici feste infrasettimanali. Siamo a due mesi e mezzo e se aggiungiamo le assenze per malattia o sciopero - ha aggiunto - arriviamo a tre mesi".

Polillo ha poi annunciato di aver ricevuto da "un grande gruppo metalmeccanico italiano di seimila addetti la distinta del 2011: le ore lavorate sono state solo 1.400". Occorre dunque, ha concluso, invertire la rotta. Su questo serve "la buona volontà sindacale che - ha assicurato - potrebbe essere compensata nel 2013".

QUESTIONE ORARIO -  "Sull'orario di lavoro mi permetto di insistere, questa crisi che l'Italia sta vivendo non è figlia di un destino cinico e baro ma dipende dai vizi della società italiana. Abbiamo avuto uno dei più alti tenori di vita, ora bisogna che ci rimbocchiamo le maniche e che lavoriamo come gli altri".

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