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Giovedì, 28 Marzo 2024

Il ponte? È mega per i neo parlamentari (che ci sono già costati 252 milioni)

In due mesi la Camera si è riunita 7 volte, i senatori hanno lavorato 12 ore, ma i parlamentari si concedono già le prime ferie: torneranno al "lavoro" solo il 7 maggio dopo un mega ponte di 18 giorni

Dal giorno delle elezioni, il 4 marzo scorso, sono passati due mesi: normalmente un "comune mortale" si è recato al lavoro per 34 giorni, i parlamentari sono stati convocati in parlamento 7 volte. E oggi che gli italiani fanno i conti a fine mese per cercare di raccimolare qualche soldo per concedersi una prima scampagnata in vista dei ponti del 25 aprile e del Primo Maggio, i parlamentari si sono concessi un ponte record: la Camera è convocata per il 7 maggio.

E al Senato? Dall’inizio della diciottesima legislatura i senatori hanno lavorato in totale 12 ore e 56 minuti. E non è detto che riprendano il 7 maggio perché a differenza della Camera non è ancora stata convocata la prossima seduta.

I parlamentari quindi torneranno al lavoro non prima di 18 giorni. Sempre che i leader trovino un accordo per dare un governo all'Italia e definire chi sta in maggioranza e chi all’opposizione. Fino ad allora il Parlamento non potrà istituire le commissioni: fino ad oggi i parlamentari hanno lavorato sostanzialmente solo per distribuirsi poltrone. 

 È stata nominata solo la Commissione speciale. I suoi componenti – 40 a Montecitorio e 27 a Palazzo Madama – sono gli unici che nei prossimi giorni avranno un po’ da fare. Mentre gli altri novecento e passa incroceranno le braccia.

Quanto ci sono costati deputati e senatori

Come ricostruisce Libero in sessanta giorni Montecitorio ha consumato 34 milioni di euro per il personale, 13 milioni per le indennità e 10 per le diarie dei deputati, un milione per le pulizie del Palazzo e 700mila euro in bollette di gas, luce e acqua. Il Senato ha bruciato risorse per 91 milioni, pagando 16 milioni in stipendi dei senatori, 25 milioni per le pensioni dei dipendenti e 3,6 milioni di contributi ai gruppi parlamentari.

Costi importanti ma se fossero produttivi sarebbero giustificati. E pensare che quando torneranno al lavoro deputati e senatori saranno occupati a legiferare su norme davvero importanti. 

A parte votare il Documento economico e finanziario, di cui si occuperà la Commissione Speciale, il resto della produzione legislativa è roba di serie B.

Invece di occuparsi di pensioni, fisco, lavoro, giustizia o emergenza migranti, il Parlamento avrà da fare con la disciplina della riproduzione animale. I parlamentari saranno chiamati a esprimere un parere sull’impiego di asini stalloni abilitati alla fecondazione di cavalle. Ma anche sul divieto fatto ai maiali, per ragioni di purezza genetica, di fecondare scrofe "in forma girovaga".

Deputati e senatori dovranno dire la loro anche sulla pratica dell’inseminazione artificiale dei suini e sui centri di raccolta e di magazzinamento dello sperma. E questo è solo uno dei 19 decreti legislativi che attendono un parere dalla Commissione speciale, retaggio del governo uscente e della passata legislatura.

Fonte: liberoquotidiano.it →
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